lunedì 23 dicembre 2013

Un regalo per Natale

E alla fine è arrivato Natale. O quasi. Potevano mancare gli auguri del blog Seguendo Mr. Apollo? Si, potevano mancare, ma era comunque una domanda retorica.

Per prima cosa vi consegno il mio regalo di Natale: lo trovate in questa pagina. Non c'è bisogno di scartarlo: come promesso, si tratta degli interventi di Apollo C. Vermouth nel forum Nothing is Real. Valgono di più, questi post, perché nel frattempo sono stati cancellati tutti dal forum, perciò è il caso di averne cura.

La seconda cosa, sono invece i miei auguri. Davvero, questa volta. A tutti quelli che passano da qui, auguro delle feste serene e uno scoppiettante 2014. Vi auguro di innamorarvi di un progetto che vi tenga svegli la notte. Vi auguro una valanga di entusiasmo e determinazione per realizzarlo, qualsiasi esso sia, se legale. E vi auguro di riempire di bellezza la vostra esistenza. Vi auguro un milione di buoni motivi per ridere di cuore e godervi la vita. Che per quante noie ci dia, è ancora l'unica che abbiamo. Tranne che per i poligami. E i truffatori. E chi soffre di personalità multiple. Vabè, ci siamo capiti.

In definitiva, voglio farvi gli auguri più ambiziosi del Web. E chissà che non siano anche i più efficaci.


Buone Feste,

da

Consuelo Portoghese

venerdì 13 dicembre 2013

La soluzione del problema

Eh si, siamo a metà Dicembre e circola già quella tipica atmosfera natalizia che ci scalda il cuore ogni anno. In questo periodo, se non ricordo male.

Ah, dite che non siete sensibili alle canzoni natalizie, agli alberi di Natale e alle vetrine addobbate? Dite che non vi brillano gli occhi a vedere le luminarie e non andrete a raccogliere l'agrifoglio per decorare la vostra porta? Dite che non guarderete per l'ennesima volta Il piccolo Lord in televisione e nemmeno uno dei tanti film natalizi che hanno per protagonista almeno un angelo e un bambino malato o orfano e si chiudono con un coro che intona Adeste Fideles?

Dite di no? Ma allora siete proprio cinici!!!

Va bene, non sono fatti miei, veniamo al punto. Se non ve ne siete nemmeno resi conto, (e questo sarebbe davvero troppo) fra undici giorni è Natale. E qui si ripropone il solito dilemma su cosa regalare a chi ci sta accanto. A tutti gli effetti, le scelte sono due:

a) Vogliamo accontentare chi abbiamo vicino e allora dobbiamo pensare a un regalo bello, scelto col cuore, che lo soddisfi e che gli comunichi tutto il nostro affetto;

b) Non vogliamo accontentare chi abbiamo accanto, non ci importa minimamente che sia soddisfatto e anzi se capisce che ci sta pure un po' antipatico... beh, tanto meglio.

Posto che il secondo capoverso del post ricomprende con buona approssimazione chi rientra in questa seconda categoria, diciamo che i consigli che seguono sono diretti a chi rientra nella prima categoria. Sebbene io cominci a credere che la seconda categoria costituisca una fetta di mercato affatto trascurabile.

Allora. Dovete fare il regalo a una vostra zia appassionata di misteri e leggende metropolitane? A una amica che si arrovella da anni sul fatto che Paul McCartney sia morto oppure no? A vostra sorella, che "divora" libri? Al vostro fidanzato perché non legge affatto e volete che si eserciti su un testo facile facile? A vostra nonna, perché davvero non sapete cosa regalarle? Ok, basterà seguire i seguenti punti:

1. Andate a questo LINK e scegliete in quale store acquistare online Seguendo Mr. Apollo;
2. Attendete che arrivi (mi sembra ragionevole);
3. Nel frattempo che aspettate, date un'occhiata a questo:


Non vorrete regalare Seguendo Mr. Apollo involto in carta di giornale? Ok, se rientrate nella seconda categoria di cui sopra, sareste capaci di un'atrocità simile.
4. Sistemate il pacchetto sotto l'albero e attendete la vigilia di Natale.

Ma dai!! Vi sembra l'ennesima astutissima manovra di marketing per Seguendo Mr. Apollo?? Dite?? Ci penso e vi aspetto al prossimo post.

lunedì 2 dicembre 2013

Storie di esami del sangue e figli nascosti

C'è una parte molto interessante in questa storia che riguarda una figlia rifiutata e un ostinato processo per il suo riconoscimento. Spieghiamo meglio partendo dall'inizio.

Agli inizi degli anni Sessanta, nei periodi in cui si esibiva ad Amburgo, Paul McCartney aveva una "love story" con una ragazza tedesca di nome Erika Hübers. I due ragazzi sono molto giovani e la loro storia finisce nel 1962, quando Erika rimane incinta. Paul non prende bene la notizia e le chiede di abortire, un po' per via della giovane età, ma soprattutto perché un avvenimento simile rovinerebbe la sua carriera appena iniziata.

Tuttavia, Erika decide di tenere la bambina, che chiamerà Bettina, mentre Paul è determinato a non riconoscerla. A questo punto, la ragazza avvia una causa di riconoscimento della paternità, che però si interrompe nel 1966, con un accordo col quale Paul s'impegna a versare una somma di denaro, una tantum, per il mantenimento della piccola Bettina.

Qui la conclusione potrebbe essere scontata: aver pagato una certa somma per una bimba che non vuole riconoscere sembra un riconoscimento implicito che quella figlia è sua. Ma non è così semplice. La legge tedesca avrebbe impedito a Paul di esibirsi in Germania finché non si fosse risolto il procedimento a suo carico, aperto al Tribunale minorile. Così, il suo avvocato, per chiudere la questione in modo sbrigativo, si accorda per versare una somma di 30000 marchi e liquidare l'intera questione.

Ma la storia non finisce certo così. Nel 1980, Bettina, scoperto qualche anno prima dei suoi "nobili natali", decide di intentare causa per ottenere finalmente ciò che le spetta. Sulle prime, Paul non si reca in Germania per evitare di sottoporsi agli esami del sangue, ma nel 1983 non può più evitarli. Infatti i giudici decidono di inviare a Londra un medico tedesco che lo sottoponga a un prelievo del sangue.

E qui la questione si fa davvero interessante.

Si, perché ai prelievi viene allegato il modulo compilato e firmato da McCartney all'atto degli esami, con una foto, due firme e un'impronta digitale.

Veniamo al sodo. Quali sono i risultati?
Gli esami dicono che Paul McCartney NON è il padre biologico di Bettina Hübers.

Però. Però c'è qualcosa di strano: ci sono delle differenze con degli esami del sangue fatti tempo prima e, soprattutto ci sono le fotografie scattate il giorno dei prelievi e la firma apposta da Paul sul modulo. Erika e Bettina decidono solo dopo qualche anno di sottoporre tutto questo a un perito per continuare la causa di paternità. E indovinate cosa ne viene fuori?

1. Il gruppo sanguigno. Quello risultante dalle analisi del 1983 sarebbe A1, mentre a McCartney sarebbe sempre stato attribuito il gruppo sanguigno B.

2. La firma. Dalla perizia calligrafica risulta che ci sono differenze sostanziali tra le firme autografe di Paul McCartney pre '66 e la firma sul modulo dei prelievi, e che qui la firma sembra apposta da un destrorso che si sforza di scrivere da mancino. Suona familiare?

3. La fotografia. Sulla fotografia è stata condotta anche una perizia biometrica, che la pone a confronto con un'immagine di McCartney della metà degli anni Ottanta. La vediamo?


Che ne pensate? A me sembra di poter riconoscere tutte le differenze che ho esposto mille e una volta: in alto vediamo un McCartney (io direi Bill) con la testa, il viso, il naso e il mento più lunghi e le sopracciglia arrotondate. Ingrandendo l'immagine poi, troviamo anche la cicatrice sul sopracciglio sinistro. Il McCartney in basso, io direi quello originale, ha invece la testa e il viso più tondo, la fossetta sul mento, le sopracciglia angolate e manca la cicatrice sul sopracciglio sinistro. Queste sono le mie deduzioni. Ovviamente la perizia ufficiale si è espressa in altri termini (ovviamente più degni di fede) ma, in definitiva, ha sottolineato come le discrepanze tra le due foto siano tali da rendere plausibile il sospetto che non si tratti della stessa persona.

A questo proposito, mi e stato fatto notare come questa sia stata la prima perizia biometrica ufficiale su Paul McCartney, passata sicuramente in sordina rispetto alla perizia effettuata dai due professionisti italiani Francesco Gavazzeni e Gabriella Carlesi, di cui parleremo più diffusamente in futuro. 

Cosa è rimasto da raccontare... vediamo.

Beh, si. Vi starete chiedendo come è andata a finire per Bettina Hübers? Non siete curiosi?
Nel 2007, al termine di queste ricerche, Erika e Bettina intentano ancora causa per falso in atto pubblico, sostenendo che McCartney si era servito di un sosia per effettuare i prelievi e il resto. La Procura di Berlino, il 26 Maggio 2007, ha dichiarato il caso prescritto, in quanto il reato di falso in atto pubblico, per la legge tedesca, decade in cinque anni.

NOOOO!!!! PRESCRITTO???!!! ANCHE QUESTO???!!! MA E' UNA PERSECUZIONE!!!


Nota.  Il libro da cui ho appreso i particolari di questa storia si intitola Il Codice McCartney, di Fabio Andriola e Alessandra Gigante (edito da Rizzoli nel 2011).

mercoledì 27 novembre 2013

Mr. Apollo e i primi indizi

Qualche settimana fa, durante una discussione su Seguendo Mr. Apollo, da qualche parte sul Web, mi è stato chiesto come mai non avessi inserito i post di Apollo C. Vermouth nel libro. In lingua originale, ovviamente. La mia risposta, sul momento, è stata piuttosto concisa, ma è una questione che merita qualche parola in più.

Ho seguito gli indizi di Apollo C. Vermouth e sono arrivata a formarmi una mia opinione che, solo dopo, è confluita in un libro. I post di Apollo erano, per inciso, quelli lasciati da Neil Aspinall sui due forum The King is Naked e Nothing is Real. Ho sempre affermato che, non solo questi post, ma anche buona parte del materiale che ho usato per il libro, viene da questi forum, perciò ringrazio a titolo personale chi ci ha lavorato.

Certo, inserire i post di Apollo nel libro poteva essere interessante per quegli appassionati della materia desiderosi, probabilmente, di controllare la fonte di quanto da me sostenuto. Legittimo. Ad ogni buon conto, per quanto mi risulta, i post di Apollo sono ancora presenti nel forum The King is Naked, mentre sono stati cancellati quelli del forum Nothing is Real. 

Siccome ci avevo già pensato anche io, alla fine ho deciso di inserire una pagina con i post. La prima parte, QUI, comprende i post lasciati sul forum The King is Naked, i primi lasciati da Apollo C. Vermouth.
Li ho copiati come erano sul forum, perciò comprendendo i riferimenti alle discussioni da cui sono estrapolati ed eventuali errori di battitura.

Dopo che avrete visto la mole dei post, non sarà difficile comprendere come mai non li ho inseriti. Pensate che uno dei miei scopi era quello di venderlo, il libro!!!

Ora, a chi ha un po' di tempo, voglia e interesse, auguro una buona lettura. Ne vale la pena. Vi aspetto per la prossima puntata.

domenica 24 novembre 2013

Seguendo Mr. Apollo in società


Bene, bene. Venerdì 22 Novembre c'è stato il debutto in società di Seguendo Mr. Apollo. Volete sapere come è andata?

E' stata una bella presentazione. Niente da dire. 

Ringrazio per prima cosa le Istituzioni, che mi hanno permesso di montare i tre maxischermi in Piazza Repubblica, in Piazza dei Centomila e in Piazza del Carmine. Sono stati indispensabili.

E ringrazio anche il Corpo della Polizia Municipale che, con il suo indefesso lavoro, ha evitato che si creassero più gravi problemi di circolazione e viabilità. Davvero insostituibili.

Un caro ringraziamento va a tutti coloro che per ore, al freddo e sotto la pioggia, hanno atteso di poter prender posto nella sala della presentazione di Seguendo Mr. Apollo. Grazie per la pazienza.

Un vero grazie di cuore va alle forze dell'ordine e agli operatori del 118, intervenuti sul posto quando il dibattito, imprevedibilmente, è diventato "un po' troppo caldo". Mi sento di rassicurare chi è andato via impaurito: anche il personale medico ha confermato che sembrava peggio di quanto non fosse realmente. No, in effetti, nemmeno io mi aspettavo che la vecchina nascondesse un coltello dentro la borsa...

Non ci credete? Dite che è inverosimile? Dove ha smesso di essere credibile? Dite dai maxischermi???

MA DAI!!!!!!!!!

Ok, ok, gente di poca fantasia. Non è andata esattamente così. E' stato tutto un pelino più... normale.
Ma ci siamo divertiti. Davvero. Who can ask for anything more?

Perciò un grazie, vero stavolta, va all'Associazione Musae, al suo presidente Maurizio Fuccaro e a Giovanni Carcassi che mi ha presentato; all'Hotel Regina Margherita; a chi c'era e si è divertito; a chi c'era, non si è divertito, ma ha detto di si per compiacermi; a chi avrebbe voluto esserci e non ce l'ha fatta; a chi non è venuto perché non ne aveva voglia e non si sarebbe divertito; a chi ha rinunciato a venire per via della pioggia. Era da matti uscire con quel tempo!!!
E grazie anche a me per esserci stata: con l'ansia che avevo, era cosa tutt'altro che scontata!!!

Vi aspetto qui al prossimo giro. Si torna a fare le persone serie. Si, beh, non più del solito, comunque.


martedì 12 novembre 2013

Seguendo Mr. Apollo e il debutto in società

Forse non tutti sanno che...


Eh si. Questo blog è nato per vari motivi: il primo scopo era sicuramente quello di pubblicizzare il mio primo libro, Seguendo Mr. Apollo, come da manuale dell'autore autopubblicato. Il secondo scopo era quello di raccontare una storia che mi ha appassionato e turbato e, quindi, di condividerla con chi poteva essere interessato. Il terzo scopo, come ho ribadito più volte, era quello di trovare nuovi ascoltatori da tediare, per tentare di salvare amicizie e rapporti parentali già acquisiti.

Ma ogni libro deve avere, prima o poi, il suo Battesimo. O il suo debutto in società, se preferite. Seguendo Mr. Apollo è stato pubblicato a Gennaio e il suo, non lo aveva ancora avuto... Se avete due o tre giorni da dedicarmi, posso spiegarvi il perché... No?? Ok, se preferite...

Allora, il succo del discorso è che FINALMENTE è arrivato il momento di fare la prima presentazione di Seguendo Mr. Apollo. Si terrà a Cagliari il 22 Novembre, presso l'Hotel Regina Margherita, alle ore 19,00. E' inserito all'interno di un festival, Il mese delle muse, che si svolgerà per tutto il mese di Novembre. Qualora foste interessati, trovate QUI ulteriori informazioni.

L'ingresso è libero e chiunque vorrà passare a fare due chiacchiere sull'argomento sarà gradito e benvenuto.


Perciò, se il 22 Novembre, vi trovate a passare in quel di Cagliari.. vi aspetto. 



venerdì 8 novembre 2013

La cicatrice ignorata

Negli ultimi post abbiamo divagato un po' sul nuovo disco di Paul McCartney: ne è valsa la pena e non escludo di tornarci sopra in futuro, ma per ora direi che va bene così... Torniamo alla nostra storia?

Oggi volevo puntare l'attenzione su un elemento che è sempre stato sottovalutato. No, in realtà è sempre stato sonoramente ignorato. E non so perché, vista l'evidenza. Dai ditelo, siete sulle spine?

Ok, vi do un indizio: si tratta di una cicatrice sul viso di Paul McCartney. 

L'unica cicatrice di Paul registrata dalle cronache, si trova sul labbro superiore ed è la conseguenza di un incidente in moto avvenuto il 26 dicembre del 1965. E' un incidente importante perché è servito ad aggiungere mistero alla leggenda PID. Ad ogni buon conto, oggi ci interessa solo sapere quali sono state le ferite riportate da Paul in quell'incidente.
Quella sera, Paul stava andando da Liverpool a Wirral, a trovare sua cugina, insieme al suo amico Tara Browne, in moto. All'improvviso, perde l'equilibrio e finisce con la faccia sul'asfalto. Nell'impatto si spezza un incisivo che va a tagliare il labbro. Annotiamo: dente spezzato e labbro ferito. Il dente spezzato lo vediamo nei video di Rain e di Paperback Writer. La cicatrice sul labbro la possiamo vedere ancora oggi.
Dall'immagine accanto possiamo registrare anche un'altra ferita appena sopra l'arcata sopraccigliare. Attenzione a questa ferita: si posiziona esattamente sopra il sopracciglio e non sembra recare alcun "taglio".

Ricordiamo che le cronache, riguardo a quell'incidente, non registrano altro danno se non quello al dente e al labbro. Eppure ci sono fotografie in cui "McCartney" ha una cicatrice sullo stesso sopracciglio, ma decisamente più evidente.  Ne vediamo qualcuna?


La cicatrice che vediamo in queste quattro foto, è decisamente incompatibile con la ferita che abbiamo visto nella foto in alto. In questo caso, si tratta di una cicatrice da "taglio" che inizia sopra il sopracciglio e lo attraversa formando un arco che, come vediamo dal frame di With a Little Luck, arriva fin sotto l'occhio. Non è sicuramente conseguenza di un'operazione di chirurgia plastica, più semplicemente direi che questa, Bill, se l'è portata da casa. Per sgomberare il campo dai dubbi, punterei poi, l'attenzione anche su qualcos'altro: che in tutte le foto si tratti di Bill, lo possiamo capire anche dal colore degli occhi nella terza e quarta foto, dalle sopracciglia arrotondate e il naso pronunciato, in tutte e quattro le immagini, dallo spazio tra gli incisivi nella terza fotografia.

Non so se su di voi farà lo stesso effetto, ma questa cicatrice, per me, è diventata il primo elemento che cerco per distinguere Paul McCartney da Willie Campbell. Che ne dite?


domenica 3 novembre 2013

Che gioco, Queenie Eye!!!

L'ultimo post che ho scritto, era dedicato al video di Queenie Eyedove abbiamo trovato ancora qualche richiamo a quella vecchia storia dei piedi scalzi di Paul McCartney.

Eppure, su Queenie Eye, a mio parere, c'è ancora qualcosa da dire. Per l'esattezza, due cose.

La prima: il titolo.
Queenie eye è un gioco per bambini, si gioca con la palla e un certo numero di giocatori. Uno di questi, the queenie, volta le spalle agli altri, lancia una palla sopra la spalla e uno degli altri giocatori deve afferrarla. Tutti nascondono le mani dietro la schiena e cantano "queenie eye, queenie eye chi ha la palla..." Chi l'ha lanciata deve indovinare chi la nasconde e se indovina, il giocatore con la palla deve ammettere di averla o è automaticamente fuori, OUT.

Si, sono sicura che sia più divertente giocarci che spiegarlo. Tuttavia, andava fatto. Da tre anni, guardo e riguardo i concerti e le apparizioni di Paul McCartney, cercando di capire chi in effetti appaia, se lui o Willie Campbell. Quando ho letto come si svolge questo gioco, ho capito che in realtà ci sto giocando fin dall'inizio, così come tutti quelli che stanno cercando di capire chi ha la palla. Chi è sulla scena? E' Paul? E' Bill? Per chi crede alla PID, è Faul, che ha sostituito Paul? Beh, poco importa, qualcuno "ha la palla" e gestisce il gioco e noi ci sforziamo di indovinare.

La seconda: la prima parte della canzone.
Dice: "C'erano regole che tu non mi hai mai detto, non hai mai messo insieme un piano. Tutte le storie che mi hai venduto non mi hanno aiutato a capire. ma io dovevo farlo funzionare. Non avevo nessuno che potesse aiutarmi, così alla fine è venuto fuori che dovevo farlo da solo".

Per chiunque se lo stia chiedendo, la risposta è: no, nel resto della canzone non spiega a cosa si riferisce. E non si capisce nemmeno come questo si possa collegare al riferimento al gioco, ovviamente se quella del gioco non è una metafora e McCartney si riferisce unicamente a quando da piccolo giocava a palla. Se invece quella è una metafora, possiamo provare a dare un senso anche a questi versi.

Riassunto. Bill sostituisce Paul qualche volta prima del '66 e stabilmente dopo il '66, sebbene da un certo punto in poi, anche Paul partecipi ai lavori del gruppo. Dopo lo scioglimento dei Beatles, la collaborazione tra Paul e Bill continua e, a mio parere, i due si sono divisi la scena fino ai nostri giorni. 

Detto questo, dobbiamo tenere in considerazione che Bill, fin da principio prova a raccontare l'accaduto, "ciò che succedeva dietro le tende", come diceva  Apollo C. Vermouth.

E adesso, possiamo vedere qualche collegamento.

In questo post, abbiamo visto come Bill abbia più volte usato il concetto della scuola e dei professori per riferirsi ai Beatles e al suo periodo nel gruppo. In particolare, in Feet in the Clouds, dice che i suoi professori lo dirigevano ma erano disconnessi e lui ha fatto a modo suo. In Queenie Eye afferma che non c'era un piano, che nessuno lo poteva aiutare e, alla fine ha dovuto fare da solo. Che dire?

Un'altro punto più volte ripreso da Bill è che lui non aveva capito qualcosa che lo ha messo nei guai. Un esempio è Maybe I'm Amazed: qui dice che forse è un uomo solo nel mezzo di qualcosa che non ha davvero capito e chiede alla sua donna di aiutarlo a capire.

Tanti anni dopo, in Ever present Past, dice che non aveva capito una parola di quello che gli altri dicevano ma è rimasto e alla fine ha capito, e ancora, che non voleva partecipare al "loro" gioco, ma è passato tutto in un flash. Ribadisco che ogni volta che ci sono questi concetti, nelle canzoni non si fa riferimento ad altro, non si può dedurre che si parli di qualcos'altro in particolare.

Riprendendo Queenie Eye, (io direi) Bill afferma che c'erano regole che non gli sono state rivelate, che non c'era un piano e che le storie che gli hanno venduto non lo hanno aiutato a capire (come in Maybe I'm Amazed), ma continua dicendo che non c'era nessuno che lo potesse aiutare e che alla fine ha dovuto far funzionare tutto da solo.

Che Bill stia continuando a raccontare ancora quella stessa storia? A me sembra di si, specie se consideriamo che, Maybe I'm Amazed è stata pubblicata nel 1970 e tutta la canzone è al presente: sta descrivendo una situazione in cui allora era coinvolto. Feet in the Clouds e Ever Present Past sono del 2007 e sono al passato, come se stessero raccontando fatti successi tempo fa, e lo stesso possiamo dire per Queenie Eye.

Per questa puntata abbiamo giocato abbastanza... Alla prossima!!!


lunedì 28 ottobre 2013

Queenie eye, Queenie eye, who's got the ball...

Queenie eye, Queenie eye, who's got the ball...
Ma quanto rimane in testa il ritornello di Queenie Eye?

Forse il tanto giusto per chiederci se dietro, in effetti, ci sia qualcosa di più. Dai!! Nessuno se lo è chiesto? Solo io? Non ci credo.


Cominciamo dal video. Bello. Decisamente bello. La sala che si riempie di star senza che McCartney sembri accorgersene, e il dubbio, alla fine, che tutto ciò che è accaduto sia reale oppure no. Lui che suona come se la sala fosse vuota e loro che ballano come se lui non esistesse; ascoltano la musica e basta, qualcuno addirittura dalle cuffie. In tutto ciò, alla fine, il filo conduttore resta sempre la musica. Mi sembra molto delicato come concetto, questo.

Ma tornando a noi, qualcuno ha notato qualcosa di sospetto? Per dire, nell'abbigliamento?

Paul McCartney è vestito normalmente, ma basta qualche secondo per notare che indossa delle orribili ciabatte birkenstock. A parte, davvero, l'opportunità di farsi vedere in giro con delle scarpe simili, c'è qualcos'altro che fa pensare che la cosa non sia casuale.

I piedi vengono inquadrati, senza motivo, nelle agghiaccianti ciabatte, al minuto 0:34 la prima volta, ma che il richiamo sia voluto, lo capiamo nella seconda inquadratura, al minuto 0:44. Qui, infatti, lo scopo è quello di mostrare Johnny Depp che compare all'improvviso ai piedi del pianoforte, eppure, notiamo che l'unico elemento a fuoco nell'inquadratura è proprio il piede di Paul. Certo, si può pensare che sia casuale anche questo, se non ci fosse stata la prima inquadratura e se non ci fosse un'annosa questione sui "piedi scalzi di Paul".

E veniamo all'annosa questione, allora.

Sulla copertina di Abbey Road, come tutti sanno, Paul è scalzo. E' in effetti una stranezza eclatante e così è stata sempre vista: solo una stranezza. Se non fosse che, pochi mesi dopo la pubblicazione di Abbey Road, si diffuse la leggenda PID. Secondo i sostenitori della PID, i quattro Beatles che attraversavano sulle strisce di Abbey Road rappresentavano in realtà un funerale, dove John, vestito di bianco impersonava il ruolo del prete, Ringo, vestito in modo elegante era l'impresario di pompe funebri e George, ultimo nella fila e vestito in jeans, rappresentava il becchino. Paul, invece, era necessariamente il morto, perché era scalzo e, nella cultura orientale, il morto viene seppellito senza scarpe. 

Aldilà del fatto di condividere, oppure no, questa teoria, resta che quell'indizio c'è eccome. Ovviamente, a McCartney è stata più volte fatta la fatidica domanda sul perché non avesse le scarpe sulla copertina di Abbey Road.
Una volta rispose che loro, i Beatles, avevano questa abitudine di mettere delle cose strane sui dischi, tanto per vedere se i fans se ne accorgevano.
Un'altra volte disse che, proprio quel giorno, portava un paio di scarpe strette e scomode che gli tagliavano i piedi, così aveva preferito toglierle e camminare scalzo.
Ancora. Un'altra volta raccontò di avere indossato dei sandali perché c'era caldo e per lo stesso motivo di averle levate al momento di fare le fotografie per la copertina, preferendo camminare scalzo sull'asfalto. Che è esattamente la prima cosa che viene in mente a tutti, giusto?

E visto che non ci si fa mancare proprio nulla nulla, bisogna dire che McCartney stesso ha provveduto di tanto in tanto a rinfrescare il sospetto sui piedi scalzi, riproponendo anche in alcuni dischi successivi il richiamo allo stesso indizio. Qualche esempio?


Le copertine di Driving Rain e Off the Ground, io direi che sono abbastanza eloquenti.

Queenie Eye Queenie Eye, who's got the ball...

venerdì 25 ottobre 2013

Seguendo Mr. Apollo e gli inaspettati ammiratori

AMICI!!!!!

Ricordate qualche tempo fa vi ho invitato a darmi una mano a pubblicizzare il libro?? Avveniva il 15 luglio e il post era QUESTO. Non potete aver dimenticato il mio piglio ottimista e il velato opportunismo così educatamente nascosto dietro la richiesta di una innocentissima condivisione!!!!

Allora vi avevo spiegato da cosa nasceva l'idea della prima campagna pubblicitaria per SEGUENDO MR. APOLLO e cioè che erano stati scelti dei personaggi a cui il libro, forse, sarebbe piaciuto e, pensando pensando, indovinate un po'? Ce ne sono venuti in mente degli altri!!!


Emmett "Doc" Brown, geniale scienziato, tra un viaggio e l'altro, avrebbe trovato il tempo, da dedicare a una rilassante lettura come Seguendo Mr. Apollo?


E la pacifica Miss Jane Murple, si sarebbe lasciata coinvolgere nell'intricatissima matassa della sostituzione di Paul McCartney? O avrebbe resistito alla tentazione, magari dedicandosi a un po' di giardinaggio?



E non potevano mancare loro: Sherlock Holmes e il dottor Watson. Non senza un filo di disappunto, forse, avrebbero condiviso le deduzioni di Seguendo Mr. Apollo.

Perciò ribadisco il mio invito: chi ne avesse voglia o piacere; a chi è piaciuto il blog o il libro; a chi è scappato un sorriso o avesse curiosità per l'argomento; chi volesse dare una mano per pubblicizzare questo blog e in definitiva Seguendo Mr. Apollo; chi fosse mosso da simpatia per l'autrice; chi fosse mosso da antipatia per i concorrenti; chi volesse partecipare a un bel gioco di società; chi fosse animato da spirito di volontariato; chi "non mi va, ma poi lo faccio"... siete tutti i benvenuti!!!

Basterà copiare e incollare queste immagini, salvarle e condividerle nei social network: Facebook, Twitter, Google+ o quello che preferite. 

A chiunque vorrà collaborare, ovviamente, va il mio più sincero  GRAZIE.

Per il lavoro di grafica e per la folle complicità in questo progetto, devo ASSOLUTAMENTE ringraziare Francesca A. Addis, che ha magistralmente interpretato e tradotto in immagini lo spirito della campagna. 

venerdì 18 ottobre 2013

Willie Campbell, Marylin e l'orfana nell'aeroporto

Eccoci qui. Pronti per una nuova tessera del puzzle?

Oggi torniamo a parlare delle origini di Bill, William Campbell, come dice di chiamarsi lui ascoltando al rovescio la canzone Gratitude.

C'è una canzone molto interessante nell'album Memory Almost Full, del 2008, che si intitola Only Mama Knows, solo mamma lo sa. Teniamo a mente una cosa: Apollo C. Vermouth sottolineava come in quel disco ci fossero parecchi indizi interessanti.

In Only Mama Know, Bill ci dice di essere stato abbandonato in uno squallido aeroporto, e che solo sua madre sapeva il motivo per cui lo aveva abbandonato. Probabilmente, anche lei era stata abbandonata dall'uomo che l'aveva messa incinta, perché altrimenti il motivo magari lo conosceva anche il padre e non solo la madre. Dice che forse era stata una storia di una notte o forse sua madre era in disgrazia. Alla fine, Bill si chiede se vedrà mai la faccia di suo padre. Potrebbe intendere, se mai saprà chi era suo padre e, magari, invece, che sapeva chi era sua madre.

Vi chiederete... come si fa a sapere se il testo non è casuale e invece ha un significato più reale?
A questo punto direi di riprendere in mano la nostra Stele di Rosetta, la copertina di Sgt. Pepper, e vedere se troviamo conferme.

Sulla destra della copertina, accanto a Diana Dors, compare la piccola Shirley Temple. Abbiamo già detto che la sua inclusione deve avere un senso preciso, visto che compare per ben tre volte. Non serve dire che Shirley è l'orfanella per eccellenza, ha interpretato tanti di quei film in cui interpretava quel ruolo che le è rimasto cucito addosso.

In questa immagine, Shirley è ritratta in un curioso abbigliamento da aviatrice, che è quello che indossava nel film Bright Eyes. Qui interpreta la parte di una bambina che rimane orfana di padre e vive con sua madre, Mary, che fa la domestica per una ricca famiglia. Il suo padrino è un aviatore e buona parte del film è girata in un aeroporto.
L'orfana nell'aeroporto, appunto.

Sulla copertina troviamo anche un'altra storia interessante: quella di Marylin Monroe. Norma Jane nacque in un ospedale per indigenti e non seppe mai con sicurezza chi fosse suo padre. L'uomo che probabilmente lo era, lasciò sua madre quando seppe della gravidanza. Né sua madre, né sua nonna potevano prendersi cura di lei, così Norma Jane venne data in affido ad una famiglia che per sopravvivere teneva bambini in affidamento, poi direttamente allo Stato. Da lì in poi, fece avanti e indietro tra l'orfanotrofio e almeno dodici famiglie affidatarie, finché non fu abbastanza grande da potersi sposare.

Nella cover c'è anche questo signore qui, nascosto parzialmente dietro Diana Dors. Apollo ci spiega che si tratta di un Legionario dell'Ordine dei Bufali. Questa è una associazione che aveva la finalità di promuovere la fratellanza, soprattutto sostenendo gli istituti che si occupavano del sociale, delle strutture per orfani e simili.






E per ultimo ricordiamo Sonny Liston, il pugile di colore che compare sulla sinistra della copertina. Liston veniva da una famiglia molto numerosa e poverissima, pare che sua madre lo avesse avuto da una relazione extraconiugale e che per nascondere il fatto che fosse illegittimo, non rivelò mai la data di nascita di suo figlio, evitando perfino di registrarlo all'anagrafe.






Mi sembra che questi riferimenti siano sufficienti a farci capire come ciò che Bill dice in Only Mama Knows sia già stato raccontato sulla cover di Sgt. Pepper e come già nel disco ci siano indizi sulla sua infanzia, figlio illegittimo abbandonato in un aeroporto. Che dite?


venerdì 11 ottobre 2013

Il Codice POE

Nell'ultimo post abbiamo visto come Apollo abbia detto che l'intera storia è raccontata nel disco Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band.

Uno dei personaggi più interessanti tra quelli che attorniano i Beatles sulla cover è certamente lo scrittore Edgar Allan Poe. Ci sono vari riferimenti a E. A. Poe nell'opera dei Beatles. Sappiamo che era uno degli idoli di John Lennon e che, ufficialmente, questo è l'unico motivo per cui sia stato inserito nella copertina.

Tuttavia, Apollo C. Vermouth dice altro. Vediamo.

Poe era famoso per i codici e i cifrari contenuti nelle sue opere, arte che poi, a detta di Apollo, sarà ben conosciuta e usata nei lavori dei Beatles.
Poe è nella copertina di Sgt. Pepper, lo abbiamo già detto.
E' menzionato nella canzone I am the Walrus, nel Magical Mistery Tour e il tricheco compare, specchiato, sulla copertina di Sgt. Pepper.
Probabilmente è stato l'ispirazione per la canzone Blackbird, per via del suo racconto intitolato Il corvo.
In Revolution #9 si può sentire la parola Eldorado, che è il titolo di una poesia di E. A. Poe.

Poe ha una curiosa connessione con un altro personaggio della copertina: Terry Southern. Quest'ultimo scrisse il libro "Dottor Stranamore"; nel 1964 venne girato il film dal medesimo titolo e nella trama, il codice usato per disinnescare la bomba era "Purity of Essense" e "Peace on Earth", in entrambi i casi POE.

Il film Dottor Stranamore era diretto da Stanley Kubrick e alcune riprese aeree rimaste inutilizzate in questo film vennero utilizzate durante la canzone Flying nel Magical Mistery Tour. Peraltro, come rimarcato da Apollo, Flying è l'unica canzone accreditata a Lennon, McCartney, Harrison, Starkey. E' l'unica volta in cui il brano è firmato da tutti e quattro i Beatles.

E Apollo chiede, dopo aver spiegato questa connessione, vedete uno schema qui?

Anche voi avete alzato gli occhi al cielo? Se uno schema c'è, non è certo semplice da trovare, ma se Apollo dice che c'è... c'è.

La prima volta che appare Poe è la copertina di Sgt. Pepper, perciò dobbiamo partire da lì. Qui è inserito di certo come esperto di codici e cifrari, poi utilizzati dai Beatles. Da ciò possiamo certamente dedurre che i Beatles, nelle loro canzoni, hanno utilizzato dei codici. E, in tutta onestà, mi risulta difficile credere che tutto si riduca a LSD in Lucy in the Sky with Diamonds.

La connessione con il Dottor Stranamore è molto interessante. POE è il codice per disinnescare la bomba nel film. Qui potrebbe invece indicarci che la soluzione è E. A. Poe, proprio per via dei codici? Mi spiego: è possibile che intendano dirci che per interpretare la copertina c'è un codice, proprio come faceva Poe nelle sue opere? A questo proposito non possiamo non ricordare il racconto Lo scarabeo d'oro, in cui il protagonista cerca un tesoro e lo trova proprio grazie a un codice nascosto in una mappa apparentemente insignificante.

Il richiamo alla poesia Eldorado, fatto in Revolution #9, potrebbe avere ancora l'obiettivo di indirizzare verso gli indizi già mostrati, visto che la poesia parla di un cavaliere che continua, nonostante il tempo che passa, a cercare l'Eldorado.

In quest'ottica, quando Poe torna in ballo, in I am the Walrus, lo scopo sembra quello di puntare indietro verso Pepper. E anche il riferimento a Flying può avere lo stesso senso.

Come mai invece Flying sia firmata da tutti e quattro i Beatles... Beh, qui mi fermo e scendo.


venerdì 4 ottobre 2013

Tutti gli uomini del Sergente Pepper



Chi di voi non si è mai chiesto chi sia tutta quella gente dietro i Beatles sulla copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band?

Ok, chi non se lo è ancora chiesto ha trenta secondi di tempo per farlo ora. Ventinove, ventotto...

Fatto?

Allora possiamo cominciare.
Sgt. Pepper è, a mia opinione, ciò che segna uno spartiacque tra un prima e un dopo. Un salto da cui, una volta fatto, non si torna più indietro. Da un punto di vista simbolico, è una copertina molto forte: in tanti, ha sempre generato una certa scomodità, come se dietro a tutta quella roba nell'immagine ci dovesse per forza essere un significato nascosto, oscuro. A me, ad esempio, ha sempre inquietato, anche prima di sapere chi fossero i personaggi ritratti.

Quando venne pubblicato il disco, i più pensarono che si trattasse semplicemente di una legittima spinta al cambiamento da parte dei quattro, che fino a poco prima si erano presentati sempre vestiti uguali e in modo piuttosto monotono. Nel periodo precedente al disco poi, ognuno dei Beatles aveva fatto esperienze, musicali e cinematografiche, per conto proprio e ciò era bastato a inquadrare la stranezza come una necessità di distinzione.

Tornando ai personaggi sistemati dietro i Beatles, apparentemente sembrano non avere nulla a che fare gli uni con gli altri. Ad esempio, abbiamo attrici come Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Mae West; abbiamo scrittori come Edgar Allan Poe, William Burroughs, Oscar Wilde, o Lewis Carrol. Ma abbiamo anche il satanista Aleister Crowley e la piccola Shirley Temple. E poi ci sono i personaggi che dovevano comparire e non sono stati inseriti, come Gesù Cristo o Adolf Hitler.

Siete abbastanza confusi? Allora possiamo continuare.

La cosa più logica per capirci qualcosa fu quella di chiedere direttamente ai Beatles una spiegazione e le risposte furono le più disparate.

Lennon disse che avevano scelto tutte quelle persone tra i personaggi cui loro dovevano la loro formazione, i loro miti. Ora, se è facile capire Lennon per aver inserito Poe e Carrol, notoriamente tra i suoi autori preferiti, di certo ci viene un po' in salita immaginare i quattro che "impazziscono" per la piccola orfanella Shirley Temple, ritratta addirittura tre volte sulla copertina.

D'altra parte, McCartney spiegò che la scelta dei personaggi da includere era stata fatta sulla base del suono dei nomi delle persone inserite. Ovviamente nemmeno questa spiegazione soddisfa.

A Mr. Apollo stava molto a cuore che la copertina di Sgt. Pepper venisse interpretata nel modo corretto: spesso l'ha paragonata a un libro di cui nessuno ha letto l'ultimo capitolo. E', a mio parere, un capolavoro ancora incompreso, a prescindere dalla notevole importanza che gli è stata comunque attribuita.
Apollo spiega che la copertina narra ciò che i Beatles stavano vivendo, l'intera storia. Ogni oggetto o personaggio sulla copertina ha un senso. Perfino la posizione di tutti gli elementi ha importanza.
E così, per i singoli personaggi, per capire in che modo c'entrino con la storia che i Beatles vogliono raccontare, è necessario andare a guardare le loro vite, isolare il particolare che li riguarda e metterlo in connessione con gli altri.

Solo??!! Tutto qui??!!

Beh, io non garantisco che ci riusciremo... ma di certo ci proveremo.

By the way, volevo inserire ciò che, secondo me, rispose Bill alla domanda su come avessero scelto chi inserire sulla copertina di Sgt. Pepper. Nel libro di Miles, I Beatles attraverso le loro parole, l'autore riferisce che, a questo proposito, McCartney affermò che ognuno aveva scelto i propri personaggi e che George aveva deciso di inserire alcuni dei suoi compagni di scuola, quelli che gli piacevano di più, intendendo con tutta probabilità i guru indiani Sri Yukteswar Giri, Sri Mahavatar Babaji, Sri Paramahansa Yogananda, Sri Lahiri Mahasaya.

Ancora una volta: ma che dici??!! Come potevano  essere compagni di scuola di George dei guru indiani vissuti tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900? E poi, Paul frequentava la stessa scuola di George, se nella classe di George avessero frequentato dei guru indiani morti, lui di certo se ne sarebbe accorto!!!

Va bene, per ora lasciamo così. State in zona!!!

domenica 29 settembre 2013

Di nuovo in...piedi

Bentrovati per una nuova puntata!!!

Dal titolo del post, qualcuno potrebbe pensare che oggi parlerò di Back on my Feet, la splendida canzone scritta da Paul McCartney e Elvis Costello e inclusa nell'album Flowers in the Dirt
E invece no. Anche se... varrebbe la pena controllare qualcosa anche lì. 

Parlerò, invece... di piedi. 

Dei piedi di Paul McCartney, avevamo già parlato qui, a proposito della PID e avevo concluso che, in effetti, i piedi di Paul, a un certo punto, cambiano decisamente forma. 


Questi erano gli ingrandimenti di due immagini, una pre '66 e una post '66, giusto per ricordare. E nel post avevo assunto che quelli a sinistra fossero i piedi di Paul, dritti e proporzionati, e quelli a destra fossero i piedi di Bill, piuttosto storti e sgraziati.

Nel 1968, venne realizzata una sessione fotografica in cui si vede Paul McCartney alle prese con una catena, contro un muro, nei pressi di un porto. Tra le varie immagini, ve ne sottopongo due in cui "Paul" sembra avere dei piedi davvero strani. 


Allora, analizziamo con calma. I mattoni alle spalle sono delle stesse dimensioni. La catena è nella stessa posizione in entrambe le foto. Paul poggia il piede destro pressoché sullo stesso punto in entrambe le immagini. 
Eppure c'è qualcosa che non quadra. 
A occhio, mi sembra che i toraci abbiano dimensioni diverse, tenendo in considerazione che, quello sulla sinistra (Paul?) potrebbe essere più attaccato al muro e quello sulla destra (Bill?) sembra più spostato in avanti. Tuttavia, anche così, a me la cosa sembra strana: il collo è molto più largo nella foto a destra, forse più di quanto non dovrebbe esserlo, considerando il movimento in avanti.

Ma il particolare che salta agli occhi con più facilità, direi, è proprio quello dei piedi: quelli nella foto a sinistra sono dritti e proporzionati, quelli ritratti a destra fanno quasi impressione. Può un piede, spostandosi appena da una posizione a un altra, cambiare in questo modo? Non so.

Tuttavia, se confrontiamo questi due piedi con quelli che ho riportato sopra, a me sembrano ancora molto simili a coppie, quelli a sinistra normali, e quelli a destra, sgraziati.

Non è che tra voi c'è un podologo? Perché farebbe davvero comodo, in questo caso... 
In mancanza, ci teniamo le nostre considerazioni da profani e, podologi e non, vi aspetto per la prossima puntata.

lunedì 23 settembre 2013

La scuola secondo Willie Campbell

Eccoci qui.

Con gli ultimi post, sul ricorrente richiamo al sosia nei vari lavori di Paul McCartney, possiamo dire di aver concluso il bordo del puzzle. Certo, sugli stessi argomenti approfondiremo ma, per ora, cominciamo ad aggiungere qualche tessera "senza il bordo liscio".

Nella mia ricerca, ho passato in rassegna i testi delle canzoni dei Beatles, soprattutto degli ultimi anni di carriera, e quelli di Paul McCartney, dal 1970 ai giorni nostri.

Raffinato masochismo? Può darsi.
Sono partita dalla PID e, nei libri che ho letto, le canzoni non erano considerate tantissimo. O meglio, più che altro, venivano considerati solo frammenti di singole canzoni. Ad esempio, di A Day in the Life veniva preso in considerazione solo il pezzo relativo all'uomo che aveva fatto fortuna e che si era fatto saltare le cervella in un'auto, non notando che il semaforo aveva cambiato colore.

In un primo tempo, ho dato per acquisito il fatto che giusto quelle poche righe fossero interessanti dell'intera canzone. E così per gli altri testi. Finché non ho trovato qualche riferimento in proposito. Nella biografia di John Lennon, scritta da Philip Norman, si racconta come, ad un certo punto, Lennon abbia cominciato a scrivere le canzoni sulla base di ciò che viveva, lasciando perdere i cliché delle canzonette d'amore. Lo stesso Lennon, quando gli chiesero cosa significasse Come Together, disse che la canzone parlava di loro quattro. Ora, io non dico che tutte le canzoni parlino della storia della sostituzione di Paul McCartney, ma ritengo che in certi dischi, ciò sia avvenuto, e di proposito.

Ancora. Apollo afferma che Bill ha avuto, non solo la possibilità di dimostrare di essere in grado di sostituire perfettamente un cantante mancante, ma anche di "mostrare ciò che succedeva dietro le tende". Nella mia interpretazione, ciò significherebbe che Bill ha usato il suo modo di comunicare, le canzoni, per dire cosa stava succedendo.

Ovviamente, a quel punto ho preso in mano le canzoni in ordine cronologico e ho cominciato a tradurle. Calmi calmi, non ho intenzione di ammazzarvi di noia con esegesi e versioni in prosa di testi di canzoni. Ma sono sicura che qualcosa di interessante riusciamo a tirarlo fuori.

Come dice il titolo di questo post, la prima incursione riguarda Bill e la scuola. Vi fa riferimento in diverse canzoni.

Il primo, lo troviamo in Getting Better (1967): qui si lamenta del fatto che nella sua scuola diventa matto, i suoi insegnanti perdono la calma con lui, lo opprimono, lo rigirano e lo soffocano con le loro regole.

In Not Such a Bad Boy (1984) dice: "Ridevo dei professori che insegnavano alla mia scuola, loro tenevano una slot machine in piscina. Non mi capiscono e non mi capiranno mai, e se fossi là direi ancora loro: non sono un ragazzo così cattivo, non più..."

In "Feet in the Clouds" (2007), torna ancora sullo stesso concetto: "I miei insegnanti dicevano che avevo la testa tra le nuvole. Loro dirigevano, sospetto, disconnessi, ho fatto a modo mio".

In tutte e tre le canzoni parla dei suoi professori non proprio in termini idilliaci. Ricordiamo, per le cronache, che Paul McCartney era un buon elemento a scuola, sebbene negli ultimi anni sia stato distratto dalla musica.

Questi riferimenti hanno senso se, invece, sono scritti da Bill, specie se consideriamo che, entrato nei Beatles, ha dovuto imparare parecchio e in fretta, proprio come in una scuola. Certo non si trovava benissimo e ha fatto un po' a modo suo, ma direi che i risultati sono stati eccelsi.

Una frase, in particolare, mi ha incuriosito, quella in cui dice che i suoi insegnanti avevano le slot machine in piscina. Non so quali siano le retribuzioni medie degli insegnanti inglesi, ma mi sembra difficile che possano permettersi un simile lusso. Invece i Beatles potevano, ho pensato.
Di recente, poi, mi è ricapitato tra le mani il libro John Lennon di Philip Norman. Descrivendo Kenwood, la tenuta che Lennon acquistò nel 1964 nei pressi di Weybridge, nel Surrey, Norman afferma che la casa era dotata di un'imponente piscina hollywoodiana e di una stanza con le slot machine. Un caso?

Vi aspetto in zona per la prossima puntata...

domenica 15 settembre 2013

Da capo a due

Bentrovati e scusate il ritardo!!!
Ho notato che il post sul simbolo NEW ha riscosso un certo consenso. Mi fa piacere, anche se non credo di poter ripetere facilmente il trucchetto. Ma chi lo può sapere, with a little luck...

Nel frattempo, continuerei a considerare l'importanza del numero due in questa storia. In questo post, abbiamo visto come, nella discografia di Paul McCartney, sia frequente il riferimento al doppio o al sosia. In quel post ho proposto le copertine di alcuni dischi, oggi vediamo qualche video in cui viene portata l'attenzione sullo stesso concetto.


Pipes of Peace. Paul McCartney veste contemporaneamente i panni del soldato inglese e del soldato tedesco, che, nel Natale 1914, danno vita a una tregua inaspettata.


Spies Like Us. Qui Paul appare semplicemente mentre suona vari strumenti musicali, eppure il fatto che per ogni strumento cambi anche il suo abbigliamento, ci da l'impressione che si tratti di "doppi".


Coming Up. Un vero tripudio. McCartney propone una intera band, The Plastic Macs, in cui imita vari personaggi: appare nelle vesti del cantante, del batterista con la barba, di Beatle Paul 1963, del tastierista con i baffetti, del chitarrista con gli occhiali spessi e via così.


Ever Present Past, ultimo in ordine di tempo e mio preferito. Qui appare un doppio McCartney che balla e canta in mezzo a delle ballerine molto somiglianti tra loro. In alcune scene, i due Paul si incrociano e, alla fine, ne rimane solo uno, che svanisce nel nulla.

L'elenco potrebbe andare avanti parecchio e questi non sono i soli videoclip in cui capita di vedere più McCartney. Ma per iniziare l'argomento ho scelto quelli che secondo me sono i più eclatanti.

Diamo per assodata una cosa: McCartney torna anche qui sul concetto del doppio, ma questo è il minimo. Ci sono altre domande da porci. Ad esempio, se quello che compare nei video è sempre Paul, è sempre Bill o si alternano. Se ci sono tutti e due contemporaneamente, nei video. E in questo caso, se è fattibile, da un punto di vista tecnico, girare un video in cui compaiano entrambi senza che un numero esagerato di persone si accorga che si tratta di due persone diverse. Sembra impossibile, vero? Anche io lo pensavo, ma questa la raccontiamo un'altra volta.


venerdì 6 settembre 2013

A "NEW" MISTERY

Questa sera non avevo previsto di scrivere alcun post, ma i pensieri hanno continuato a girare per conto loro, e alla fine ho avuto un'idea su cui non si poteva non scrivere qualcosa.

Il 29 Agosto, Paul McCartney ha diffuso il primo estratto del suo nuovo disco, "New", che verrà pubblicato verso la metà di Ottobre. Anche il brano si intitola "New" e a me è piaciuto molto.


Mi ricorda diverse altre canzoni, tutte sue, intendiamoci, ma non è importante. E' davvero bella e credo che mi perseguiterà nei mesi a venire. 

Però. 
Però questo non è un blog di recensioni e io ho più volte ammesso di non saper fare recensioni e di ascoltare la musica come fanno i comuni mortali, senza tecnicismi. Perciò vi devo dire che la mia attenzione è stata attirata da altro e ho pensato e ripensato alle stranezze e ai possibili indizi in questa canzone. Devo dire che non ce li volevo trovare per forza; contrariamente a quanto si dice in giro, non cerco indizi in ogni canzone e, meno che mai, indizi PID.

Però, ammetterete che qualcosa di strano c'è.

Paul McCartney ci propone un singolo e un disco che si intitola "New" e lo fa unitamente a questo simbolo. E' una scritta? Cioè, proviamo a capirci: qui c'è scritto NEW? Vi prego, no.
Partiamo dai rudimenti della comunicazione: se le lettere dell'alfabeto sono diverse è perché indicano fonemi diversi, altrimenti si scriverebbero tutte uguali. Perciò, la prima non può essere una N e la terza una W. Al massimo potrebbero essere entrambe N (Nen), o entrambe W (Wew). 

E se assumessimo che quella scritta non è NEW? Siate sinceri, voi cosa leggete?

Io MEM. Lo so che non significa nulla, ma andiamo per gradi. E' solo un volo pindarico, da prendere con beneficio d'inventario. Diciamo che la prima e la terza sono due M.

Ed ora cerchiamo cosa significa la "E", che potrebbe non essere una E. Alzi la mano chi ricorda la geometria. Oddio, ne vedo poche alzate. Ok, abbassate, oggi ripasso.

Avete presente il simbolo uguale, con due linee orizzontali parallele? Ecco, in geometria esiste anche un segno composto da tre linee orizzontali parallele e indica la "proprietà di due figure di essere perfettamente sovrapponibili in ogni loro punto".

Se le due M stessero per McCartney, avremmo due Paul McCartney perfettamente sovrapponibili in ogni loro caratteristica, fisica o vocale.

Beh, l'ho detto. Era un volo pindarico, ma andava fatto. Voi cosa ne pensate?




mercoledì 4 settembre 2013

Vedo doppio!!!

"Certa gente è cieca da un occhio e sorda dall'altro".
Apollo C. Vermouth

Adoro il senso dell'umorismo di Mr. Apollo. Certo lui si riferiva, probabilmente, a chi non gli dava troppa retta nel forum in cui ha postato i suoi indizi, ma ancora di più, se ci pensiamo, a chi, per più di quarant'anni non si è fatto alcuna domanda sui cambiamenti di Paul McCartney, nell'aspetto fisico e nella voce. Ricordiamo, infatti, che gli esperti che si sono pronunciati, tendono a porre più di un sospetto riguardo al fatto che noi, in tutti questi anni, abbiamo visto sempre lo stesso McCartney, oppure no.

Che ne dite allora di infilarci un paio di occhiali e cominciare a dare un'occhiata più approfondita a certe immagini? Che, per fortuna, questa volta non potranno essere contestate. Sembra niente. 

Questa è la copertina di McCartney II, pubblicato nel 1980. Qui la stranezza è che c'è un solo Paul che, però, produce una doppia ombra dietro di lui.

Abbiamo poi la copertina di un bootleg intitolato "B" Sides Himself, del 1997. L'immagine non ha bisogno di grandi spiegazioni: semplicemente, ci sono due McCartney, vestiti in modo discutibile peraltro. Ok, non è quello il punto, lo so, ma andava detto per completezza.






Questo è invece il singolo Ever Present Past/House of  Wax, del 2007. E indovinate un po'? Ancora due McCartney. Attenzione: io non sto dicendo che uno dei due è Paul e l'altro è Bill, ma solo che ci sono diverse occasioni in cui sull'idea del doppio si è giocato parecchio. 

Su Ever Present Past prendete un appunto mentale, perché a breve ci torneremo e ne parleremo più approfonditamente.



E io qui inserirei anche la copertina di Twin Freaks, del 2005. Alzi la mano chi pensa che sia davvero inquietante questa copertina? Va bene, sto divagando ancora.

Twin Freaks è interessante per via delle due maschere, ma anche per il riferimento ai gemelli nel titolo. 

Andrebbero analizzate meglio anche le due figure sotto le maschere... Mah...


Possiamo quindi dedurre che l'idea del doppio è ricorrente nella produzione del McCartney post Beatles. Per chi non crede alle coincidenze, io direi che c'è abbastanza materiale per credere che il riferimento non sia casuale. E se il messaggio fosse semplicemente che ci sono due McCartney sulla scena? 

Vi aspetto in zona per qualche altra "coincidenza" a breve...


mercoledì 28 agosto 2013

Ma che dici??!!

Eccoci di nuovo.

Da qualche giorno sto rileggendo il libro di Miles "I Beatles attraverso le loro parole". E' la terza volta che lo prendo in mano perché secondo me contiene alcune perle piuttosto importanti per la nostra storia. Incappando in una di queste, ho deciso di scrivere un post su alcune affermazioni inverosimili fatte in diverse occasioni da Paul McCartney. Talmente inverosimili da rendere impossibile credere che le abbia dette davvero lui.

Avevo già affrontato l'argomento delle dichiarazioni dubbie di Bill: ne abbiamo parlato in questo post, avanzando l'ipotesi che, in effetti, in molti casi, soprattutto negli ultimi anni, certe gaffes non siano casuali, ma siano dei tentativi di richiamare l'attenzione e instillare qualche dubbio in chi lo ascolta.

La prima affermazione di cui intendo parlare, invece, non credo sia stata volontaria. Risale al 1969, quando i Beatles si stavano sciogliendo. Miles riferisce del litigio tra Paul McCartney e John Lennon alla riunione, tenutasi alla Apple, alla quale seguì la rottura.

Paul racconta che aveva preso atto della crisi nel gruppo: Ringo Starr aveva lasciato i Beatles durante la preparazione del White Album perché non si divertiva più a suonare con gli altri. George Harrison li aveva lasciati durante la registrazione di Abbey Road, perché non aveva abbastanza potere decisionale nei loro dischi. Entrambi furono convinti a rientrare nel gruppo, ma i malumori non erano finiti. Così -racconta Paul- a lui era venuta un'idea: tornare a fare musica dal vivo. Non per le folle, ma per platee limitate e selezionate, 100 persone al massimo alla volta. Dice:

"Così, un giorno, durante una riunione, parlai agli altri della mia idea e gli chiesi cosa ne pensavano. John disse: -Credo che tu sia pazzo.- Dissi: -Che cosa vuoi dire?- Voglio dire lui è John Lennon e sono un po' spaventato da tutte quelle battute pungenti che si sentono in giro su di lui."

Ma che dici??!! Tu sei Paul McCartney e conosci John Lennon da quando avevi quindici anni!!!! E hai paura per quello che hai sentito dire dalla gente su di lui??!! A meno che..
A meno che tu non sei Paul McCartney, non hai confidenza con Lennon, anzi hai qualcosa che somiglia alla paura e al timore reverenziale e lui ti ha appena trattato a pesci in faccia. Che dite, quadra?

Altro episodio. Ho letto questa dichiarazione sul Web, ma mi sembra che sia una battuta che McCartney ha detto in più di un'occasione. Il buon "Paul" afferma di aver scoperto di essere mancino quando ha imparato a suonare la chitarra. 

E grazie. E quando hai imparato a mangiare, a scrivere, a soffiarti il naso, per dire, non hai mai notato di farlo con la mano sbagliata? Per capirlo sei dovuto arrivare a quattordici anni, quando hai notato che le corde della chitarra ti risultavano capovolte? Teniamo poi in considerazione che, a quei tempi, i mancini non erano certo ben considerati e la sinistra era considerata la "mano del diavolo". Tant'è che generalmente costringevano i bambini a usare esclusivamente la mano destra.

E' un altro conto se invece questa frase l'ha detta Bill. Lui ha dovuto imparare a suonare la chitarra da mancino, come Paul, ma prima di allora era destrorso o al più ambidestro. La sua, sarebbe quindi una battuta ironica: "Mi sono accorto di essere mancino quando ho imparato a suonare la chitarra". Chapeau.

Altri due pezzetti di puzzle anche oggi. State in zona per i prossimi...

venerdì 23 agosto 2013

Due McCartney al Sgt. Pepper's Party

Come ho  più volte raccontato, durante la ricerca che ha preceduto "Seguendo Mr. Apollo" ci sono stati dei momenti di svolta, diciamo così. Uno, il più importante, è stato certamente quello in cui ho trovato i post di Apollo C. Vermouth nei forum sulla PID. L'ultimo, in ordine di tempo, è stata l'intuizione sul significato della copertina di Abbey Road, mentre rientravo da Londra, dove ero stata in devoto pellegrinaggio nei luoghi dei Beatles. Su questo torneremo in futuro, giuro.

Un'altro momento particolarmente illuminante è stato quello di cui ho parlato nell'ultimo post: i due McCartney alla festa di presentazione del disco Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band. Ne vediamo qualche altra immagine?


Qui i quattro posano simpaticamente sulla porta di casa di Brian Epstein, ma anche qui possiamo notare che i Paul che vediamo nelle due foto sono piuttosto diversi. Un ingrandimento ci sarà d'aiuto.


Che dite? A me sembrano due persone differenti. Il ragazzo nella prima immagine, secondo me Paul, ha la testa tonda e la fossetta sul mento. Il ragazzo nella seconda, direi Bill, ha visibilmente la testa, il viso e il mento più lunghi. Teniamo sempre in considerazione che queste fotografie a rigore sono state scattate nell'arco di pochi minuti.

Ora, proviamo a superare qualche naturale obiezione in proposito. Mettiamo che sia solo un effetto della luce o della posa o dell'angolazione dell'obiettivo fotografico, che altera il viso di Paul McCartney, facendolo sembrare addirittura due persone diverse. Dovrebbe essere soltanto un caso fortuito, giusto? E se invece provassimo a confrontare separatamente i due possibili Paul?


La prima immagine è l'ingrandimento della foto sulle scale che abbiamo analizzato nell'ultimo post e la seconda è quella appena vista. Io direi che si tratta della stessa persona.


Anche qui direi che è ritratta la stessa persona, a mio avviso Bill. 

La mia perplessità, ponendo che in quella festa ci fossero sia Paul che Bill, è che quella sera non c'erano solo i Beatles e Brian Epstein. C'erano i giornalisti e questo poteva essere un rischio. D'altra parte bisogna dire che la stampa inglese in quel periodo non osteggiava di certo i Beatles, ancora visti da tutti come la gallina dalle uova d'oro. E poi i soldi fanno grandi cose, qualora ce ne fosse stato bisogno. 

Però c'era anche qualcun'altro di molto importante: c'era Linda Eastman a quella festa, in veste di fotografa. Ma mi sa che questa la raccontiamo un'altra volta.



giovedì 22 agosto 2013

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lunedì 19 agosto 2013

Un McCartney di troppo

Bentornati!!!
Passate delle buone vacanze?
Avete voglia di sentire un'altro pezzo della nostra storia? Proviamo.

Ricordate i post sui confronti fotografici tra Paul McCartney e Bill Campbell? Io ridarei un'occhiata: nel primo post ho messo inseme qualche foto di Paul prima del '66 e qualche altra di Bill dopo il '66, tanto per mostrare che in effetti c'era stata una sostituzione e, di McCartney, ce n'erano stati (almeno) due. Nel secondo post, invece, abbiamo visto le immagini di Paul dopo il '67, e questo ci porta a credere che anche dopo l'incidente fatale, in realtà, stesse abbastanza bene in salute.

In questi post ho più volte ribadito come vi siano abbondanti teorie sull'opinabilità dei confronti fotografici. Riflessione che mi sento di richiamare qui, prima di mostrare qualche altra immagine. La mia posizione in proposito è che spesso le immagini non sono così opinabili, anche se a volte partiamo da un'idea preconcetta di ciò che vedremo e ci troviamo, così, condizionati dalle nostre stesse opinioni. Per amor di verità, devo dire che quando ho visto queste immagini la prima volta, pensavo ancora che Paul fosse morto e sostituito, perciò diciamo che avevo un'idea preconcetta al contrario.

Ma veniamo al dunque. Agli inizi di giugno del 1967, viene organizzato un party a casa di Brian Epstein per la presentazione del disco Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band. Durante la festa viene realizzata un'intera sessione fotografica in cui i quattro compaiono seduti sui gradini davanti alla casa, mentre aprono la porta, all'interno della casa mentre si scambiano convenevoli e così via. Eppure in queste foto c'è qualcosa di strano.



Qui i Beatles sono ritratti mentre sono seduti davanti alla porta di casa di Brian Epstein, a Londra. Notate qualcosa di strano? A me sembra che McCartney non sia sempre lo stesso, benché le foto, a rigore, dovrebbero essere state scattate a pochi secondi di distanza. I due sono vestiti e pettinati allo stesso modo, si assomigliano, ma ci sono differenze evidenti.

Ora ingrandiamo i volti per verificare meglio.


Io vedo due ragazzi diversi: quello a sinistra, direi Paul, ha la faccia e la testa più tonda, il naso e il mento più corti, ha una fossetta sul mento e le sopracciglia angolate. Il ragazzo a destra, direi Bill, ha il viso e il mento pi lunghi, il mento sporge un po' sulla destra, non ha la fossetta, ha le sopracciglia arrotondate e il naso più lungo. 

Una domanda a questo punto potrebbe essere: perché i Beatles avrebbero dovuto fare una cosa simile e farsi scoprire? A mio parere, se Paul non è morto, la sostituzione non è una cosa così grave da far sapere. Apollo C. Vermouth diceva che i Beatles volevano che la gente sapesse cosa stava succedendo nel gruppo e questo era un modo per mostrare qualcosa di palese, anche se poi nessuno si è accorto di nulla.

Voi cosa ne pensate?


P.S. L'intera sessione fotografica è presente all'indirizzo www.nemsworld.com. Sebbene al momento la pagina non risulti disponibile, le immagini che mostro in questi post provengono tutte dal sito citato.


giovedì 8 agosto 2013

Piccole incomprensioni in famiglia

La storia della sostituzione di Paul McCartney passa necessariamente per la PID. Tuttavia, nei forum, si legge spesso il parere di chi, come me, ha cominciato ad interessarsi all'argomento partendo dalla leggenda sulla morte di McCartney, per poi passare all'idea che Paul non fosse morto, ma sostituito da una persona fortemente somigliante dal 1966 e per i quarantasette anni a seguire. Giusto un appunto: nella mia variante della storia, come ho più volte spiegato, il vero Paul ha ripreso in mano la situazione già dopo pochi anni e ancora oggi divide la scena con il suo sosia.

La convinzione di un Paul sostituito e ancora in vita si giustifica col fatto che, se ci pensiamo, in questo modo è molto più facile concepire l'intera faccenda. 
Ho sempre pensato che il più grosso scoglio alla sostituzione di Paul da morto non fosse l'aspetto fisico o la competenza musicale del suo sostituto, anche se si tratta di fattori importanti, ma il suo patrimonio. Già, il vile denaro. 

Per qualche tempo, ho frequentato abbastanza i tribunali. Da professionista del settore, non da "utente". Abbastanza da vedere cause ereditarie lunghe quarant'anni per dividersi una somma di denaro nettamente inferiore all'onorario degli avvocati degli eredi. Cause simili tirano fuori il peggio dalle persone, sia che in ballo ci siano pochi euro sia, e a maggior ragione, quando si parla di patrimoni ingenti. Ora, per quanto io possa immaginare i congiunti di Paul come persone miti e accondiscendenti, mi viene in salita pensare che abbiano lasciato un estraneo a godersi il patrimonio del loro figlio o fratello e così via, rinviando la loro aspettativa di guadagno a tempi decisamente incerti. 

Diciamo che, in termini matematici, in condizioni simili, la pazienza dei congiunti di McCartney doveva essere inversamente proporzionale alla longevità del sostituto.

Specie se consideriamo che le cronache raccontano di un McCartney nemmeno troppo generoso con i suoi parenti più stretti. Un esempio?

In questo articolo Ruth McCartney, la sorellastra di Paul, offre qualche spunto di riflessione. Jim McCartney sposò la madre di Ruth, Angie, nel 1964. Ruth aveva quattro anni all'epoca e Jim la adottò, dandogli il suo cognome. Paul aveva acquistato una casa, chiamata Rembrandt, come investimento, e la intestò a suo padre, che vi abitò fino alla sua morte, nel 1976. Da ciò che si evince dall'articolo, Paul si comportava come fosse casa sua, quando vi soggiornava, ma questo può essere dovuto alla confidenza che ovviamente aveva con suo padre.

Più strano, invece, è quello che accadde quando il povero Jim si ammalò: aveva l'artrite reumatoide e si era indebitato per pagarsi le cure. E un buon figliuolo che cosa fa? Beh, Paul gli compra indietro la casa per permettergli di pagare i suoi debiti.
Ok, non era quello che mi aspettavo. Comunque, alla morte di suo padre, Paul, "sfratta" la matrigna e la sorellastra, si riprende la casa e taglia completamente i ponti con loro per i successivi vent'anni.

Ruth racconta inoltre come lei e sua madre hanno passato un brutto periodo dopo la morte di Jim, trovandosi all'improvviso prive di mezzi. Ammette di aver svolto cinque lavori nello stesso periodo, tra cui la cameriera e la donna delle pulizie in un ufficio. Tutto, nell'altrui convinzione che il buon Paul si stesse prendendo cura di loro. Fastidioso.

E ora ragioniamo. Un comportamento simile sarebbe stato tollerato da un estraneo che senza alcun diritto stesse vestendo i panni di un povero Paul defunto dieci anni prima? No, è la mia risposta. Secondo me, no. Perché in quel caso loro avrebbero potuto opporsi davanti a un tribunale e gridare "all'impostore!!" davanti al mondo intero, chiedendo un semplice esame del sangue per averne ragione. Non varrebbe nemmeno la giustificazione di essere sotto minaccia, perché, in quel caso, Ruth non avrebbe avuto nemmeno il coraggio di rendere quest'intervista.

Per me la spiegazione più logica è che loro non potevano vantare alcun diritto, visto che avevano davanti il vero Paul McCartney che, magari in modo brutale, faceva valere i suoi, di diritti.

L'articolo merita di essere letto con attenzione, in particolare ci teniamo d'acconto il riferimento ai nastri che Ruth avrebbe registrato sul rapporto con Paul e consegnato al giornalista Geoffrey Giuliano. Curioso che anni prima siano stati registrati altri nastri, sempre su Paul, questa volta da Linda McCartney. In entrambi i casi, le rivelazioni registrate sui nastri sembravano in grado di scuotere qualcosa, al punto da spingere lo stesso Paul ad acquistare quelli di Linda dal giornalista che li deteneva. Su tutte le registrazioni provò a mettere le mani anche Heather Mills, la seconda moglie di Paul, durante l'agguerrita causa di divorzio. Non ci riuscì, ma questa è un'altra storia.