Questa settimana ho preso l'influenza. Niente di grave, soliti sintomi: mal di gola, raffreddore, tosse e una smodata attrazione per Come Together.
Come, non avete mai avuto questo ceppo?
Strano, molto strano.
Comunque, tutto è partito dagli ultimi post che ho scritto e sul prossimo, cioè questo.
Volevo raccontarvi di Abbey Road. Avrete sicuramente notato come sulla Home di questo blog siano riportate due copertine: Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band e Abbey Road. Il primo disco segna l'inizio della storia che racconto e il secondo, a suo modo, ne rappresenta la fine, ma rappresenta anche l'inizio di una nuova storia. Cambia il narratore, forse, di questo racconto, ma questa storia di certo non finisce sulle strisce pedonali di Abbey Road.
Sgt. Pepper e Abbey Road, a mio parere, sono entrambi concept album: segnano un contesto e si muovono al suo interno, raccontano la stessa cosa in ogni loro contenuto, nella copertina del disco e nei brani contenuti in esso. Tutto ci parla degli stessi eventi. La differenza è che mentre per Sgt, Pepper le peculiarità saltano agli occhi da subito ed è impossibile pensare che tutto sia casuale, non voluto o deciso e pianificato in ogni minimo particolare, per Abbey Road è diverso. La copertina è bella ma non così dirompente e l'unico particolare che può colpire l'attenzione di chi guarda è che Paul è scalzo. E anche qui, se non ci fosse stata la leggenda PID, tutti avrebbero considerato la cosa come una stranezza, una bizzarria, non certo come un indizio di un progetto più ampio. Ecco, diciamo che Abbey Road passa più inosservato, eppure...
Ricordate quando in questo POST avevo chiesto cosa sarebbe successo se ad un certo punto Paul McCartney avesse rivoluto il suo posto nel gruppo, nel clima teso che si era venuto a creare? Il disco di cui parliamo risponde a questa domanda.
E se vogliamo cominciare dalla notizia del ritorno di Paul, possiamo ricordare Here Comes the Sun e Sun King. Le due canzoni annunciano con lo stesso tenore il ritorno del sole e del Re Sole. QUI e QUI ne abbiamo parlato diffusamente e abbiamo notato come fosse molto strano che nello stesso disco ci fossero due canzoni dal contenuto così simile. Abbiamo anche ribadito più volte come i riferimenti al sole, ogni volta che sono stati fatti, abbiano sempre portato a Paul.
E troverete ancora più strano che un'altra canzone, Come Together, cominci proprio con "Here come..." Ci avete fatto caso? Anche la prima canzone del disco comincia con l'introduzione di qualcuno che arriva, in questo caso con le parole here come old flat top. Direte... cosa significa? E qui si deve fare un discorso più ampio.
Come Together è una delle canzoni più misteriose di Lennon, in tanti ritengono addirittura che John avesse fatto un cumulo dei suoi nonsense e li avesse messi tutti insieme in un'unica canzone.
A questo riguardo, il mio ragionamento è più possibilista: se arriva un eschimese e vi parla nella SUA lingua e voi non conoscete l'eschimese, cosa pensate? Che VOI non conoscete la sua lingua o che LUI sta dicendo cose senza senso? Ecco, per me Lennon aveva una SUA lingua, solo che, erroneamente, ha pensato che lo potessero capire, non dico tutti, ma sicuramente molti. Così non è stato. Ma Come Together è ancora là e quelli che si prendono questo ceppo di influenza ancora si avventurano nella sua interpretazione.
Come Together fu scritta da John per accompagnare i comizi di Timothy Leary, candidato come governatore della California. Tuttavia, la canzone non venne utilizzata e John scrisse un nuovo testo, molto criptico, dicendo che nella canzone parlava di loro.
E qui la domanda è d'obbligo: Loro chi? All'inizio pensavo che LORO stesse per i Beatles e, come tutti, provavo a ricollegare i singoli versi ai favolosi quattro. In giro si trovano esempi classici: He holy roller (lui un santo tritasassi) sarebbe George Harrison, perché si riferirebbe al suo fervore religioso. Mentre Walrus gumboot, (stivali di tricheco) sarebbe riferita a Paul, perché in Glass Onion, John dice che il tricheco era Paul. E comunque, nessuna di queste frasi ci dice nulla di più, per le teorie ufficiali.
A me questo ragionamento non mi ha portato troppo lontano.
E se parliamo di codici invece? John ne usava parecchi ed era un fanatico dei giochi di parole, tanto che in I am The Walrus cita, accanto al tricheco, anche l'Uomo Uovo, maestro dei giochi di parole.
Un altro elemento da considerare è che, se i ragionamenti fatti fino a qui sono giusti, i protagonisti della nostra storia non sono più solo i quattro Beatles e se John avesse voluto raccontare ciò che stava succedendo allora, non avrebbe potuto farlo senza chiamare in causa anche Bill e George Martin, anche in Come Together.
Ce n'è abbastanza per iniziare?
Allora vi aspetto qui.
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sabato 11 aprile 2015
giovedì 19 marzo 2015
...Alla deriva
Bentrovati!!
Se siamo tutti d'accordo, riprenderei a parlare dei Beatles... Si, ma da dove?
Vediamo...
A un certo punto del nostro discorso, abbiamo visto come già dal 1968, all'interno del gruppo, si fosse creato un clima particolarmente agitato. Ne abbiamo parlato QUI, poi in seguito abbiamo aggiunto dei particolari alla storia: il ruolo di Sir George Martin nell'intera faccenda, la posizione di Bill come corpo estraneo all'interno dei Beatles, ma anche il suo passato non troppo morigerato e il modo che ha usato per raccontare al pubblico la sua storia.
Ora riprendiamo dalla deriva del gruppo.
La deriva vera e propria è iniziata nel 1968 ma la situazione diventa ingestibile nel 1969: i litigi si moltiplicano e la manovra di John e George per eliminare Bill va avanti. Risultato che potrebbero ottenere denunciando apertamente il gioco di prestigio, ma ciò implicherebbe un'assunzione di responsabilità e, soprattutto, significherebbe creare un problema a Paul e nessuno vuole questo.
A questo punto della storia sono già entrate in scena Yoko Ono e Linda Eastman. Mentre Linda non sembra essere un elemento di rottura all'interno del gruppo, Yoko Ono ha un potere totalizzante su John, che le permette di prendere ogni sorta di decisione al suo posto. Gli eccessi sono noti: le foto nudi, il bed-in, il letto portato in sala d'incisione per non stare lontani. (Qui si potrebbe obiettare che potevano stare vicini anche in piedi o seduti, ma meglio non farsi troppe domande.)
Tra il pubblico, poi, i Beatles non godono più dello stesso favore di cui godevano fino a pochi anni prima, sebbene la loro musica fosse notevolmente migliorata nel frattempo. I motivi sono diversi: John stava con una giapponese e questo non era visto di buon occhio; le sue stesse dichiarazioni contro la Cristianità avevano suscitato un vespaio non da poco. A ciò possiamo aggiungere l'intervista in cui Paul (o Bill) ammette di fare uso di LSD. A posto.
A Gennaio del 1969, viene pubblicato il disco Yellow Submarine, che contiene canzoni scritte o addirittura registrate negli anni precedenti, segno che i quattro non lavorano più bene insieme.
E poi c'è il progetto Get Back, lo ricordate? Il gruppo ci lavora nei primi mesi del '69; John dice di essere stanco del modo in cui hanno lavorato fin lì, il suo desiderio era tornare ai vecchi sistemi, suonando il pezzo dall'inizio alla fine e scegliendo poi la versione migliore. Ciò comportava sessioni lunghissime di prove e potenziali suicidi per noia da parte degli altri tre (o quattro) componenti.
La competizione tra Lennon e "McCartney" metteva in difficoltà Ringo e George, ormai relegati a mere comparse. Soprattutto George risentiva della situazione creatasi visto che la sua musica veniva costantemente e ingiustamente sottovalutata nell'economia del gruppo.
Sia George che Ringo in questo periodo lasceranno il gruppo ma saranno comunque recuperati e sui relativi litigi verrà mezza una pezza.
Ad ogni buon conto, il progetto Get Back viene momentaneamente accantonato e i Beatles iniziano a lavorare su Abbey Road. Le cronache riportano una curiosità a proposito di Abbey Road e il clima ruvido di quel periodo: per portare a compimento il disco, ogni componente del gruppo avrebbe registrato la propria parte separatamente dagli altri e tutti avrebbero fatto il possibile per incontrarsi il minimo indispensabile.
Io, qui, avanzerei i miei dubbi su questa versione e potrete valutarlo tra qualche post, dopo che avremo parlato un po' più approfonditamente di Abbey Road.
Fin qui, un brevissimo resoconto della storia ufficiale, con qualche osservazione in più.
Ma cosa sarebbe successo se, nella situazione che abbiamo appena descritto, Paul McCartney, quello vero, volesse tornare al suo posto?
Se siamo tutti d'accordo, riprenderei a parlare dei Beatles... Si, ma da dove?
Vediamo...
A un certo punto del nostro discorso, abbiamo visto come già dal 1968, all'interno del gruppo, si fosse creato un clima particolarmente agitato. Ne abbiamo parlato QUI, poi in seguito abbiamo aggiunto dei particolari alla storia: il ruolo di Sir George Martin nell'intera faccenda, la posizione di Bill come corpo estraneo all'interno dei Beatles, ma anche il suo passato non troppo morigerato e il modo che ha usato per raccontare al pubblico la sua storia.
Ora riprendiamo dalla deriva del gruppo.
La deriva vera e propria è iniziata nel 1968 ma la situazione diventa ingestibile nel 1969: i litigi si moltiplicano e la manovra di John e George per eliminare Bill va avanti. Risultato che potrebbero ottenere denunciando apertamente il gioco di prestigio, ma ciò implicherebbe un'assunzione di responsabilità e, soprattutto, significherebbe creare un problema a Paul e nessuno vuole questo.
A questo punto della storia sono già entrate in scena Yoko Ono e Linda Eastman. Mentre Linda non sembra essere un elemento di rottura all'interno del gruppo, Yoko Ono ha un potere totalizzante su John, che le permette di prendere ogni sorta di decisione al suo posto. Gli eccessi sono noti: le foto nudi, il bed-in, il letto portato in sala d'incisione per non stare lontani. (Qui si potrebbe obiettare che potevano stare vicini anche in piedi o seduti, ma meglio non farsi troppe domande.)
Tra il pubblico, poi, i Beatles non godono più dello stesso favore di cui godevano fino a pochi anni prima, sebbene la loro musica fosse notevolmente migliorata nel frattempo. I motivi sono diversi: John stava con una giapponese e questo non era visto di buon occhio; le sue stesse dichiarazioni contro la Cristianità avevano suscitato un vespaio non da poco. A ciò possiamo aggiungere l'intervista in cui Paul (o Bill) ammette di fare uso di LSD. A posto.
A Gennaio del 1969, viene pubblicato il disco Yellow Submarine, che contiene canzoni scritte o addirittura registrate negli anni precedenti, segno che i quattro non lavorano più bene insieme.
E poi c'è il progetto Get Back, lo ricordate? Il gruppo ci lavora nei primi mesi del '69; John dice di essere stanco del modo in cui hanno lavorato fin lì, il suo desiderio era tornare ai vecchi sistemi, suonando il pezzo dall'inizio alla fine e scegliendo poi la versione migliore. Ciò comportava sessioni lunghissime di prove e potenziali suicidi per noia da parte degli altri tre (o quattro) componenti.
La competizione tra Lennon e "McCartney" metteva in difficoltà Ringo e George, ormai relegati a mere comparse. Soprattutto George risentiva della situazione creatasi visto che la sua musica veniva costantemente e ingiustamente sottovalutata nell'economia del gruppo.
Sia George che Ringo in questo periodo lasceranno il gruppo ma saranno comunque recuperati e sui relativi litigi verrà mezza una pezza.
Ad ogni buon conto, il progetto Get Back viene momentaneamente accantonato e i Beatles iniziano a lavorare su Abbey Road. Le cronache riportano una curiosità a proposito di Abbey Road e il clima ruvido di quel periodo: per portare a compimento il disco, ogni componente del gruppo avrebbe registrato la propria parte separatamente dagli altri e tutti avrebbero fatto il possibile per incontrarsi il minimo indispensabile.
Io, qui, avanzerei i miei dubbi su questa versione e potrete valutarlo tra qualche post, dopo che avremo parlato un po' più approfonditamente di Abbey Road.
Fin qui, un brevissimo resoconto della storia ufficiale, con qualche osservazione in più.
Ma cosa sarebbe successo se, nella situazione che abbiamo appena descritto, Paul McCartney, quello vero, volesse tornare al suo posto?
martedì 3 giugno 2014
Bill e la vita spericolata
Alzi la mano chi ricorda di cosa abbiamo parlato l'ultima volta...
Ok, riprendiamo da lì: breve ripasso e poi si va avanti. Nell'ultimo post, cercavamo di capire di cosa si occupasse Bill prima di prendere posto nei Beatles e sostituire Paul McCartney. Dicevamo che probabilmente era un artista di strada e lo deducevamo dai vari indizi lasciati qua e là. Andiamo avanti?
Eeeeh si. Ma a questo punto mi corre l'obbligo di avvertirvi che nel post che segue analizzerò diversi testi e riferimenti delle canzoni del buon McCartney. In passato mi è stata rimproverata un'insana passione per gli indizi lasciati nei testi delle canzoni, ma ragioniamo: se dovesse risultare vera la mia teoria, per cui c'è un uomo che vive senza esistere; che per tutta la vita, con o senza la sua volontà, veste i panni di un cantante famoso; che vuole raccontare la sua storia e l'unico strumento ragionevole che ha per farlo sono le canzoni che scrive e canta. Beh, voi dove li cerchereste gli indizi?
Non vi faccio firmare una liberatoria, ma ritenetevi avvisati.
Allora. Abbiamo parlato del video When We Was Fab di George Harrison, in cui si vede il cantante, in versione busker che chiede, tra l'altro, l'elemosina ai passanti. Mentre passa un uomo, che getta qualche spicciolo nel bicchiere di Harrison, una mano esce dalla giacca di quest'ultimo per sfilargli il portafoglio dalla tasca. E qui arriviamo a toccare un altro argomento. Ricordate che abbiamo ricordato che Mr. Apollo disse che il passato di Bill era stato "imbiancato" e che erano stati fatti molti sforzi per tenerlo lontano dai suoi precedenti impegni?
Ecco, diciamo che forse Bill non conduceva proprio una vita morigerata e guarda il caso, tra i vari indizi che lascia nelle sue canzoni, quelli più ricorrenti sono proprio quelli che riguardano prigioni, sbarre, arresti e via così.
1882 [1970], parla di un ragazzo che viene arrestato e condannato perché ha rubato del pane per la madre malata.
In Give Ireland Back To The Irish [1972], troviamo un riferimento a un uomo chiuso in una prigione, che somiglia a lui e si chiede se dovrebbe reagire o impazzire.
In Band on the Run [1973], il protagonista si trova chiuso tra quattro mura e spedito dentro per sempre. Non sa se uscirà ma se mai succederà, promette di donare tutto a un ente di beneficenza, perché lui ha bisogno solo di una pinta al giorno.
Con The Note You Never Wrote [1976], afferma che è stato arrestato sulla spiaggia, portando un certo quantitativo di documenti governativi.
In Time to Hide [1976], ammette che sta scappando dalla legge perché altrimenti lo mettono dentro e che scappa da quando nemmeno Dio lo ricorda. Questa canzone è accreditata a Denny Laine, nel periodo dei Wings, perciò siamo tenuti a includerla ma con beneficio d'inventario.
Nell'ultima strofa di London Town [1978], racconta che una domenica pomeriggio, mentre camminava per strada, è stato arrestato da uno sbirro (la canzone usa il termine Rozzer).
E ancora. Il video di Ebony and Ivory è ambientato in un penitenziario; in Cage, Bill dice di essere in prigione e chiede alla sua donna di farlo uscire; in No Values, richiama Artful Dodger, celebre personaggio di Oliver Twist di Dickens, un borseggiatore, appunto. In Once Upon a Long Ago, si lamenta di suonare la chitarra su un palco vuoto, contando le sbarre di una gabbia di ferro.
Avete le vertigini? Se non passano entro tre minuti e mezzo, fatevi vedere da un otorino, potrebbe essere labirintite.
Mettiamola così. I puzzle di oggi servono per comporre qualcosa di uniforme ma imprescindibile, come il cielo, per esempio. Però, adesso ho io una domanda per voi: così tanti riferimenti a un singolo argomento, possono essere casuali?
Se vi va, mi trovate qui. Tornate pure, quando vi passano le vertigini...
Ok, riprendiamo da lì: breve ripasso e poi si va avanti. Nell'ultimo post, cercavamo di capire di cosa si occupasse Bill prima di prendere posto nei Beatles e sostituire Paul McCartney. Dicevamo che probabilmente era un artista di strada e lo deducevamo dai vari indizi lasciati qua e là. Andiamo avanti?
Eeeeh si. Ma a questo punto mi corre l'obbligo di avvertirvi che nel post che segue analizzerò diversi testi e riferimenti delle canzoni del buon McCartney. In passato mi è stata rimproverata un'insana passione per gli indizi lasciati nei testi delle canzoni, ma ragioniamo: se dovesse risultare vera la mia teoria, per cui c'è un uomo che vive senza esistere; che per tutta la vita, con o senza la sua volontà, veste i panni di un cantante famoso; che vuole raccontare la sua storia e l'unico strumento ragionevole che ha per farlo sono le canzoni che scrive e canta. Beh, voi dove li cerchereste gli indizi?
Non vi faccio firmare una liberatoria, ma ritenetevi avvisati.
Allora. Abbiamo parlato del video When We Was Fab di George Harrison, in cui si vede il cantante, in versione busker che chiede, tra l'altro, l'elemosina ai passanti. Mentre passa un uomo, che getta qualche spicciolo nel bicchiere di Harrison, una mano esce dalla giacca di quest'ultimo per sfilargli il portafoglio dalla tasca. E qui arriviamo a toccare un altro argomento. Ricordate che abbiamo ricordato che Mr. Apollo disse che il passato di Bill era stato "imbiancato" e che erano stati fatti molti sforzi per tenerlo lontano dai suoi precedenti impegni?
Ecco, diciamo che forse Bill non conduceva proprio una vita morigerata e guarda il caso, tra i vari indizi che lascia nelle sue canzoni, quelli più ricorrenti sono proprio quelli che riguardano prigioni, sbarre, arresti e via così.
1882 [1970], parla di un ragazzo che viene arrestato e condannato perché ha rubato del pane per la madre malata.
In Give Ireland Back To The Irish [1972], troviamo un riferimento a un uomo chiuso in una prigione, che somiglia a lui e si chiede se dovrebbe reagire o impazzire.
In Band on the Run [1973], il protagonista si trova chiuso tra quattro mura e spedito dentro per sempre. Non sa se uscirà ma se mai succederà, promette di donare tutto a un ente di beneficenza, perché lui ha bisogno solo di una pinta al giorno.
Con The Note You Never Wrote [1976], afferma che è stato arrestato sulla spiaggia, portando un certo quantitativo di documenti governativi.
In Time to Hide [1976], ammette che sta scappando dalla legge perché altrimenti lo mettono dentro e che scappa da quando nemmeno Dio lo ricorda. Questa canzone è accreditata a Denny Laine, nel periodo dei Wings, perciò siamo tenuti a includerla ma con beneficio d'inventario.
Nell'ultima strofa di London Town [1978], racconta che una domenica pomeriggio, mentre camminava per strada, è stato arrestato da uno sbirro (la canzone usa il termine Rozzer).
E ancora. Il video di Ebony and Ivory è ambientato in un penitenziario; in Cage, Bill dice di essere in prigione e chiede alla sua donna di farlo uscire; in No Values, richiama Artful Dodger, celebre personaggio di Oliver Twist di Dickens, un borseggiatore, appunto. In Once Upon a Long Ago, si lamenta di suonare la chitarra su un palco vuoto, contando le sbarre di una gabbia di ferro.
Avete le vertigini? Se non passano entro tre minuti e mezzo, fatevi vedere da un otorino, potrebbe essere labirintite.
Mettiamola così. I puzzle di oggi servono per comporre qualcosa di uniforme ma imprescindibile, come il cielo, per esempio. Però, adesso ho io una domanda per voi: così tanti riferimenti a un singolo argomento, possono essere casuali?
Se vi va, mi trovate qui. Tornate pure, quando vi passano le vertigini...
domenica 25 maggio 2014
Bill e i suoi precedenti impegni
Beh, vi va se ricominciamo a parlare di Bill?
Apollo C. Vermouth, in uno dei suoi interventi, dice che sono stati fatti molti tentativi per tenere Bill separato dai suoi precedenti impegni e che molto del passato di Bill è stato "imbiancato". Con questo post e con i prossimi, proveremo a capire quali sono questi impegni e che senso si possa attribuire al verbo "imbiancare" nel nostro contesto.
La mia prima ipotesi è che Bill fosse un cantante di strada, un busker. Move Over Busker, oltre ad essere il titolo di una canzone di McCartney del 1986, è anche un incoraggiamento ripetuto varie volte dai personaggi che Bill incontra sulla sua strada, nel brano. Gli dicono che il suo tempo arriverà e alla fine della canzone, lui risponde che il suo tempo è arrivato.
In London Town [1978], invece, ne incontra uno che suona il flauto. In questo caso, Bill trasforma la parola busker in burker, indicando con ciò che il musicista che incontra per le strade di Londra suona malissimo, e la sua musica somiglia al latrato di un cane.
In Man We Was Lonely [Eravamo soli, 1988], nella prima strofa, Bill parla di quando era solo e dice che di solito camminava sulla Fast City Line, cantando canzoni che, pensava, sarebbero rimaste solo sue. la City Line è il tratto di ferrovia accanto alla stazione, un buon posto per un artista di strada e il pensiero che le canzoni sarebbero rimaste solo sue, significa probabilmente che non si aspettava di cantare le sue canzoni per platee più vaste, diciamo così.
E arriviamo al video di When We Was Fab [Quando Eravamo Favolosi, 1988] di George Harrison. George canta appoggiato a un muro, come un artista di strada, mentre intorno a lui succedono un po' di cose strane. E così vediamo Ringo che trasporta un pianoforte e soprattutto troviamo il tricheco con le valigie intorno a sé: guarda il caso, qui il tricheco suona un basso mancino, confermando che il tricheco era Paul. Le valigie ci potrebbero invece indicare che il tricheco/Paul se n'era andato dai Fab Four. Ma quella è un'altra storia.
Per questa storia, di tanto in tanto, dalla tasca di George viene fuori una mano: ad un certo punto, questa mano scrive qualcosa sul muro e viene ammanettata alla chitarra. Poi, la stessa mano esce ancora dalla giacca, questa volta con un bicchiere per chiedere qualche moneta ai passanti; una persona gli getta qualche spicciolo, ma mentre questi fa un altro passo, un'altra mano ancora gli sfila il portafoglio dalla tasca.
Qualche anno fa, per vedere se veniva riconosciuto dai fan, Paul McCartney (ufficialmente) si è camuffato da cantante di strada. Suonava e cantava con una custodia di chitarra aperta davanti a sé per raccogliere le monete che gli gettavano. Potrebbe essere semplicemente una verifica, visto che qualche altro cantante ha avuto la stessa idea, ma potrebbe anche essere l'ennesimo indizio di Bill, per svelare un altro tassello della sua vita.
E con questo, vi do appuntamento per le prossime puntate. Qualora gradiate la compagnia, s'intende...
Apollo C. Vermouth, in uno dei suoi interventi, dice che sono stati fatti molti tentativi per tenere Bill separato dai suoi precedenti impegni e che molto del passato di Bill è stato "imbiancato". Con questo post e con i prossimi, proveremo a capire quali sono questi impegni e che senso si possa attribuire al verbo "imbiancare" nel nostro contesto.
La mia prima ipotesi è che Bill fosse un cantante di strada, un busker. Move Over Busker, oltre ad essere il titolo di una canzone di McCartney del 1986, è anche un incoraggiamento ripetuto varie volte dai personaggi che Bill incontra sulla sua strada, nel brano. Gli dicono che il suo tempo arriverà e alla fine della canzone, lui risponde che il suo tempo è arrivato.
In London Town [1978], invece, ne incontra uno che suona il flauto. In questo caso, Bill trasforma la parola busker in burker, indicando con ciò che il musicista che incontra per le strade di Londra suona malissimo, e la sua musica somiglia al latrato di un cane.
In Man We Was Lonely [Eravamo soli, 1988], nella prima strofa, Bill parla di quando era solo e dice che di solito camminava sulla Fast City Line, cantando canzoni che, pensava, sarebbero rimaste solo sue. la City Line è il tratto di ferrovia accanto alla stazione, un buon posto per un artista di strada e il pensiero che le canzoni sarebbero rimaste solo sue, significa probabilmente che non si aspettava di cantare le sue canzoni per platee più vaste, diciamo così.
E arriviamo al video di When We Was Fab [Quando Eravamo Favolosi, 1988] di George Harrison. George canta appoggiato a un muro, come un artista di strada, mentre intorno a lui succedono un po' di cose strane. E così vediamo Ringo che trasporta un pianoforte e soprattutto troviamo il tricheco con le valigie intorno a sé: guarda il caso, qui il tricheco suona un basso mancino, confermando che il tricheco era Paul. Le valigie ci potrebbero invece indicare che il tricheco/Paul se n'era andato dai Fab Four. Ma quella è un'altra storia.
Per questa storia, di tanto in tanto, dalla tasca di George viene fuori una mano: ad un certo punto, questa mano scrive qualcosa sul muro e viene ammanettata alla chitarra. Poi, la stessa mano esce ancora dalla giacca, questa volta con un bicchiere per chiedere qualche moneta ai passanti; una persona gli getta qualche spicciolo, ma mentre questi fa un altro passo, un'altra mano ancora gli sfila il portafoglio dalla tasca.
Qualche anno fa, per vedere se veniva riconosciuto dai fan, Paul McCartney (ufficialmente) si è camuffato da cantante di strada. Suonava e cantava con una custodia di chitarra aperta davanti a sé per raccogliere le monete che gli gettavano. Potrebbe essere semplicemente una verifica, visto che qualche altro cantante ha avuto la stessa idea, ma potrebbe anche essere l'ennesimo indizio di Bill, per svelare un altro tassello della sua vita.
E con questo, vi do appuntamento per le prossime puntate. Qualora gradiate la compagnia, s'intende...
domenica 30 marzo 2014
Il quinto Beatles
La nostra tessera di oggi riguarda un personaggio che ancora non abbiamo preso in considerazione e che invece, secondo me, ha avuto un ruolo fondamentale in questa storia. Il nostro discorso sul quinto Beatles si lega a doppio nodo a quello sulla posizione di Bill nel gruppo, e quindi a ciò che vi ho raccontato nell'ultimo post.
Ora vi starete chiedendo chi sia il quinto Beatles, anche perché c'è da dire che l'appellativo in questione è stato dato, a più riprese, a diverse persone: i due roadies del gruppo, Mal Evans e Neil Aspinall, per esempio. Ma anche a Pete Best, il primo batterista dei Beatles, poi sostituito con Ringo Starr.
Per me, la persona che più di tutti meriterebbe il titolo, qualora lo desiderasse e non è detto, sarebbe il produttore e arrangiatore del gruppo, Sir George Martin. Questi ha avuto un ruolo fondamentale nel successo dei Beatles: è riuscito a incanalare le singole personalità verso un risultato unitario. Ha aggiunto al talento puro dei singoli, le necessarie competenze tecniche, che a loro mancavano. Tanto per darne un'idea, ricordiamo che nessuno dei Beatles ha mai imparato a leggere uno spartito o a scrivere la propria musica su un pentagramma. Perciò direi che l'apporto di George Martin è incontestabile.
Anche il suo peso sulle scelte del gruppo era notevole. In una intervista affermò che tra loro c'era una specie di democrazia e che si prendevano le decisioni solo se tutti e cinque erano d'accordo. Tutti e cinque.
Ma torniamo alla nostra storia. Paul si allontana e Bill entra nel gruppo, rimanendo sostanzialmente un corpo estraneo, diciamo così. Bill preferirebbe che nessuno si accorgesse della sua presenza, ma John racconta della sostituzione già con il disco Sgt. Pepper. Nessuno capisce e Bill resta là. Nel frattempo, le sue canzoni sono considerate alla stregua di quelle di John.
Cosa succede, in una situazione simile, se il quinto Beatles, George Martin, si schiera a favore del nuovo arrivato?
Buona parte dei dissapori di quel periodo hanno a che fare proprio con Sir George. Nel 1969, John e George affidano il disco che diventerà Let It Be ad un altro produttore, Phil Spector, senza consultare McCartney, che infatti la prende malissimo. Ancora prima, a un certo punto, Martin decide di non lavorare più col gruppo per i continui litigi ed è invece proprio McCartney (qui direi Bill) che lo convince a tornare, promettendogli di trovare un modo per far funzionare le cose. Non saprei dire come abbia fatto, ma le cose vanno esattamente così. I Beatles portano a termine Abbey Road andando a registrare le proprie parti separatamente. L'unico modo per lavorare insieme è non lavorare insieme. O così ce l'hanno raccontata.
Ricordiamo poi che dal 1968, lo abbiamo raccontato qui, Lennon e Harrison cominciano a boicottare McCartney, anche qui direi Bill e ora abbiamo anche qualche motivo in più per affermarlo. Lennon comincia a sminuire smaccatamente la musica di "McCartney", chiedendo addirittura di incidere le sue canzoni sul lato A dei dischi e quelle di McCartney sul lato B.
D'altra parte, George Martin lavora duro sui loro dischi e smorza spesso i loro eccessi. Ed è così che usa il suo potere per aiutare Bill. Lo aiuterà anche nel momento in cui dovrà incidere il suo primo disco solista. Per tenere la cosa segreta ed evitare clamori, George Martin, registra le sedute di Bill in sala d'incisione sotto il falso nome di Bill Martin. Curiosa la scelta del nome, che dite?
Per ora lasciamo così, ma ribadisco: questo lato della storia è ricco di sorprese... Vi aspetto a breve per scoprirne qualcun'altra!!
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mercoledì 12 marzo 2014
Dove tutto cambia
Bentrovati!! Pronti per un altro giro?
Oggi voglio parlarvi di un avvenimento che segnò la vita dei Beatles in modo imprevedibile. Più dell'incidente che non avvenne in cui Paul non morì? Beh, più di quello non so. Vediamo, io vi racconto e poi decidete voi.
Fin qui abbiamo detto che alla fine del 1966, Paul si allontana dal gruppo per motivi di salute, diciamo così. Visto che nessuno si è accorto della sostituzione e Bill copre alla perfezione il suo ruolo, Paul non si mette premura a riprendere il suo posto. Lo rivorrà indietro, certo, dopo qualche anno, ma nel 1967 niente lo fa presagire. D'altro canto, non possiamo certo dire che Bill si sia integrato nel gruppo: lo capiamo da diversi fatti che vi spiegherò in futuro, promesso. Per ora vi rimando al post sulla visione che Bill ha della sua posizione all'interno della band. Ne abbiamo parlato qui.
Siamo al 1968. Anno importantissimo per i Beatles. Tutto cambia e nessuno se ne accorge. Non è una novità, questa. Lennon ha provato inutilmente a spiegare cosa stava succedendo per tutto il 1967. E invece, niente.
Nel 1968, i Beatles partono alla volta dell'India per trovare il guru Maharishi e si trattengono per diversi mesi. O meglio, Ringo e Paul tornano in patria quasi subito, mentre John e George restano in India più a lungo.
Qualche anno fa, la rivista Rolling Stone ha condotto un'inchiesta sui motivi che portarono allo scioglimento dei Beatles e ne hanno tirato fuori una versione un po' diversa da ciò che ci hanno sempre raccontato.
Ufficialmente è stato McCartney a mettere la parola fine ai Beatles, dopo che la situazione si era trascinata per mesi. Paul aveva preso in mano le sorti del gruppo alla morte di Brian Epstein e pretendeva di gestire tutto a modo suo. Gli altri membri mal sopportavano quelle che da un certo punto in poi venivano viste come "prevaricazioni" e, soprattutto Lennon, diventava sempre più insofferente. I due litigavano spesso per la leadership del gruppo. La tensione continuava a crescere e anche George e Ringo cominciarono a risentirne. Fu a questo punto, come un fulmine a ciel sereno, che McCartney dichiarò alla stampa di aver abbandonato il gruppo, senza dare alcun preavviso agli altri. Non basta. Pubblicò il suo primo disco solista intitolato McCartney, nello stesso periodo di Let It Be, entrando addirittura in competizione con loro. Tutto poi avrà un seguito in tribunale e l'intera faccenda assumerà il carattere del peggiore dei divorzi.
Questa è la storia ufficiale. Un po' semplificata, ovviamente. Ma qui non ci serve aggiungere altri particolari.
Tranne che Mikal Gilmore, il giornalista che ha condotto l'inchiesta per la rivista Rolling Stone, scrive che è andata pure peggio. Secondo la sua ricostruzione, già dal 1968, John e George boicottavano i Beatles per sabotare McCartney perché stava assumendo troppo potere all'interno del gruppo.
Dal '68, dal periodo in cui si trovavano da soli in India, probabilmente.
McCartney aveva troppo potere. Eppure, Apollo C. Vermouth assicura che il "McCartney" contro cui si accanisce Lennon non è Paul, ma Bill. Interessante vero?
Vi aspetto per la prossima puntata.
P.S. Poche settimane fa, il blog ha compiuto il suo primo anno di vita. Con una buona dose di cinismo, io avrei scommesso che sarebbe durato molto meno, ma devo ammettere che certo genere di sorprese mi rende molto felice. Questo primo compleanno non è stato festeggiato a dovere, ma vorrei fosse l'occasione per fare un ringraziamento affettuoso a chi ha preso l'abitudine di seguirmi nei miei ragionamenti. Qualcuno addirittura mi ha detto che aspetta con curiosità i nuovi post di Seguendo Mr. Apollo: dopo un primo momento, in cui ho pensato che davvero la gente non ha niente da fare, ho preso coscienza del complimento e ho assaporato un certo grado di soddisfazione. Si, va bene, ho gongolato apertamente. E allora?
Ecco. Volevo solo dire grazie a chi, in qualsiasi modo, sta facendo crescere Seguendo Mr. Apollo.
Oggi voglio parlarvi di un avvenimento che segnò la vita dei Beatles in modo imprevedibile. Più dell'incidente che non avvenne in cui Paul non morì? Beh, più di quello non so. Vediamo, io vi racconto e poi decidete voi.
Fin qui abbiamo detto che alla fine del 1966, Paul si allontana dal gruppo per motivi di salute, diciamo così. Visto che nessuno si è accorto della sostituzione e Bill copre alla perfezione il suo ruolo, Paul non si mette premura a riprendere il suo posto. Lo rivorrà indietro, certo, dopo qualche anno, ma nel 1967 niente lo fa presagire. D'altro canto, non possiamo certo dire che Bill si sia integrato nel gruppo: lo capiamo da diversi fatti che vi spiegherò in futuro, promesso. Per ora vi rimando al post sulla visione che Bill ha della sua posizione all'interno della band. Ne abbiamo parlato qui.
Siamo al 1968. Anno importantissimo per i Beatles. Tutto cambia e nessuno se ne accorge. Non è una novità, questa. Lennon ha provato inutilmente a spiegare cosa stava succedendo per tutto il 1967. E invece, niente.
Nel 1968, i Beatles partono alla volta dell'India per trovare il guru Maharishi e si trattengono per diversi mesi. O meglio, Ringo e Paul tornano in patria quasi subito, mentre John e George restano in India più a lungo.
Qualche anno fa, la rivista Rolling Stone ha condotto un'inchiesta sui motivi che portarono allo scioglimento dei Beatles e ne hanno tirato fuori una versione un po' diversa da ciò che ci hanno sempre raccontato.
Ufficialmente è stato McCartney a mettere la parola fine ai Beatles, dopo che la situazione si era trascinata per mesi. Paul aveva preso in mano le sorti del gruppo alla morte di Brian Epstein e pretendeva di gestire tutto a modo suo. Gli altri membri mal sopportavano quelle che da un certo punto in poi venivano viste come "prevaricazioni" e, soprattutto Lennon, diventava sempre più insofferente. I due litigavano spesso per la leadership del gruppo. La tensione continuava a crescere e anche George e Ringo cominciarono a risentirne. Fu a questo punto, come un fulmine a ciel sereno, che McCartney dichiarò alla stampa di aver abbandonato il gruppo, senza dare alcun preavviso agli altri. Non basta. Pubblicò il suo primo disco solista intitolato McCartney, nello stesso periodo di Let It Be, entrando addirittura in competizione con loro. Tutto poi avrà un seguito in tribunale e l'intera faccenda assumerà il carattere del peggiore dei divorzi.
Questa è la storia ufficiale. Un po' semplificata, ovviamente. Ma qui non ci serve aggiungere altri particolari.
Tranne che Mikal Gilmore, il giornalista che ha condotto l'inchiesta per la rivista Rolling Stone, scrive che è andata pure peggio. Secondo la sua ricostruzione, già dal 1968, John e George boicottavano i Beatles per sabotare McCartney perché stava assumendo troppo potere all'interno del gruppo.
Dal '68, dal periodo in cui si trovavano da soli in India, probabilmente.
McCartney aveva troppo potere. Eppure, Apollo C. Vermouth assicura che il "McCartney" contro cui si accanisce Lennon non è Paul, ma Bill. Interessante vero?
Vi aspetto per la prossima puntata.
P.S. Poche settimane fa, il blog ha compiuto il suo primo anno di vita. Con una buona dose di cinismo, io avrei scommesso che sarebbe durato molto meno, ma devo ammettere che certo genere di sorprese mi rende molto felice. Questo primo compleanno non è stato festeggiato a dovere, ma vorrei fosse l'occasione per fare un ringraziamento affettuoso a chi ha preso l'abitudine di seguirmi nei miei ragionamenti. Qualcuno addirittura mi ha detto che aspetta con curiosità i nuovi post di Seguendo Mr. Apollo: dopo un primo momento, in cui ho pensato che davvero la gente non ha niente da fare, ho preso coscienza del complimento e ho assaporato un certo grado di soddisfazione. Si, va bene, ho gongolato apertamente. E allora?
Ecco. Volevo solo dire grazie a chi, in qualsiasi modo, sta facendo crescere Seguendo Mr. Apollo.
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domenica 2 marzo 2014
E' tornato il sole
Eccoci di nuovo.
Ho dedicato gli ultimi post al collegamento tra Paul e il sole (qui e qui). Oggi, invece, vorrei mettere l'accento su una cosa veramente particolare che magari è sfuggita e che si ricollega a quanto abbiamo già detto nel post su Sun King .
Su Abbey Road, oltre a Sun King, c'è un'altra canzone che parla del sole: Here Comes the Sun, uno dei capolavori di George Harrison.
Here comes the sun (Arriva il sole, 1969) annuncia il ritorno del sole al termine di un lungo inverno. Dice che sembrano passati anni da quando il sole è stato lì, che il sorriso ritorna sulle loro faccia, e che tutto va bene.
Ma scusa, non era la stessa cosa che diceva Sun King? In effetti, quest'ultima canzone dice che è tornato il Re Sole, tutti ridono e tutti sono contenti. Praticamente la stessa cosa.
A voi non sembra strano che nello stesso disco ci siano due canzoni che fanno lo stesso riferimento al sole e quasi con le stesse parole? E per di più provengono da due autori diversi: Sun King, da Lennon e Here Comes the Sun, da Harrison.
Abbiamo più volte affermato che Apollo C. Vermouth dice che Paul, ad un certo punto si allontana dal gruppo ma, trascorso qualche tempo, vuole riavere il suo posto a buon diritto. Ciò accade troppo tardi, quando gli umori delle persone coinvolte sono ormai esacerbati e si sta per chiudere lo show. Quindi il suo rientro diventa impossibile. Ora ricolleghiamo questa affermazione alle due canzoni che abbiamo appena visto e facciamo una domanda.
Se un amico fraterno avesse dei problemi che lo portano ad allontanarsi, quando questi ritorna, lo paragonereste al ritorno del sole dopo un lungo inverno? Anche io.
Ho dedicato gli ultimi post al collegamento tra Paul e il sole (qui e qui). Oggi, invece, vorrei mettere l'accento su una cosa veramente particolare che magari è sfuggita e che si ricollega a quanto abbiamo già detto nel post su Sun King .
Su Abbey Road, oltre a Sun King, c'è un'altra canzone che parla del sole: Here Comes the Sun, uno dei capolavori di George Harrison.
Here comes the sun (Arriva il sole, 1969) annuncia il ritorno del sole al termine di un lungo inverno. Dice che sembrano passati anni da quando il sole è stato lì, che il sorriso ritorna sulle loro faccia, e che tutto va bene.
Ma scusa, non era la stessa cosa che diceva Sun King? In effetti, quest'ultima canzone dice che è tornato il Re Sole, tutti ridono e tutti sono contenti. Praticamente la stessa cosa.
A voi non sembra strano che nello stesso disco ci siano due canzoni che fanno lo stesso riferimento al sole e quasi con le stesse parole? E per di più provengono da due autori diversi: Sun King, da Lennon e Here Comes the Sun, da Harrison.
Abbiamo più volte affermato che Apollo C. Vermouth dice che Paul, ad un certo punto si allontana dal gruppo ma, trascorso qualche tempo, vuole riavere il suo posto a buon diritto. Ciò accade troppo tardi, quando gli umori delle persone coinvolte sono ormai esacerbati e si sta per chiudere lo show. Quindi il suo rientro diventa impossibile. Ora ricolleghiamo questa affermazione alle due canzoni che abbiamo appena visto e facciamo una domanda.
Se un amico fraterno avesse dei problemi che lo portano ad allontanarsi, quando questi ritorna, lo paragonereste al ritorno del sole dopo un lungo inverno? Anche io.
sabato 11 gennaio 2014
Chi è entrato dalla finestra del bagno??
Nell'ultimo post, avevamo dato un'occhiata alla canzone Lady Madonna e al curioso uso che, nel testo, si faceva dei giorni della settimana. Ho anche detto che gli stessi venivano usati vagamente a sproposito in un'altra canzone. Indovinato il titolo?
Esatto!!! She Came in Through the Bathroom Window, del 1969. In realtà, la canzone si riferirebbe a un fatto accaduto nel 1968: una ragazza è entrata, dalla finestra del bagno, a casa di Paul. E qui la storia finisce. Una bravata di cui tante si sono prese la paternità negli anni successivi. E non è stato difficile crederci, visto che Paul era molto socievole con i fan. Ma vediamo meglio il testo:
"Guarda! Lei è venuta dentro dalla finestra del bagno, protetta da un cucchiaino d'argento. Ma adesso si succhia il pollice e si meraviglia. Ma non glielo ha detto nessuno? Nessuno ha visto? Domenica al telefono con Lunedì, Martedì al telefono con me. Mi disse di aver sempre fatto la ballerina, lei lavorava in quindici locali al giorno e anche se pensava che io avessi le risposte, beh io sapevo cose che non potevo dire. E così ho lasciato il Dipartimento di Polizia per trovare un lavoro fisso, e anche se ha fatto del suo meglio per aiutarmi, poteva prendere ma non poteva rubare".
Ecco, io direi che non è affatto semplice come ce l'hanno raccontata. Già il testo ci fa capire che qualcosa non quadra, ma anche le risposte dei Beatles sul significato di questa canzone ci portano a dubitare. Da un lato fanno i vaghi, dicendo che il fatto in questione, probabilmente non era nemmeno capitato a Paul, che invece ne aveva tratto ispirazione per un suo pezzo. In altre occasioni, invece, affermano di non averla capita nemmeno loro, minimizzando la questione. Una volta, John avanzò l'ipotesi che la canzone si riferisse a Linda, che incontrava Paul di nascosto quando erano a New York.
Di una cosa siamo certi: nessuno si da tanta pena per una cosa di nessun valore. Se ci si da tanto da fare, invece, pensiamo subito che ci sia qualcosa da nascondere. Giusto?
Bene. Cominciamo da una domanda molto semplice. Lei è entrata dalla finestra del bagno, cosa ha visto? E' una fan del 1968, audace abbastanza da entrare in casa del suo beniamino da una finestra, ma all'improvviso si succhia il pollice, meravigliata. Voglio dire, una persona che fa una cosa simile, sarà preparata a vedere il suo beniamino in mutande e pantofole??!! L'avrà messo in conto??!! Questa invece si spaventa.
E se ne avesse visti due? se avesse visto Paul e Bill insieme nella stessa casa, si sarebbe spaventata?
Paul avrebbe chiamato subito qualcuno, che magari avrebbe saputo più di lui cosa fare, per esempio John. E così "Domenica è al telefono con Lunedì, Martedì è al telefono con me". Tra tutti, quello che va più d'accordo con Bill, è Ringo: lo capiamo dalle foto dell'epoca, ma anche da un fatto in particolare. Quando Bill sta per pubblicare il suo primo disco solista "McCartney", ad Aprile del 1970, John e George mandano Ringo a convincerlo a spostare la data di pubblicazione del disco, per evitare di entrare in concorrenza con Let It Be, che doveva uscire nello stesso periodo. Mandano Ringo perché sanno che è l'unico che ha qualche possibilità di riuscita. E così, nella canzone, Bill è al telefono con Ringo. Avete notato che gli abbinamenti dei nomi quadrano con quelli visti per Lady Madonna?
Poi la canzone dice che lei è una ballerina e lavora in quindici locali al giorno. Lei gli chiede delle spiegazioni ma lui, anche se conosce le risposte, sa cose che non può raccontare. Sta sostituendo Paul e, se scoperto, è ovviamente tenuto al segreto su tutta la vicenda, perciò non le può rispondere.
Su questa canzone torneremo, probabilmente, più avanti per spiegare qualcos'altro. Per ora, io direi che è abbastanza e vi aspetto per la prossima puntata.
AVVERTENZA SPECIALE: Chi fosse alla sua prima visita su questo blog e leggesse questo post per primo, potrebbe avere la sensazione che siano tutte farneticazioni. Invito perciò, qualora vi faccia piacere, a dare un'occhiata ai post precedenti, verrete enormemente (spero) rassicurati.
Dimenticavo!!! I commenti sono come sempre graditissimi!!!!
Esatto!!! She Came in Through the Bathroom Window, del 1969. In realtà, la canzone si riferirebbe a un fatto accaduto nel 1968: una ragazza è entrata, dalla finestra del bagno, a casa di Paul. E qui la storia finisce. Una bravata di cui tante si sono prese la paternità negli anni successivi. E non è stato difficile crederci, visto che Paul era molto socievole con i fan. Ma vediamo meglio il testo:
"Guarda! Lei è venuta dentro dalla finestra del bagno, protetta da un cucchiaino d'argento. Ma adesso si succhia il pollice e si meraviglia. Ma non glielo ha detto nessuno? Nessuno ha visto? Domenica al telefono con Lunedì, Martedì al telefono con me. Mi disse di aver sempre fatto la ballerina, lei lavorava in quindici locali al giorno e anche se pensava che io avessi le risposte, beh io sapevo cose che non potevo dire. E così ho lasciato il Dipartimento di Polizia per trovare un lavoro fisso, e anche se ha fatto del suo meglio per aiutarmi, poteva prendere ma non poteva rubare".
Ecco, io direi che non è affatto semplice come ce l'hanno raccontata. Già il testo ci fa capire che qualcosa non quadra, ma anche le risposte dei Beatles sul significato di questa canzone ci portano a dubitare. Da un lato fanno i vaghi, dicendo che il fatto in questione, probabilmente non era nemmeno capitato a Paul, che invece ne aveva tratto ispirazione per un suo pezzo. In altre occasioni, invece, affermano di non averla capita nemmeno loro, minimizzando la questione. Una volta, John avanzò l'ipotesi che la canzone si riferisse a Linda, che incontrava Paul di nascosto quando erano a New York.
Di una cosa siamo certi: nessuno si da tanta pena per una cosa di nessun valore. Se ci si da tanto da fare, invece, pensiamo subito che ci sia qualcosa da nascondere. Giusto?
Bene. Cominciamo da una domanda molto semplice. Lei è entrata dalla finestra del bagno, cosa ha visto? E' una fan del 1968, audace abbastanza da entrare in casa del suo beniamino da una finestra, ma all'improvviso si succhia il pollice, meravigliata. Voglio dire, una persona che fa una cosa simile, sarà preparata a vedere il suo beniamino in mutande e pantofole??!! L'avrà messo in conto??!! Questa invece si spaventa.
E se ne avesse visti due? se avesse visto Paul e Bill insieme nella stessa casa, si sarebbe spaventata?
Paul avrebbe chiamato subito qualcuno, che magari avrebbe saputo più di lui cosa fare, per esempio John. E così "Domenica è al telefono con Lunedì, Martedì è al telefono con me". Tra tutti, quello che va più d'accordo con Bill, è Ringo: lo capiamo dalle foto dell'epoca, ma anche da un fatto in particolare. Quando Bill sta per pubblicare il suo primo disco solista "McCartney", ad Aprile del 1970, John e George mandano Ringo a convincerlo a spostare la data di pubblicazione del disco, per evitare di entrare in concorrenza con Let It Be, che doveva uscire nello stesso periodo. Mandano Ringo perché sanno che è l'unico che ha qualche possibilità di riuscita. E così, nella canzone, Bill è al telefono con Ringo. Avete notato che gli abbinamenti dei nomi quadrano con quelli visti per Lady Madonna?
Poi la canzone dice che lei è una ballerina e lavora in quindici locali al giorno. Lei gli chiede delle spiegazioni ma lui, anche se conosce le risposte, sa cose che non può raccontare. Sta sostituendo Paul e, se scoperto, è ovviamente tenuto al segreto su tutta la vicenda, perciò non le può rispondere.
Su questa canzone torneremo, probabilmente, più avanti per spiegare qualcos'altro. Per ora, io direi che è abbastanza e vi aspetto per la prossima puntata.
AVVERTENZA SPECIALE: Chi fosse alla sua prima visita su questo blog e leggesse questo post per primo, potrebbe avere la sensazione che siano tutte farneticazioni. Invito perciò, qualora vi faccia piacere, a dare un'occhiata ai post precedenti, verrete enormemente (spero) rassicurati.
Dimenticavo!!! I commenti sono come sempre graditissimi!!!!
giovedì 2 gennaio 2014
Lady Madonna e i giorni della settimana
Oggi vi racconto una delle cose più curiose che ho trovato durante la mia ricerca.
Nel forum Nothing Is real, per un periodo, ha scritto un signore che raccontava la storia di un suo amico giornalista, che si era convinto della sostituzione di Paul McCartney, dopo essere stato presente a strani movimenti nel 1967. Dopo una serie di indagini, aveva concluso che il bassista era stato vittima di un incidente stradale in cui aveva riportato danni cerebrali: lo paragonava a Dustin Hoffman in Rain Man, un autistico. Purtroppo la questione, per il giornalista, era diventata un'ossessione, al punto da non riuscire più a distinguere la realtà dalla fantasia. Così, perse la credibilità e nessuno gli diede più retta.
Beh, detta così è un po' labile. Ovviamente, niente di quanto racconta questo forumer è concretamente verificabile perciò dovremo accontentarci di qualche sprazzo che vada ad incastrarsi con gli indizi che abbiamo già in mano.
Ho più volte spiegato che i Beatles usavano dei codici nelle loro canzoni. Ecco, questo giornalista rivela qualcosa di simile, dicendo che i quattro si erano attribuiti i giorni della settimana come soprannomi. Ancora una volta può sembrare banale e senza implicazioni, ma se andiamo a controllare più attentamente, ci sono alcune canzoni in cui i giorni della settimana sono utilizzati vagamente a sproposito. Valutiamo.
La prima canzone da considerare è Lady Madonna. Per capire quale potrebbe essere il suo significato, vi rimando ad alcuni post scritti qualche mese fa, tanto per fare un ripasso delle puntate precedenti. QUI, QUI, QUI, QUI e QUI potete trovare un interessante approfondimento, se vi va.
Lady Madonna [1968].
A Lady Madonna si fa una colpa di trascurare i bambini "ai suoi piedi", di non preoccuparsi di come sbarcare il lunario, di lasciare che qualcun altro procuri i soldi per l'affitto e di restare a letto ad ascoltare la musica che suona nella sua testa. Nei post citati, abbiamo già detto che non si ha l'impressione che si parli di una persona pigra, ma piuttosto di una persona depressa.
Quello che però ci interessa ora di questa canzone è il riferimento ai giorni della settimana:
"Venerdì notte arriva senza una valigia, Domenica mattina striscia come una suora, il figlio di Martedì ha imparato a legarsi i lacci delle scarpe". "Martedì pomeriggio non finisce mai, Mercoledì mattina i giornali non sono arrivati, Giovedì sera le tue calze avevano bisogno di un rammendo".
Proviamo ad attribuire i soprannomi?
Domenica striscia come una suora. Paul scrisse I'll Follow The Sun. Da sun a Sunday il passo è breve. Ad un certo punto sceglie lo pseudonimo Apollo C. Vermouth, richiamando il Dio del Sole. Per spiegare che Bill segue Paul, nella sua ode, Mr. Apollo (Neil Aspinall) dice che "un figlio di Madre Natura segue il Sole". Ci sono diversi altri collegamenti tra Paul e il sole, ma qui direi che bastano questi.
Quindi, se il sole identifica Paul, direi che nel nostro contesto è proprio la Domenica, che va in giro lenta come una suora, magari per i problemi di cui abbiamo già parlato.
Lunedì probabilmente sarà John, un po' perché è il più vicino alla Domenica e un po' perché il figlio di Lunedì ha imparato a legarsi le scarpe e Julian, nel 1968, ha cinque anni, l'età giusta per imparare a legarsi i lacci delle scarpe.
Martedì non finisce mai. La cosa non ha grande importanza, a mio parere, ma direi che Martedì è Ringo e lo stabiliamo per esclusione. Sul retro della copertina di Sgt. Pepper, George indica con la mano il verso di She is Leaving Home e precisamente quello in cui compare il Mercoledì, perciò direi che Mercoledì è George. E mercoledì i giornali non sono arrivati, forse a significare che, del malessere di Paul e della sostituzione, non ne è stata resa pubblica la notizia.
E Bill? Secondo me Bill è il Venerdì, che arriva di notte, cioè di nascosto, ed è senza valigie perché deve sostituire Paul e dei suoi "abiti" non ha più bisogno.
Giovedì sera le calze di Lady Madonna avevano bisogno di un rammendo. Forse, con questo riferimento, si intende il motivo per cui tutto è stato fatto: consentire a Paul di aggiustare qualcosa. Resta da capire chi si occupa di rammendare la situazione. Da qui direi che Giovedì potrebbe essere George Martin o forse Brian Epstein.
Anche il prossimo post sarà dedicato ai giorni della settimana secondo i Beatles. Indovinate voi: di che canzone parleremo?
Vi aspetto in zona.
Nel forum Nothing Is real, per un periodo, ha scritto un signore che raccontava la storia di un suo amico giornalista, che si era convinto della sostituzione di Paul McCartney, dopo essere stato presente a strani movimenti nel 1967. Dopo una serie di indagini, aveva concluso che il bassista era stato vittima di un incidente stradale in cui aveva riportato danni cerebrali: lo paragonava a Dustin Hoffman in Rain Man, un autistico. Purtroppo la questione, per il giornalista, era diventata un'ossessione, al punto da non riuscire più a distinguere la realtà dalla fantasia. Così, perse la credibilità e nessuno gli diede più retta.
Beh, detta così è un po' labile. Ovviamente, niente di quanto racconta questo forumer è concretamente verificabile perciò dovremo accontentarci di qualche sprazzo che vada ad incastrarsi con gli indizi che abbiamo già in mano.
Ho più volte spiegato che i Beatles usavano dei codici nelle loro canzoni. Ecco, questo giornalista rivela qualcosa di simile, dicendo che i quattro si erano attribuiti i giorni della settimana come soprannomi. Ancora una volta può sembrare banale e senza implicazioni, ma se andiamo a controllare più attentamente, ci sono alcune canzoni in cui i giorni della settimana sono utilizzati vagamente a sproposito. Valutiamo.
La prima canzone da considerare è Lady Madonna. Per capire quale potrebbe essere il suo significato, vi rimando ad alcuni post scritti qualche mese fa, tanto per fare un ripasso delle puntate precedenti. QUI, QUI, QUI, QUI e QUI potete trovare un interessante approfondimento, se vi va.
Lady Madonna [1968].
A Lady Madonna si fa una colpa di trascurare i bambini "ai suoi piedi", di non preoccuparsi di come sbarcare il lunario, di lasciare che qualcun altro procuri i soldi per l'affitto e di restare a letto ad ascoltare la musica che suona nella sua testa. Nei post citati, abbiamo già detto che non si ha l'impressione che si parli di una persona pigra, ma piuttosto di una persona depressa.
Quello che però ci interessa ora di questa canzone è il riferimento ai giorni della settimana:
"Venerdì notte arriva senza una valigia, Domenica mattina striscia come una suora, il figlio di Martedì ha imparato a legarsi i lacci delle scarpe". "Martedì pomeriggio non finisce mai, Mercoledì mattina i giornali non sono arrivati, Giovedì sera le tue calze avevano bisogno di un rammendo".
Proviamo ad attribuire i soprannomi?
Domenica striscia come una suora. Paul scrisse I'll Follow The Sun. Da sun a Sunday il passo è breve. Ad un certo punto sceglie lo pseudonimo Apollo C. Vermouth, richiamando il Dio del Sole. Per spiegare che Bill segue Paul, nella sua ode, Mr. Apollo (Neil Aspinall) dice che "un figlio di Madre Natura segue il Sole". Ci sono diversi altri collegamenti tra Paul e il sole, ma qui direi che bastano questi.
Quindi, se il sole identifica Paul, direi che nel nostro contesto è proprio la Domenica, che va in giro lenta come una suora, magari per i problemi di cui abbiamo già parlato.
Lunedì probabilmente sarà John, un po' perché è il più vicino alla Domenica e un po' perché il figlio di Lunedì ha imparato a legarsi le scarpe e Julian, nel 1968, ha cinque anni, l'età giusta per imparare a legarsi i lacci delle scarpe.
Martedì non finisce mai. La cosa non ha grande importanza, a mio parere, ma direi che Martedì è Ringo e lo stabiliamo per esclusione. Sul retro della copertina di Sgt. Pepper, George indica con la mano il verso di She is Leaving Home e precisamente quello in cui compare il Mercoledì, perciò direi che Mercoledì è George. E mercoledì i giornali non sono arrivati, forse a significare che, del malessere di Paul e della sostituzione, non ne è stata resa pubblica la notizia.
E Bill? Secondo me Bill è il Venerdì, che arriva di notte, cioè di nascosto, ed è senza valigie perché deve sostituire Paul e dei suoi "abiti" non ha più bisogno.
Giovedì sera le calze di Lady Madonna avevano bisogno di un rammendo. Forse, con questo riferimento, si intende il motivo per cui tutto è stato fatto: consentire a Paul di aggiustare qualcosa. Resta da capire chi si occupa di rammendare la situazione. Da qui direi che Giovedì potrebbe essere George Martin o forse Brian Epstein.
Anche il prossimo post sarà dedicato ai giorni della settimana secondo i Beatles. Indovinate voi: di che canzone parleremo?
Vi aspetto in zona.
lunedì 28 ottobre 2013
Queenie eye, Queenie eye, who's got the ball...
Queenie eye, Queenie eye, who's got the ball...
Ma quanto rimane in testa il ritornello di Queenie Eye?
Forse il tanto giusto per chiederci se dietro, in effetti, ci sia qualcosa di più. Dai!! Nessuno se lo è chiesto? Solo io? Non ci credo.
Cominciamo dal video. Bello. Decisamente bello. La sala che si riempie di star senza che McCartney sembri accorgersene, e il dubbio, alla fine, che tutto ciò che è accaduto sia reale oppure no. Lui che suona come se la sala fosse vuota e loro che ballano come se lui non esistesse; ascoltano la musica e basta, qualcuno addirittura dalle cuffie. In tutto ciò, alla fine, il filo conduttore resta sempre la musica. Mi sembra molto delicato come concetto, questo.
Ma tornando a noi, qualcuno ha notato qualcosa di sospetto? Per dire, nell'abbigliamento?
Paul McCartney è vestito normalmente, ma basta qualche secondo per notare che indossa delle orribili ciabatte birkenstock. A parte, davvero, l'opportunità di farsi vedere in giro con delle scarpe simili, c'è qualcos'altro che fa pensare che la cosa non sia casuale.
I piedi vengono inquadrati, senza motivo, nelle agghiaccianti ciabatte, al minuto 0:34 la prima volta, ma che il richiamo sia voluto, lo capiamo nella seconda inquadratura, al minuto 0:44. Qui, infatti, lo scopo è quello di mostrare Johnny Depp che compare all'improvviso ai piedi del pianoforte, eppure, notiamo che l'unico elemento a fuoco nell'inquadratura è proprio il piede di Paul. Certo, si può pensare che sia casuale anche questo, se non ci fosse stata la prima inquadratura e se non ci fosse un'annosa questione sui "piedi scalzi di Paul".
E veniamo all'annosa questione, allora.
Sulla copertina di Abbey Road, come tutti sanno, Paul è scalzo. E' in effetti una stranezza eclatante e così è stata sempre vista: solo una stranezza. Se non fosse che, pochi mesi dopo la pubblicazione di Abbey Road, si diffuse la leggenda PID. Secondo i sostenitori della PID, i quattro Beatles che attraversavano sulle strisce di Abbey Road rappresentavano in realtà un funerale, dove John, vestito di bianco impersonava il ruolo del prete, Ringo, vestito in modo elegante era l'impresario di pompe funebri e George, ultimo nella fila e vestito in jeans, rappresentava il becchino. Paul, invece, era necessariamente il morto, perché era scalzo e, nella cultura orientale, il morto viene seppellito senza scarpe.
Aldilà del fatto di condividere, oppure no, questa teoria, resta che quell'indizio c'è eccome. Ovviamente, a McCartney è stata più volte fatta la fatidica domanda sul perché non avesse le scarpe sulla copertina di Abbey Road.
Una volta rispose che loro, i Beatles, avevano questa abitudine di mettere delle cose strane sui dischi, tanto per vedere se i fans se ne accorgevano.
Un'altra volte disse che, proprio quel giorno, portava un paio di scarpe strette e scomode che gli tagliavano i piedi, così aveva preferito toglierle e camminare scalzo.
Ancora. Un'altra volta raccontò di avere indossato dei sandali perché c'era caldo e per lo stesso motivo di averle levate al momento di fare le fotografie per la copertina, preferendo camminare scalzo sull'asfalto. Che è esattamente la prima cosa che viene in mente a tutti, giusto?
E visto che non ci si fa mancare proprio nulla nulla, bisogna dire che McCartney stesso ha provveduto di tanto in tanto a rinfrescare il sospetto sui piedi scalzi, riproponendo anche in alcuni dischi successivi il richiamo allo stesso indizio. Qualche esempio?
Ma quanto rimane in testa il ritornello di Queenie Eye?
Forse il tanto giusto per chiederci se dietro, in effetti, ci sia qualcosa di più. Dai!! Nessuno se lo è chiesto? Solo io? Non ci credo.
Cominciamo dal video. Bello. Decisamente bello. La sala che si riempie di star senza che McCartney sembri accorgersene, e il dubbio, alla fine, che tutto ciò che è accaduto sia reale oppure no. Lui che suona come se la sala fosse vuota e loro che ballano come se lui non esistesse; ascoltano la musica e basta, qualcuno addirittura dalle cuffie. In tutto ciò, alla fine, il filo conduttore resta sempre la musica. Mi sembra molto delicato come concetto, questo.
Ma tornando a noi, qualcuno ha notato qualcosa di sospetto? Per dire, nell'abbigliamento?
Paul McCartney è vestito normalmente, ma basta qualche secondo per notare che indossa delle orribili ciabatte birkenstock. A parte, davvero, l'opportunità di farsi vedere in giro con delle scarpe simili, c'è qualcos'altro che fa pensare che la cosa non sia casuale.
I piedi vengono inquadrati, senza motivo, nelle agghiaccianti ciabatte, al minuto 0:34 la prima volta, ma che il richiamo sia voluto, lo capiamo nella seconda inquadratura, al minuto 0:44. Qui, infatti, lo scopo è quello di mostrare Johnny Depp che compare all'improvviso ai piedi del pianoforte, eppure, notiamo che l'unico elemento a fuoco nell'inquadratura è proprio il piede di Paul. Certo, si può pensare che sia casuale anche questo, se non ci fosse stata la prima inquadratura e se non ci fosse un'annosa questione sui "piedi scalzi di Paul".
E veniamo all'annosa questione, allora.
Sulla copertina di Abbey Road, come tutti sanno, Paul è scalzo. E' in effetti una stranezza eclatante e così è stata sempre vista: solo una stranezza. Se non fosse che, pochi mesi dopo la pubblicazione di Abbey Road, si diffuse la leggenda PID. Secondo i sostenitori della PID, i quattro Beatles che attraversavano sulle strisce di Abbey Road rappresentavano in realtà un funerale, dove John, vestito di bianco impersonava il ruolo del prete, Ringo, vestito in modo elegante era l'impresario di pompe funebri e George, ultimo nella fila e vestito in jeans, rappresentava il becchino. Paul, invece, era necessariamente il morto, perché era scalzo e, nella cultura orientale, il morto viene seppellito senza scarpe.
Aldilà del fatto di condividere, oppure no, questa teoria, resta che quell'indizio c'è eccome. Ovviamente, a McCartney è stata più volte fatta la fatidica domanda sul perché non avesse le scarpe sulla copertina di Abbey Road.
Una volta rispose che loro, i Beatles, avevano questa abitudine di mettere delle cose strane sui dischi, tanto per vedere se i fans se ne accorgevano.
Un'altra volte disse che, proprio quel giorno, portava un paio di scarpe strette e scomode che gli tagliavano i piedi, così aveva preferito toglierle e camminare scalzo.
Ancora. Un'altra volta raccontò di avere indossato dei sandali perché c'era caldo e per lo stesso motivo di averle levate al momento di fare le fotografie per la copertina, preferendo camminare scalzo sull'asfalto. Che è esattamente la prima cosa che viene in mente a tutti, giusto?
E visto che non ci si fa mancare proprio nulla nulla, bisogna dire che McCartney stesso ha provveduto di tanto in tanto a rinfrescare il sospetto sui piedi scalzi, riproponendo anche in alcuni dischi successivi il richiamo allo stesso indizio. Qualche esempio?
Le copertine di Driving Rain e Off the Ground, io direi che sono abbastanza eloquenti.
Queenie Eye Queenie Eye, who's got the ball...
venerdì 11 ottobre 2013
Il Codice POE
Nell'ultimo post abbiamo visto come Apollo abbia detto che l'intera storia è raccontata nel disco Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band.
Uno dei personaggi più interessanti tra quelli che attorniano i Beatles sulla cover è certamente lo scrittore Edgar Allan Poe. Ci sono vari riferimenti a E. A. Poe nell'opera dei Beatles. Sappiamo che era uno degli idoli di John Lennon e che, ufficialmente, questo è l'unico motivo per cui sia stato inserito nella copertina.
Tuttavia, Apollo C. Vermouth dice altro. Vediamo.
Poe era famoso per i codici e i cifrari contenuti nelle sue opere, arte che poi, a detta di Apollo, sarà ben conosciuta e usata nei lavori dei Beatles.
Poe è nella copertina di Sgt. Pepper, lo abbiamo già detto.
E' menzionato nella canzone I am the Walrus, nel Magical Mistery Tour e il tricheco compare, specchiato, sulla copertina di Sgt. Pepper.
Probabilmente è stato l'ispirazione per la canzone Blackbird, per via del suo racconto intitolato Il corvo.
In Revolution #9 si può sentire la parola Eldorado, che è il titolo di una poesia di E. A. Poe.
Poe ha una curiosa connessione con un altro personaggio della copertina: Terry Southern. Quest'ultimo scrisse il libro "Dottor Stranamore"; nel 1964 venne girato il film dal medesimo titolo e nella trama, il codice usato per disinnescare la bomba era "Purity of Essense" e "Peace on Earth", in entrambi i casi POE.
Il film Dottor Stranamore era diretto da Stanley Kubrick e alcune riprese aeree rimaste inutilizzate in questo film vennero utilizzate durante la canzone Flying nel Magical Mistery Tour. Peraltro, come rimarcato da Apollo, Flying è l'unica canzone accreditata a Lennon, McCartney, Harrison, Starkey. E' l'unica volta in cui il brano è firmato da tutti e quattro i Beatles.
E Apollo chiede, dopo aver spiegato questa connessione, vedete uno schema qui?
Anche voi avete alzato gli occhi al cielo? Se uno schema c'è, non è certo semplice da trovare, ma se Apollo dice che c'è... c'è.
La prima volta che appare Poe è la copertina di Sgt. Pepper, perciò dobbiamo partire da lì. Qui è inserito di certo come esperto di codici e cifrari, poi utilizzati dai Beatles. Da ciò possiamo certamente dedurre che i Beatles, nelle loro canzoni, hanno utilizzato dei codici. E, in tutta onestà, mi risulta difficile credere che tutto si riduca a LSD in Lucy in the Sky with Diamonds.
La connessione con il Dottor Stranamore è molto interessante. POE è il codice per disinnescare la bomba nel film. Qui potrebbe invece indicarci che la soluzione è E. A. Poe, proprio per via dei codici? Mi spiego: è possibile che intendano dirci che per interpretare la copertina c'è un codice, proprio come faceva Poe nelle sue opere? A questo proposito non possiamo non ricordare il racconto Lo scarabeo d'oro, in cui il protagonista cerca un tesoro e lo trova proprio grazie a un codice nascosto in una mappa apparentemente insignificante.
Il richiamo alla poesia Eldorado, fatto in Revolution #9, potrebbe avere ancora l'obiettivo di indirizzare verso gli indizi già mostrati, visto che la poesia parla di un cavaliere che continua, nonostante il tempo che passa, a cercare l'Eldorado.
In quest'ottica, quando Poe torna in ballo, in I am the Walrus, lo scopo sembra quello di puntare indietro verso Pepper. E anche il riferimento a Flying può avere lo stesso senso.
Come mai invece Flying sia firmata da tutti e quattro i Beatles... Beh, qui mi fermo e scendo.
Uno dei personaggi più interessanti tra quelli che attorniano i Beatles sulla cover è certamente lo scrittore Edgar Allan Poe. Ci sono vari riferimenti a E. A. Poe nell'opera dei Beatles. Sappiamo che era uno degli idoli di John Lennon e che, ufficialmente, questo è l'unico motivo per cui sia stato inserito nella copertina.
Tuttavia, Apollo C. Vermouth dice altro. Vediamo.
Poe era famoso per i codici e i cifrari contenuti nelle sue opere, arte che poi, a detta di Apollo, sarà ben conosciuta e usata nei lavori dei Beatles.
Poe è nella copertina di Sgt. Pepper, lo abbiamo già detto.
E' menzionato nella canzone I am the Walrus, nel Magical Mistery Tour e il tricheco compare, specchiato, sulla copertina di Sgt. Pepper.
Probabilmente è stato l'ispirazione per la canzone Blackbird, per via del suo racconto intitolato Il corvo.
In Revolution #9 si può sentire la parola Eldorado, che è il titolo di una poesia di E. A. Poe.
Poe ha una curiosa connessione con un altro personaggio della copertina: Terry Southern. Quest'ultimo scrisse il libro "Dottor Stranamore"; nel 1964 venne girato il film dal medesimo titolo e nella trama, il codice usato per disinnescare la bomba era "Purity of Essense" e "Peace on Earth", in entrambi i casi POE.
Il film Dottor Stranamore era diretto da Stanley Kubrick e alcune riprese aeree rimaste inutilizzate in questo film vennero utilizzate durante la canzone Flying nel Magical Mistery Tour. Peraltro, come rimarcato da Apollo, Flying è l'unica canzone accreditata a Lennon, McCartney, Harrison, Starkey. E' l'unica volta in cui il brano è firmato da tutti e quattro i Beatles.
E Apollo chiede, dopo aver spiegato questa connessione, vedete uno schema qui?
Anche voi avete alzato gli occhi al cielo? Se uno schema c'è, non è certo semplice da trovare, ma se Apollo dice che c'è... c'è.
La prima volta che appare Poe è la copertina di Sgt. Pepper, perciò dobbiamo partire da lì. Qui è inserito di certo come esperto di codici e cifrari, poi utilizzati dai Beatles. Da ciò possiamo certamente dedurre che i Beatles, nelle loro canzoni, hanno utilizzato dei codici. E, in tutta onestà, mi risulta difficile credere che tutto si riduca a LSD in Lucy in the Sky with Diamonds.
La connessione con il Dottor Stranamore è molto interessante. POE è il codice per disinnescare la bomba nel film. Qui potrebbe invece indicarci che la soluzione è E. A. Poe, proprio per via dei codici? Mi spiego: è possibile che intendano dirci che per interpretare la copertina c'è un codice, proprio come faceva Poe nelle sue opere? A questo proposito non possiamo non ricordare il racconto Lo scarabeo d'oro, in cui il protagonista cerca un tesoro e lo trova proprio grazie a un codice nascosto in una mappa apparentemente insignificante.
Il richiamo alla poesia Eldorado, fatto in Revolution #9, potrebbe avere ancora l'obiettivo di indirizzare verso gli indizi già mostrati, visto che la poesia parla di un cavaliere che continua, nonostante il tempo che passa, a cercare l'Eldorado.
In quest'ottica, quando Poe torna in ballo, in I am the Walrus, lo scopo sembra quello di puntare indietro verso Pepper. E anche il riferimento a Flying può avere lo stesso senso.
Come mai invece Flying sia firmata da tutti e quattro i Beatles... Beh, qui mi fermo e scendo.
venerdì 4 ottobre 2013
Tutti gli uomini del Sergente Pepper
Ok, chi non se lo è ancora chiesto ha trenta secondi di tempo per farlo ora. Ventinove, ventotto...
Fatto?
Allora possiamo cominciare.
Sgt. Pepper è, a mia opinione, ciò che segna uno spartiacque tra un prima e un dopo. Un salto da cui, una volta fatto, non si torna più indietro. Da un punto di vista simbolico, è una copertina molto forte: in tanti, ha sempre generato una certa scomodità, come se dietro a tutta quella roba nell'immagine ci dovesse per forza essere un significato nascosto, oscuro. A me, ad esempio, ha sempre inquietato, anche prima di sapere chi fossero i personaggi ritratti.
Quando venne pubblicato il disco, i più pensarono che si trattasse semplicemente di una legittima spinta al cambiamento da parte dei quattro, che fino a poco prima si erano presentati sempre vestiti uguali e in modo piuttosto monotono. Nel periodo precedente al disco poi, ognuno dei Beatles aveva fatto esperienze, musicali e cinematografiche, per conto proprio e ciò era bastato a inquadrare la stranezza come una necessità di distinzione.
Tornando ai personaggi sistemati dietro i Beatles, apparentemente sembrano non avere nulla a che fare gli uni con gli altri. Ad esempio, abbiamo attrici come Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Mae West; abbiamo scrittori come Edgar Allan Poe, William Burroughs, Oscar Wilde, o Lewis Carrol. Ma abbiamo anche il satanista Aleister Crowley e la piccola Shirley Temple. E poi ci sono i personaggi che dovevano comparire e non sono stati inseriti, come Gesù Cristo o Adolf Hitler.
Siete abbastanza confusi? Allora possiamo continuare.
La cosa più logica per capirci qualcosa fu quella di chiedere direttamente ai Beatles una spiegazione e le risposte furono le più disparate.
Lennon disse che avevano scelto tutte quelle persone tra i personaggi cui loro dovevano la loro formazione, i loro miti. Ora, se è facile capire Lennon per aver inserito Poe e Carrol, notoriamente tra i suoi autori preferiti, di certo ci viene un po' in salita immaginare i quattro che "impazziscono" per la piccola orfanella Shirley Temple, ritratta addirittura tre volte sulla copertina.
D'altra parte, McCartney spiegò che la scelta dei personaggi da includere era stata fatta sulla base del suono dei nomi delle persone inserite. Ovviamente nemmeno questa spiegazione soddisfa.
A Mr. Apollo stava molto a cuore che la copertina di Sgt. Pepper venisse interpretata nel modo corretto: spesso l'ha paragonata a un libro di cui nessuno ha letto l'ultimo capitolo. E', a mio parere, un capolavoro ancora incompreso, a prescindere dalla notevole importanza che gli è stata comunque attribuita.
Apollo spiega che la copertina narra ciò che i Beatles stavano vivendo, l'intera storia. Ogni oggetto o personaggio sulla copertina ha un senso. Perfino la posizione di tutti gli elementi ha importanza.
E così, per i singoli personaggi, per capire in che modo c'entrino con la storia che i Beatles vogliono raccontare, è necessario andare a guardare le loro vite, isolare il particolare che li riguarda e metterlo in connessione con gli altri.
Solo??!! Tutto qui??!!
Beh, io non garantisco che ci riusciremo... ma di certo ci proveremo.
By the way, volevo inserire ciò che, secondo me, rispose Bill alla domanda su come avessero scelto chi inserire sulla copertina di Sgt. Pepper. Nel libro di Miles, I Beatles attraverso le loro parole, l'autore riferisce che, a questo proposito, McCartney affermò che ognuno aveva scelto i propri personaggi e che George aveva deciso di inserire alcuni dei suoi compagni di scuola, quelli che gli piacevano di più, intendendo con tutta probabilità i guru indiani Sri Yukteswar Giri, Sri Mahavatar Babaji, Sri Paramahansa Yogananda, Sri Lahiri Mahasaya.
Ancora una volta: ma che dici??!! Come potevano essere compagni di scuola di George dei guru indiani vissuti tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900? E poi, Paul frequentava la stessa scuola di George, se nella classe di George avessero frequentato dei guru indiani morti, lui di certo se ne sarebbe accorto!!!
Va bene, per ora lasciamo così. State in zona!!!
mercoledì 28 agosto 2013
Ma che dici??!!
Eccoci di nuovo.
Da qualche giorno sto rileggendo il libro di Miles "I Beatles attraverso le loro parole". E' la terza volta che lo prendo in mano perché secondo me contiene alcune perle piuttosto importanti per la nostra storia. Incappando in una di queste, ho deciso di scrivere un post su alcune affermazioni inverosimili fatte in diverse occasioni da Paul McCartney. Talmente inverosimili da rendere impossibile credere che le abbia dette davvero lui.
Avevo già affrontato l'argomento delle dichiarazioni dubbie di Bill: ne abbiamo parlato in questo post, avanzando l'ipotesi che, in effetti, in molti casi, soprattutto negli ultimi anni, certe gaffes non siano casuali, ma siano dei tentativi di richiamare l'attenzione e instillare qualche dubbio in chi lo ascolta.
La prima affermazione di cui intendo parlare, invece, non credo sia stata volontaria. Risale al 1969, quando i Beatles si stavano sciogliendo. Miles riferisce del litigio tra Paul McCartney e John Lennon alla riunione, tenutasi alla Apple, alla quale seguì la rottura.
Paul racconta che aveva preso atto della crisi nel gruppo: Ringo Starr aveva lasciato i Beatles durante la preparazione del White Album perché non si divertiva più a suonare con gli altri. George Harrison li aveva lasciati durante la registrazione di Abbey Road, perché non aveva abbastanza potere decisionale nei loro dischi. Entrambi furono convinti a rientrare nel gruppo, ma i malumori non erano finiti. Così -racconta Paul- a lui era venuta un'idea: tornare a fare musica dal vivo. Non per le folle, ma per platee limitate e selezionate, 100 persone al massimo alla volta. Dice:
"Così, un giorno, durante una riunione, parlai agli altri della mia idea e gli chiesi cosa ne pensavano. John disse: -Credo che tu sia pazzo.- Dissi: -Che cosa vuoi dire?- Voglio dire lui è John Lennon e sono un po' spaventato da tutte quelle battute pungenti che si sentono in giro su di lui."
Ma che dici??!! Tu sei Paul McCartney e conosci John Lennon da quando avevi quindici anni!!!! E hai paura per quello che hai sentito dire dalla gente su di lui??!! A meno che..
A meno che tu non sei Paul McCartney, non hai confidenza con Lennon, anzi hai qualcosa che somiglia alla paura e al timore reverenziale e lui ti ha appena trattato a pesci in faccia. Che dite, quadra?
Altro episodio. Ho letto questa dichiarazione sul Web, ma mi sembra che sia una battuta che McCartney ha detto in più di un'occasione. Il buon "Paul" afferma di aver scoperto di essere mancino quando ha imparato a suonare la chitarra.
E grazie. E quando hai imparato a mangiare, a scrivere, a soffiarti il naso, per dire, non hai mai notato di farlo con la mano sbagliata? Per capirlo sei dovuto arrivare a quattordici anni, quando hai notato che le corde della chitarra ti risultavano capovolte? Teniamo poi in considerazione che, a quei tempi, i mancini non erano certo ben considerati e la sinistra era considerata la "mano del diavolo". Tant'è che generalmente costringevano i bambini a usare esclusivamente la mano destra.
E' un altro conto se invece questa frase l'ha detta Bill. Lui ha dovuto imparare a suonare la chitarra da mancino, come Paul, ma prima di allora era destrorso o al più ambidestro. La sua, sarebbe quindi una battuta ironica: "Mi sono accorto di essere mancino quando ho imparato a suonare la chitarra". Chapeau.
Altri due pezzetti di puzzle anche oggi. State in zona per i prossimi...
Da qualche giorno sto rileggendo il libro di Miles "I Beatles attraverso le loro parole". E' la terza volta che lo prendo in mano perché secondo me contiene alcune perle piuttosto importanti per la nostra storia. Incappando in una di queste, ho deciso di scrivere un post su alcune affermazioni inverosimili fatte in diverse occasioni da Paul McCartney. Talmente inverosimili da rendere impossibile credere che le abbia dette davvero lui.
Avevo già affrontato l'argomento delle dichiarazioni dubbie di Bill: ne abbiamo parlato in questo post, avanzando l'ipotesi che, in effetti, in molti casi, soprattutto negli ultimi anni, certe gaffes non siano casuali, ma siano dei tentativi di richiamare l'attenzione e instillare qualche dubbio in chi lo ascolta.
La prima affermazione di cui intendo parlare, invece, non credo sia stata volontaria. Risale al 1969, quando i Beatles si stavano sciogliendo. Miles riferisce del litigio tra Paul McCartney e John Lennon alla riunione, tenutasi alla Apple, alla quale seguì la rottura.
Paul racconta che aveva preso atto della crisi nel gruppo: Ringo Starr aveva lasciato i Beatles durante la preparazione del White Album perché non si divertiva più a suonare con gli altri. George Harrison li aveva lasciati durante la registrazione di Abbey Road, perché non aveva abbastanza potere decisionale nei loro dischi. Entrambi furono convinti a rientrare nel gruppo, ma i malumori non erano finiti. Così -racconta Paul- a lui era venuta un'idea: tornare a fare musica dal vivo. Non per le folle, ma per platee limitate e selezionate, 100 persone al massimo alla volta. Dice:
"Così, un giorno, durante una riunione, parlai agli altri della mia idea e gli chiesi cosa ne pensavano. John disse: -Credo che tu sia pazzo.- Dissi: -Che cosa vuoi dire?- Voglio dire lui è John Lennon e sono un po' spaventato da tutte quelle battute pungenti che si sentono in giro su di lui."
Ma che dici??!! Tu sei Paul McCartney e conosci John Lennon da quando avevi quindici anni!!!! E hai paura per quello che hai sentito dire dalla gente su di lui??!! A meno che..
A meno che tu non sei Paul McCartney, non hai confidenza con Lennon, anzi hai qualcosa che somiglia alla paura e al timore reverenziale e lui ti ha appena trattato a pesci in faccia. Che dite, quadra?
Altro episodio. Ho letto questa dichiarazione sul Web, ma mi sembra che sia una battuta che McCartney ha detto in più di un'occasione. Il buon "Paul" afferma di aver scoperto di essere mancino quando ha imparato a suonare la chitarra.
E grazie. E quando hai imparato a mangiare, a scrivere, a soffiarti il naso, per dire, non hai mai notato di farlo con la mano sbagliata? Per capirlo sei dovuto arrivare a quattordici anni, quando hai notato che le corde della chitarra ti risultavano capovolte? Teniamo poi in considerazione che, a quei tempi, i mancini non erano certo ben considerati e la sinistra era considerata la "mano del diavolo". Tant'è che generalmente costringevano i bambini a usare esclusivamente la mano destra.
E' un altro conto se invece questa frase l'ha detta Bill. Lui ha dovuto imparare a suonare la chitarra da mancino, come Paul, ma prima di allora era destrorso o al più ambidestro. La sua, sarebbe quindi una battuta ironica: "Mi sono accorto di essere mancino quando ho imparato a suonare la chitarra". Chapeau.
Altri due pezzetti di puzzle anche oggi. State in zona per i prossimi...
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domenica 16 giugno 2013
Qualcosa su Bill?
Uno dei lati più interessanti di questa storia è sicuramente quello che riguarda l'identità del sostituto di Paul McCartney.
Mr. Apollo diceva che di sostituti ce ne sono stati diversi, almeno cinque, durante la carriera dei Beatles ma che la genesi dell'intera faccenda è rimasta sulle spalle di un solo "Bill", l'unico sopravvissuto allo scioglimento, quindi la nostra curiosità si concentrerà proprio su di lui, visto che il suo coinvolgimento nella storia è durato ben più di qualche sporadica apparizione.
Parto dal mio punto di vista. Le mie domande erano semplici: Chi è? Come si chiama? Quando è nato? Da dove viene? Cosa faceva prima? Lo conoscevano da tanto o è stato un colpo di fortuna trovarlo al momento del bisogno? Era sposato e aveva figli? Nessuno lo ha cercato? Non ha mai avuto un ripensamento dopo aver accettato di abbandonare la sua vita per prendere i panni di Paul McCartney?
Le domande sono tantissime e di riposte certe, come per tutto ciò che riguarda questa storia, sarà difficile averne in tempi brevi. O forse ne avremo qualcuna alla morte dei protagonisti, ma io non ho fretta e auguro lunga vita a tutti quanti. Meglio continuare a speculare sperando che qualcuno, prima o poi decida che si può spiegare qualcosa in più e far venir meno qualche contraddizione. Tanto per levarci la soddisfazione. Nel frattempo possiamo continuare a ragionare, speculare, sospettare e fare qualche volo pindarico. Chissà che tra un tentativo e un altro non si giunga abbastanza vicini alla verità. Progetto ambizioso, la verità.
Tornando a William Campbell, Bill, abbiamo parlato del suo nome qui, qui, qui e qui. Si, ok, forse mi sono dilungata un po' sull'argomento, ma tanto... chi ha fretta? Abbiamo comunque visto come ci sono forti probabilità che il suo nome sia William.
Oggi invece parleremo della sua data di nascita. Impossibile? Proviamo.
Durante un'intervista dei tempi dei Beatles, Bill afferma di considerare George Harrison come un suo fratello minore, perché lui è più grande di George di un anno e mezzo. Harrison allora lo corregge, dicendo che ha solo otto mesi in più, non un anno e mezzo. Infatti, George è nato a Febbraio del 1943 e Paul a Giugno del 1942.
E se non fosse un errore, quello di Bill? Se lui fosse di un anno e mezzo più grande di George, dovrebbe essere nato a Luglio o Agosto del 1941.
Tra le indicazioni di Mr. Apollo, una particolarmente fruttuosa è quella che suggerisce di controllare la presenza di indizi nelle canzoni di chi ha collaborato con i Beatles in qualche progetto "fuori dall'ovvio". Tra questi, cita i Bonzo Dog Doo Dah Band, i Badfinger, Klaatu, The Rutles e altri artisti della Apple. Aggiunge che la lista è lunga...
Nel 1974, Bill scrive una canzone che sarà incisa da John Cristie, intitolata 4th Of July, 4 Luglio, se ce ne fosse bisogno. Nella canzone, Bill dice che gli amici gli ricordano che è la sua festa. Da qui, la deduzione che la sua data di nascita potrebbe essere il 4 Luglio 1941.
Ora, prendiamo questa data e facciamo un altro rapido calcolo. Ricordate la copertina di Abbey Road? Va bene, domanda stupida. Ecco, una parte della targa della Volkswagen è 28 IF e per la PID starebbe a indicare che Paul avrebbe 28 anni, alla data di uscita del disco, se fosse ancora vivo. Salvo poi che, in effetti, Paul ne avrebbe 27, visto che il disco risale al settembre del 1969. A questo punto, è stata avanzata l'ipotesi che in alcune culture orientali si calcoli l'età dal concepimento e così tornano i conti. A me però sembra un po' troppo macchinoso, generico e opportunista.
Invece, se Bill fosse nato il 4 Luglio 1941, a Settembre del 1969 avrebbe proprio 28 anni, perciò il riferimento sulla targa, il 28 IF, potrebbe essere riferito a lui. Specie se supponiamo che sia stata inscenata la sua morte per fargli assumere l'identità di Paul. E anche se consideriamo che la Volkswagen nella copertina di Abbey Road identifica proprio Bill, ma questa la rinviamo ad un'altra puntata.
State in zona...
Mr. Apollo diceva che di sostituti ce ne sono stati diversi, almeno cinque, durante la carriera dei Beatles ma che la genesi dell'intera faccenda è rimasta sulle spalle di un solo "Bill", l'unico sopravvissuto allo scioglimento, quindi la nostra curiosità si concentrerà proprio su di lui, visto che il suo coinvolgimento nella storia è durato ben più di qualche sporadica apparizione.
Parto dal mio punto di vista. Le mie domande erano semplici: Chi è? Come si chiama? Quando è nato? Da dove viene? Cosa faceva prima? Lo conoscevano da tanto o è stato un colpo di fortuna trovarlo al momento del bisogno? Era sposato e aveva figli? Nessuno lo ha cercato? Non ha mai avuto un ripensamento dopo aver accettato di abbandonare la sua vita per prendere i panni di Paul McCartney?
Le domande sono tantissime e di riposte certe, come per tutto ciò che riguarda questa storia, sarà difficile averne in tempi brevi. O forse ne avremo qualcuna alla morte dei protagonisti, ma io non ho fretta e auguro lunga vita a tutti quanti. Meglio continuare a speculare sperando che qualcuno, prima o poi decida che si può spiegare qualcosa in più e far venir meno qualche contraddizione. Tanto per levarci la soddisfazione. Nel frattempo possiamo continuare a ragionare, speculare, sospettare e fare qualche volo pindarico. Chissà che tra un tentativo e un altro non si giunga abbastanza vicini alla verità. Progetto ambizioso, la verità.
Tornando a William Campbell, Bill, abbiamo parlato del suo nome qui, qui, qui e qui. Si, ok, forse mi sono dilungata un po' sull'argomento, ma tanto... chi ha fretta? Abbiamo comunque visto come ci sono forti probabilità che il suo nome sia William.
Oggi invece parleremo della sua data di nascita. Impossibile? Proviamo.
Durante un'intervista dei tempi dei Beatles, Bill afferma di considerare George Harrison come un suo fratello minore, perché lui è più grande di George di un anno e mezzo. Harrison allora lo corregge, dicendo che ha solo otto mesi in più, non un anno e mezzo. Infatti, George è nato a Febbraio del 1943 e Paul a Giugno del 1942.
E se non fosse un errore, quello di Bill? Se lui fosse di un anno e mezzo più grande di George, dovrebbe essere nato a Luglio o Agosto del 1941.
Tra le indicazioni di Mr. Apollo, una particolarmente fruttuosa è quella che suggerisce di controllare la presenza di indizi nelle canzoni di chi ha collaborato con i Beatles in qualche progetto "fuori dall'ovvio". Tra questi, cita i Bonzo Dog Doo Dah Band, i Badfinger, Klaatu, The Rutles e altri artisti della Apple. Aggiunge che la lista è lunga...
Nel 1974, Bill scrive una canzone che sarà incisa da John Cristie, intitolata 4th Of July, 4 Luglio, se ce ne fosse bisogno. Nella canzone, Bill dice che gli amici gli ricordano che è la sua festa. Da qui, la deduzione che la sua data di nascita potrebbe essere il 4 Luglio 1941.
Ora, prendiamo questa data e facciamo un altro rapido calcolo. Ricordate la copertina di Abbey Road? Va bene, domanda stupida. Ecco, una parte della targa della Volkswagen è 28 IF e per la PID starebbe a indicare che Paul avrebbe 28 anni, alla data di uscita del disco, se fosse ancora vivo. Salvo poi che, in effetti, Paul ne avrebbe 27, visto che il disco risale al settembre del 1969. A questo punto, è stata avanzata l'ipotesi che in alcune culture orientali si calcoli l'età dal concepimento e così tornano i conti. A me però sembra un po' troppo macchinoso, generico e opportunista.
Invece, se Bill fosse nato il 4 Luglio 1941, a Settembre del 1969 avrebbe proprio 28 anni, perciò il riferimento sulla targa, il 28 IF, potrebbe essere riferito a lui. Specie se supponiamo che sia stata inscenata la sua morte per fargli assumere l'identità di Paul. E anche se consideriamo che la Volkswagen nella copertina di Abbey Road identifica proprio Bill, ma questa la rinviamo ad un'altra puntata.
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martedì 28 maggio 2013
La PID e Glass Onion
E' ora?
Di cosa?
Beh, di affrontare un nodo cruciale di tutta la teoria PID, o addirittura di tutta la storia dei Beatles. A questo punto, dovreste quantomeno chiedervi a cosa mi riferisco. A Glass Onion!!! Ok, era facile: c'è anche nel titolo!!
Glass Onion è come quei pezzi di puzzle di un paesaggio che segnano il confine tra la montagna e il cielo: avremo un sacco di sfumature e di colori diversi che aiutano a passare da un oggetto a un altro. Ecco, questa canzone ha la stessa funzione: segna un legame tra i vari lati di questa storia.
Partiamo come al solito dalla PID: la teoria ritiene che glass onion, in italiano "cipolla di vetro", fosse il modello di una bara, un tipo che contemplava la presenza di un oblò destinato a permettere di monitorare il morto. Sarò banale, ma non troverei né utile, né attraente l'idea di dare ogni tanto una controllatina allo stato di decomposizione di una salma.
A rigore, quindi, la teoria sostiene che sia la bara scelta per il povero Paul McCartney da chi ha provveduto alle esequie. Imbarazzante, vero? Questo è uno dei lati più pittoreschi della teoria PID, ma la canzone invece è importante, eccome.
Glass Onion [1968, Cipolla di vetro].
"...Ti ho parlato del tricheco e me, sai che non potremmo essere più vicini di così. Bene, qui c'è un altro indizio per tutti voi: il tricheco era Paul..."
Glass Onion dà una serie di indizi, da Strawberry Fields a I'm The Walrus, da The Fool on the Hill a Lady Madonna. Li vedremo tutti, giuro. Ma qui è importante un altro aspetto, che all'inizio della mia ricerca mi è sembrato particolarmente inquietante. La PID esplode nell'Ottobre del '69 e Lennon, nel '68, ci dice che ha un ALTRO indizio per noi. E' un'ammissione esplicita che di indizi ne ha lasciati altri!!! E lo fa in tempi non sospetti, quando nessuno nemmeno immagina che un anno dopo sarebbe stato fondamentale cercarli, quegli indizi...
Escludendo a priori l'ipotesi che Lennon avesse doti di preveggenza, io direi che è più probabile che tutta questa faccenda fosse orchestrata a dovere.
Ricominciamo. Lennon non ci dice che gli indizi riguardano la morte di Paul, ma parla genericamente di indizi. Proviamo a ricostruirli? Partiamo dai primi versi della canzone.
Di cosa?
Beh, di affrontare un nodo cruciale di tutta la teoria PID, o addirittura di tutta la storia dei Beatles. A questo punto, dovreste quantomeno chiedervi a cosa mi riferisco. A Glass Onion!!! Ok, era facile: c'è anche nel titolo!!
Glass Onion è come quei pezzi di puzzle di un paesaggio che segnano il confine tra la montagna e il cielo: avremo un sacco di sfumature e di colori diversi che aiutano a passare da un oggetto a un altro. Ecco, questa canzone ha la stessa funzione: segna un legame tra i vari lati di questa storia.
Partiamo come al solito dalla PID: la teoria ritiene che glass onion, in italiano "cipolla di vetro", fosse il modello di una bara, un tipo che contemplava la presenza di un oblò destinato a permettere di monitorare il morto. Sarò banale, ma non troverei né utile, né attraente l'idea di dare ogni tanto una controllatina allo stato di decomposizione di una salma.
A rigore, quindi, la teoria sostiene che sia la bara scelta per il povero Paul McCartney da chi ha provveduto alle esequie. Imbarazzante, vero? Questo è uno dei lati più pittoreschi della teoria PID, ma la canzone invece è importante, eccome.
Glass Onion [1968, Cipolla di vetro].
"...Ti ho parlato del tricheco e me, sai che non potremmo essere più vicini di così. Bene, qui c'è un altro indizio per tutti voi: il tricheco era Paul..."
Glass Onion dà una serie di indizi, da Strawberry Fields a I'm The Walrus, da The Fool on the Hill a Lady Madonna. Li vedremo tutti, giuro. Ma qui è importante un altro aspetto, che all'inizio della mia ricerca mi è sembrato particolarmente inquietante. La PID esplode nell'Ottobre del '69 e Lennon, nel '68, ci dice che ha un ALTRO indizio per noi. E' un'ammissione esplicita che di indizi ne ha lasciati altri!!! E lo fa in tempi non sospetti, quando nessuno nemmeno immagina che un anno dopo sarebbe stato fondamentale cercarli, quegli indizi...
Escludendo a priori l'ipotesi che Lennon avesse doti di preveggenza, io direi che è più probabile che tutta questa faccenda fosse orchestrata a dovere.
Ricominciamo. Lennon non ci dice che gli indizi riguardano la morte di Paul, ma parla genericamente di indizi. Proviamo a ricostruirli? Partiamo dai primi versi della canzone.
"Ti ho detto di Strawberry Fields, il posto in cui nulla è reale, qui c'è un altro posto in cui andare, dove tutto scorre".
Strawberry Fields Forever è stata scritta dal solo Lennon nell'autunno del '66 e qui sul blog abbiamo più volte detto che Paul decide di allontanarsi dal gruppo proprio in quel periodo, tant'è che nell'intervista che compare nell'Anthology, risalente al Dicembre dello stesso anno, compare Bill per la prima volta.
SFF è sicuramente criptica:
"E' facile vivere con gli occhi chiusi, fraintendendo tutto ciò che vedi... Niente è reale e niente per cui stare in attesa".
Il riferimento al vivere con gli occhi chiusi lo terrei d'acconto, a futura memoria, mentre l'altro verso è quello che si lega a Glass Onion, ovviamente. Nella canzone, Lennon sembra confuso: niente è reale e non c'è niente per cui stare in attesa. Paul non sta bene e decide di andare via, tutto fino ad allora aveva funzionato per l'alchimia tra i due, la confusione sarebbe pienamente giustificata.
Glass Onion ci dice che l'altro posto in cui andare è dove tutto scorre, e cioè Within You Without You.
"Stavamo parlando dello spazio tra noi e della gente che si nasconde dietro un muro di illusioni... E la vita fluisce dentro di te e fuori di te... Loro non sanno, non possono vedere, tu sei uno di loro?"
Come in SFF, questa canzone fa riferimento alla gente che fraintende, vittima di illusioni, e anche qui si dice che gli altri non possono vedere. Un caso?
Within You Without You è una canzone di George Harrison, ricompresa nel disco Sgt. Pepper and the Lonely Hearts Club band, quindi siamo a metà del '67. E' passato un po' di tempo, il peggio è passato, Paul è stato sostituito e "la vita fluisce".
Fine della prima tappa di questo nuovo viaggio tra le canzoni dei Beatles. Vi aspetto per la prossima puntata?
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domenica 3 marzo 2013
PID: gli indizi su Sgt. Pepper (1)
Torniamo agli indizi PID?
Puntate precedenti: il primo dato importante da affrontare riguardava le differenze fisiche tra Paul McCartney e il suo sostituto, Willie Campbell. Nel primo post dedicato, abbiamo visto le differenze nel viso e nel cranio, nel secondo, abbiamo affrontato la questione dell'altezza dei due e nel terzo, qualora ce ne fosse stato bisogno, abbiamo confermato le nostre conclusioni, mostrando la differenza tra i piedi di Paul e quelli di Bill.
E' arrivato ora il momento di dedicare la nostra attenzione a un'altro genere di indizi. Nella telefonata del 1969, il fantomatico Tom, o Fred, fate voi, rivela che i Beatles nei tre anni successivi alla morte del povero Paul, quindi dal 1966, avevano lasciato nei loro dischi degli indizi sulla morte del loro amico, in modo che i fan si abituassero un po' per volta alla notizia. E rivela che i primi indizi sono stati lasciati nel disco Sgt. Pepper and the Lonely Hearts Club Band.
La copertina di Sgt. Pepper odora di capolavoro solo a guardarla, ma per ora ci concentriamo solo sugli indizi PID. Vediamoli.
I quattro Beatles posano, vestiti con divise variopinte, davanti a una tomba con la scritta Beatles, composta da fiori rossi.
Vero.
Paul è visibilmente più alto del solito, sempre rapportato agli altri elementi del gruppo.
Vero.
Intorno ai Beatles c'è un assortimento di personaggi, non legati tra loro da alcun apparente motivo. Ciò che li legherebbe, secondo la PID, sarebbe il fatto di essere morti o di aver parlato della morte nelle loro opere.
Su queste basi, lì dietro potrebbe esserci chiunque.
Ognuno di loro impugna uno strumento a fiato. Quelli di John, George e Ringo sono dorati, mentre quello di Paul è nero, colore del lutto.
Vero, ma in senso diverso. John, George e Ringo impugnano tre strumenti a fiato dorati: un flauto, una tromba e un corno francese, mentre il quarto, il corno inglese di Bill, è nero. E' come se, metaforicamente, gli strumenti dorati formino un tutto, una famiglia.
Guardando bene la copertina, possiamo notare come il quarto strumento dorato, un tuba, lo troviamo per terra, poco più in là, davanti alla statua di cera di Ringo. Come se un componente della famiglia si fosse allontanato e al suo posto ce ne fosse un'altro, diverso.
Forse lo strumento nero significa allora che tra loro c'è qualcuno che non appartiene alla stessa "famiglia".
Le statue di cera che riproducono i Beatles, sulla sinistra della copertina, sembrano composte davanti alla tomba; Paul ha una mano sulla spalla di Ringo, che appare affranto, come a volerlo consolare della sua morte.
Vero. Ma potrebbe anche essere dispiaciuto per l'allontanamento del suo amico.
Gli indizi sono troppi per analizzarli tutti in una volta perciò, se vi va, state in zona fino alla prossima puntata.
Keep calm and carry on...
Puntate precedenti: il primo dato importante da affrontare riguardava le differenze fisiche tra Paul McCartney e il suo sostituto, Willie Campbell. Nel primo post dedicato, abbiamo visto le differenze nel viso e nel cranio, nel secondo, abbiamo affrontato la questione dell'altezza dei due e nel terzo, qualora ce ne fosse stato bisogno, abbiamo confermato le nostre conclusioni, mostrando la differenza tra i piedi di Paul e quelli di Bill.
E' arrivato ora il momento di dedicare la nostra attenzione a un'altro genere di indizi. Nella telefonata del 1969, il fantomatico Tom, o Fred, fate voi, rivela che i Beatles nei tre anni successivi alla morte del povero Paul, quindi dal 1966, avevano lasciato nei loro dischi degli indizi sulla morte del loro amico, in modo che i fan si abituassero un po' per volta alla notizia. E rivela che i primi indizi sono stati lasciati nel disco Sgt. Pepper and the Lonely Hearts Club Band.
La copertina di Sgt. Pepper odora di capolavoro solo a guardarla, ma per ora ci concentriamo solo sugli indizi PID. Vediamoli.
I quattro Beatles posano, vestiti con divise variopinte, davanti a una tomba con la scritta Beatles, composta da fiori rossi.
Vero.
Paul è visibilmente più alto del solito, sempre rapportato agli altri elementi del gruppo.
Vero.
Intorno ai Beatles c'è un assortimento di personaggi, non legati tra loro da alcun apparente motivo. Ciò che li legherebbe, secondo la PID, sarebbe il fatto di essere morti o di aver parlato della morte nelle loro opere.
Su queste basi, lì dietro potrebbe esserci chiunque.
Ognuno di loro impugna uno strumento a fiato. Quelli di John, George e Ringo sono dorati, mentre quello di Paul è nero, colore del lutto.
Vero, ma in senso diverso. John, George e Ringo impugnano tre strumenti a fiato dorati: un flauto, una tromba e un corno francese, mentre il quarto, il corno inglese di Bill, è nero. E' come se, metaforicamente, gli strumenti dorati formino un tutto, una famiglia.
Guardando bene la copertina, possiamo notare come il quarto strumento dorato, un tuba, lo troviamo per terra, poco più in là, davanti alla statua di cera di Ringo. Come se un componente della famiglia si fosse allontanato e al suo posto ce ne fosse un'altro, diverso.
Forse lo strumento nero significa allora che tra loro c'è qualcuno che non appartiene alla stessa "famiglia".
Le statue di cera che riproducono i Beatles, sulla sinistra della copertina, sembrano composte davanti alla tomba; Paul ha una mano sulla spalla di Ringo, che appare affranto, come a volerlo consolare della sua morte.
Vero. Ma potrebbe anche essere dispiaciuto per l'allontanamento del suo amico.
Gli indizi sono troppi per analizzarli tutti in una volta perciò, se vi va, state in zona fino alla prossima puntata.
Keep calm and carry on...
sabato 23 febbraio 2013
Mr. Apollo: cercando gli abiti dell'imperatore
Il mio libro si intitola "Seguendo Mr. Apollo". Visto che so benissimo che nessuno segue chi non conosce, qui ho spiegato chi era Apollo.
Riassumiamo per chi ha perso le puntate precedenti: Neil Aspinall, collaboratore dei Beatles dagli albori della carriera e dirigente della Apple fino alla pensione, sui forum The King is Naked e Nothing is Real, ha raccontato per indizi la storia della sostituzione di Paul McCartney.
Nei suoi post ha utilizzato lo pseudonimo Apollo C. Vermouth, lo stesso usato da Paul McCartney per produrre il disco dei Bonzo Dog Doo-Dah Band, I'm The Urban Spaceman, nel 1968.
Apollo lascia tanti indizi ma quello che per primo ha attirato la mia attenzione è stato questo:
Questa poesia in inglese ha tutto un'altro fascino, mi rendo conto. Quando l'ho letta per la prima volta, devo dire che non ho capito molto. Ok, che non ho capito nulla. Ma il riferimento agli abiti dell'imperatore era davvero molto intrigante.
Proviamo a mettere ordine?
I quattro ragazzi ovviamente saranno i Beatles. Gli altri tre saranno quelli che hanno sostituito Paul in quegli anni: Apollo afferma che diverse persone hanno prestato la loro voce o immagine per sostituirlo. Noi li conosciamo per due perché, chi ritiene che Paul sia stato rimpiazzato, prende in considerazione solo Paul e Bill.
Prima che la band fosse in fuga, un figlio di madre natura seguì il sole. Qui ci sono riferimenti a ben tre canzoni.
La prima è Band on the Run (Banda in Fuga) e ci dà una indicazione di tempo: prima che Paul cominciasse a suonare da solo.
La seconda è Mother Nature's Son (Figlio di Madre Natura), la canzone scritta da Bill nel 1968, quando i Beatles si ritirarono in India per fare meditazione.
Il terzo riferimento è a Follow The Sun (Seguo il sole), la canzone di Paul McCartney del 1964. Quindi mentre i Beatles erano ancora uniti, Bill seguì Paul.
E presto i quattro divennero tre: Paul lascia i Beatles e viene sostituito da Bill.
La lista di indizi da vedere e la storia raccontata in fini dettagli per mettere i pazzi sul binario, si riferisce al fatto che i Beatles VOLEVANO che la storia venisse conosciuta da tutti e l'hanno raccontata nei loro dischi, anche se poi nessuno li ha capiti.
I pazzi sono, con tutta probabilità, quelli citati da Lennon in How do You Sleep? (come fai a dormire?). In questa canzone, ufficialmente contro McCartney, John Lennon dice: "avevano ragione quei pazzi che dicevano che eri morto", facendo riferimento, con ciò, ai fan invasati per la PID.
Una moneta: Penny Lane. Una pecora: il primo nome attribuito al sostituto è stato Billy Shepherd (pastore). Un figlio privilegiato: implica che ci sia un figlio che non è privilegiato.
Le storie raccontate in fiumi di cenere e urne d'oro: nel frattempo due di loro sono morti, John Lennon e George Harrison.
Un colpo finale per tutti quelli che rifiutano di vedere gli abiti dell'imperatore: la storia è sempre stata sotto gli occhi di tutti e un occhio attento poteva accorgersi in qualsiasi momento di ciò che stava succedendo, ma nessuno prima di Apollo si è preso la briga di dire che l'imperatore è nudo.
Well well well... direi che la storia comincia a farsi davvero interessante...
Riassumiamo per chi ha perso le puntate precedenti: Neil Aspinall, collaboratore dei Beatles dagli albori della carriera e dirigente della Apple fino alla pensione, sui forum The King is Naked e Nothing is Real, ha raccontato per indizi la storia della sostituzione di Paul McCartney.
Nei suoi post ha utilizzato lo pseudonimo Apollo C. Vermouth, lo stesso usato da Paul McCartney per produrre il disco dei Bonzo Dog Doo-Dah Band, I'm The Urban Spaceman, nel 1968.
Apollo lascia tanti indizi ma quello che per primo ha attirato la mia attenzione è stato questo:
"Molto tempo fa vivevano quattro ragazzi, sono sicuro che li conosciate. Gli altri tre, li conoscete come due. Mi conoscerai meglio attraverso questo. Prima che la band fosse in fuga, un figlio di madre natura seguì il sole. E presto i quattro divennero tre. Una lista di indizi da vedere per loro. Una storia raccontata in fini dettagli, per portare i pazzi sul binario. Una moneta, una pecora, un figlio privilegiato, erano benvenuti ospiti quando i giorni erano fatti. Adesso quei giorni sono andati, le storie raccontate in fiumi di cenere e urne d'oro. Un colpo finale per tutti quelli che si rifiutano di vedere gli abiti dell'imperatore."
Questa poesia in inglese ha tutto un'altro fascino, mi rendo conto. Quando l'ho letta per la prima volta, devo dire che non ho capito molto. Ok, che non ho capito nulla. Ma il riferimento agli abiti dell'imperatore era davvero molto intrigante.
Proviamo a mettere ordine?
I quattro ragazzi ovviamente saranno i Beatles. Gli altri tre saranno quelli che hanno sostituito Paul in quegli anni: Apollo afferma che diverse persone hanno prestato la loro voce o immagine per sostituirlo. Noi li conosciamo per due perché, chi ritiene che Paul sia stato rimpiazzato, prende in considerazione solo Paul e Bill.
Prima che la band fosse in fuga, un figlio di madre natura seguì il sole. Qui ci sono riferimenti a ben tre canzoni.
La prima è Band on the Run (Banda in Fuga) e ci dà una indicazione di tempo: prima che Paul cominciasse a suonare da solo.
La seconda è Mother Nature's Son (Figlio di Madre Natura), la canzone scritta da Bill nel 1968, quando i Beatles si ritirarono in India per fare meditazione.
Il terzo riferimento è a Follow The Sun (Seguo il sole), la canzone di Paul McCartney del 1964. Quindi mentre i Beatles erano ancora uniti, Bill seguì Paul.
E presto i quattro divennero tre: Paul lascia i Beatles e viene sostituito da Bill.
La lista di indizi da vedere e la storia raccontata in fini dettagli per mettere i pazzi sul binario, si riferisce al fatto che i Beatles VOLEVANO che la storia venisse conosciuta da tutti e l'hanno raccontata nei loro dischi, anche se poi nessuno li ha capiti.
I pazzi sono, con tutta probabilità, quelli citati da Lennon in How do You Sleep? (come fai a dormire?). In questa canzone, ufficialmente contro McCartney, John Lennon dice: "avevano ragione quei pazzi che dicevano che eri morto", facendo riferimento, con ciò, ai fan invasati per la PID.
Una moneta: Penny Lane. Una pecora: il primo nome attribuito al sostituto è stato Billy Shepherd (pastore). Un figlio privilegiato: implica che ci sia un figlio che non è privilegiato.
Le storie raccontate in fiumi di cenere e urne d'oro: nel frattempo due di loro sono morti, John Lennon e George Harrison.
Un colpo finale per tutti quelli che rifiutano di vedere gli abiti dell'imperatore: la storia è sempre stata sotto gli occhi di tutti e un occhio attento poteva accorgersi in qualsiasi momento di ciò che stava succedendo, ma nessuno prima di Apollo si è preso la briga di dire che l'imperatore è nudo.
Well well well... direi che la storia comincia a farsi davvero interessante...
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lunedì 18 febbraio 2013
PID: alti e bassi
In questo post, abbiamo visto come ci si possa facilmente rendere conto delle differenze fisiche tra Paul McCartney e il suo sostituto, Bill Campbell.
Qui restiamo ancora sul dato fisico e puntiamo l'attenzione su un altro particolare rilevante: l'altezza. Nell'impossibilità, o meglio, nell'improbabilità di vederli insieme, possiamo verificare l'altezza dei due con riferimento alle persone che di volta in volta hanno accanto.
Qui restiamo ancora sul dato fisico e puntiamo l'attenzione su un altro particolare rilevante: l'altezza. Nell'impossibilità, o meglio, nell'improbabilità di vederli insieme, possiamo verificare l'altezza dei due con riferimento alle persone che di volta in volta hanno accanto.
Nella seconda immagine, possiamo vedere come Paul abbia la stessa altezza di John e George e sia più alto di Ringo. Nella prima immagine vediamo che è più massiccio di tutti e tre. Perplessi? Anche io. Vediamone altre.
Sulla sinistra possiamo notare come Paul sia più alto di Ringo, ma decisamente meno del "Paul" che vediamo nell'immagine a destra.
Due quadretti di famiglia, stavolta: a destra vediamo che Paul è più alto di suo padre, Jim McCartney, ma non quanto Bill, ritratto nella prima fotografia. Se cominciamo a farci l'occhio, possiamo notare come nella seconda foto, Paul abbia il cranio più schiacciato e la faccia più tonda. A sinistra, Bill ha la testa, il viso e il mento più lunghi.
Ultimo confronto. Qui si inaugura la serie delle fidanzate distratte. Ricordiamo che nel 1966, data in cui si fissa la prematura dipartita di Paul, questi era fidanzato da qualche anno con Jane Asher, promettente attrice inglese. Come possiamo vedere a destra, Paul e Jane hanno più o meno la stessa altezza. La fotografia a sinistra, invece, ritrae una Jane molto più bassa, o un Paul molto più alto. O Bill, forse. Anche qui possiamo notare come sia diversa la forma del cranio dei due.
Per Jane ci potrebbe essere un'obiezione: e se avesse i tacchi? Non so, a me non sembra nello stile dell'attrice e comunque, per colmare la differenza di altezza, Jane dovrebbe indossarne uno davvero vertiginoso.
Io direi che l'evidenza fisica comincia a diventare davvero convincente...
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