martedì 29 aprile 2014

Il Codice LOVE

Eccomi!! Eh si, avrete certamente sentito la mia mancanza. Ma ora rimediamo.

Negli ultimi post abbiamo parlato di un personaggio di questa storia a me tanto simpatico: Sir George Martin. Nel primo post sull'argomento, abbiamo parlato del ruolo di Sir George nell'intera dinamica del gruppo e del suo peso nello svolgersi degli eventi. Nel secondo, invece, è stato analizzato lo stemma araldico scelto dal produttore quando fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico.

Oggi aggiungiamo ancora qualche tessera.

Nel 2006, George Martin pubblica una raccolta dei successi dei Beatles che si intitola LOVE. Il disco comprende varie canzoni rielaborate inserendo, al loro interno, stralci di altri pezzi. Un esempio: Strawberry Fields Forever include la sessione dell'orchestra di Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band, l'assolo di piano di In My Life, la tromba di Penny Lane, il violoncello e il clavicembalo di Piggies e il finale di Hello Goodbye. Insomma, un lavoretto semplice semplice. Ovviamente il risultato è straordinario e il disco, bellissimo.

Quando l'album venne pubblicato, George Martin disse che nel disco era nascosto un Codice e invitava i fan a interpretarlo. Qualora poi, disse, non vi fossero riusciti, dovevano chiedere spiegazioni a Paul McCartney perché lui, sicuramente, sapeva di cosa si stava parlando.

Partiamo dalla copertina: se posizioniamo uno specchietto a metà della scritta LOVE, indovinate cosa viene?


Si, viene proprio Code, Codice. Io direi che merita proprio qualche approfondimento.

Altra cosa. Non siete curiosi di sapere a beneficio di chi è stato fatto questo disco? 
Bill ci da una risposta nella sua canzone Feet in The Clouds, pubblicata nel disco Memory Almost Full. Apollo punta varie volte a Memory Almost Full e al fatto che si possono trovare, al suo interno, parecchi indizi. Questo disco, peraltro, è di appena un anno successivo al disco Love.

In Feet in The Clouds, Bill sostiene che l'amore (Love, se ce ne fosse bisogno) è favoloso e che è una pugnalata al cuore, che è il suo tesoro nascosto, fatto su misura per lui.
Per tutta la carriera "McCartney" ha considerato l'amore come il più alto dei sentimenti e non si riferirebbe ad esso come a una pugnalata al cuore. Potrebbe invece (Bill) riferirsi al disco di cui parliamo, come una pugnalata al cuore dell'intera faccenda, il suo tesoro nascosto, fatto per compiacerlo e aiutarlo. 

Ovviamente, se riuscissimo a interpretarlo...

giovedì 10 aprile 2014

Sir George e le connessioni araldiche

Bene bene bene...

Che ne dite di continuare a parlare del "quinto Beatles", Sir George Martin, produttore e arrangiatore dei Beatles?

Nel post che ho citato ho avanzato un quesito particolare: cosa sarebbe successo se George Martin si fosse messo dalla parte del nuovo arrivato e avesse deciso di tenerlo sotto la sua protezione?

Beh, oggi vediamo una serie di indizi molto particolari, seminati dal caro Sir George, forse per farci capire qualcosa di questa storia. Esamineremo con un  po' di curiosità e attenzione, spero, il simbolo araldico che George Martin scelse nel 1996, quando fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico.

Lo stemma araldico è questo. Cominciamo?

1. I tre scarafaggi. Rappresentano, con un certo grado di ovvietà, i Beatles. Ma altrettanto ovviamente, non sfuggirà che qui i quattro Beatles sono solo tre. Di questi, uno è più grande e potremmo dedurre che indichi Lennon, visto che la sua superiorità artistica non è mai stata messa in discussione. Gli altri due, in buona aprossimazione, io direi che sono George e Ringo. Siccome non è stato possibile un rientro di Paul tra le fila della band, possiamo ipotizzare che il Beatles mancante sia lui: Paul non è più un Beatles e Bill non lo è mai stato.

2. Il pentagramma. Identifica l'ambito di competenza di Sir George. Ma sotto e sopra il rigo musicale, c'è uno strano motivo, simile agli incastri di un puzzle, quasi a voler segnalare un enigma da risolvere.

3. L'uccellino. In cima allo stemma c'è un uccellino, un balestruccio, per l'esattezza. Certo, detto così non vi dice nulla. Ma in inglese si traduce martin. Indicherà quindi il suo cognome e la sua casata.

4. Il flauto. Nella discografia dei Beatles c'è un solo assolo di flauto ed è quello di The Fool on the Hill. Abbiamo visto in questo post, che questa canzone, nel nostro quadro, parla verosimilmente di Bill. E il flauto si trova proprio sotto l'ala dell'uccellino. Ci fa pensare quindi che Bill sia stato preso sotto l'ala protettrice di George Martin.

5. L'inclinazione del flauto. Nella simbologia araldica ha un significato anche il verso del flauto, si dice bend sinister e rappresenta la condizione della illegittimità. Apollo spiegava che i motivi per cui Sir George aveva scelto di mettere il flauto in quella posizione potevano essere due: il produttore si sentiva un bastardo o lavorava con un bastardo. Posto che stava facendo solo il suo lavoro, io escluderei la prima possibilità.

6. Lo stendardo. C'è una frase sullo striscione riprodotto verso la metà dello stemma: Amore Solum Opus Est. Tradotto, All you Need is Love. Prima o poi daremo un'occhiata anche a lei.

7. La zebra col bastone pastorale.  Ultimo elemento da analizzare. Con il termine zebra viene indicato anche l'attraversamento pedonale e il bastone pastorale lo ha l'abate. Va da sè che questo indizio si riferisca a Abbey Road. Il riferimento alla copertina di questo disco è chiaro e significa che è importante anche per Sir George. Abbiatene cura, a futura memoria.

Scommetto che ora anche voi trovate terribilmente interessante questo indizio, come me. E scommetto anche che comincia a starvi molto simpatico Sir George Martin.

Bene bene bene...