La convinzione di un Paul sostituito e ancora in vita si giustifica col fatto che, se ci pensiamo, in questo modo è molto più facile concepire l'intera faccenda.
Ho sempre pensato che il più grosso scoglio alla sostituzione di Paul da morto non fosse l'aspetto fisico o la competenza musicale del suo sostituto, anche se si tratta di fattori importanti, ma il suo patrimonio. Già, il vile denaro.
Ho sempre pensato che il più grosso scoglio alla sostituzione di Paul da morto non fosse l'aspetto fisico o la competenza musicale del suo sostituto, anche se si tratta di fattori importanti, ma il suo patrimonio. Già, il vile denaro.
Per qualche tempo, ho frequentato abbastanza i tribunali. Da professionista del settore, non da "utente". Abbastanza da vedere cause ereditarie lunghe quarant'anni per dividersi una somma di denaro nettamente inferiore all'onorario degli avvocati degli eredi. Cause simili tirano fuori il peggio dalle persone, sia che in ballo ci siano pochi euro sia, e a maggior ragione, quando si parla di patrimoni ingenti. Ora, per quanto io possa immaginare i congiunti di Paul come persone miti e accondiscendenti, mi viene in salita pensare che abbiano lasciato un estraneo a godersi il patrimonio del loro figlio o fratello e così via, rinviando la loro aspettativa di guadagno a tempi decisamente incerti.
Diciamo che, in termini matematici, in condizioni simili, la pazienza dei congiunti di McCartney doveva essere inversamente proporzionale alla longevità del sostituto.
Specie se consideriamo che le cronache raccontano di un McCartney nemmeno troppo generoso con i suoi parenti più stretti. Un esempio?
In questo articolo Ruth McCartney, la sorellastra di Paul, offre qualche spunto di riflessione. Jim McCartney sposò la madre di Ruth, Angie, nel 1964. Ruth aveva quattro anni all'epoca e Jim la adottò, dandogli il suo cognome. Paul aveva acquistato una casa, chiamata Rembrandt, come investimento, e la intestò a suo padre, che vi abitò fino alla sua morte, nel 1976. Da ciò che si evince dall'articolo, Paul si comportava come fosse casa sua, quando vi soggiornava, ma questo può essere dovuto alla confidenza che ovviamente aveva con suo padre.
Più strano, invece, è quello che accadde quando il povero Jim si ammalò: aveva l'artrite reumatoide e si era indebitato per pagarsi le cure. E un buon figliuolo che cosa fa? Beh, Paul gli compra indietro la casa per permettergli di pagare i suoi debiti.
Ok, non era quello che mi aspettavo. Comunque, alla morte di suo padre, Paul, "sfratta" la matrigna e la sorellastra, si riprende la casa e taglia completamente i ponti con loro per i successivi vent'anni.
Ruth racconta inoltre come lei e sua madre hanno passato un brutto periodo dopo la morte di Jim, trovandosi all'improvviso prive di mezzi. Ammette di aver svolto cinque lavori nello stesso periodo, tra cui la cameriera e la donna delle pulizie in un ufficio. Tutto, nell'altrui convinzione che il buon Paul si stesse prendendo cura di loro. Fastidioso.
E ora ragioniamo. Un comportamento simile sarebbe stato tollerato da un estraneo che senza alcun diritto stesse vestendo i panni di un povero Paul defunto dieci anni prima? No, è la mia risposta. Secondo me, no. Perché in quel caso loro avrebbero potuto opporsi davanti a un tribunale e gridare "all'impostore!!" davanti al mondo intero, chiedendo un semplice esame del sangue per averne ragione. Non varrebbe nemmeno la giustificazione di essere sotto minaccia, perché, in quel caso, Ruth non avrebbe avuto nemmeno il coraggio di rendere quest'intervista.
Per me la spiegazione più logica è che loro non potevano vantare alcun diritto, visto che avevano davanti il vero Paul McCartney che, magari in modo brutale, faceva valere i suoi, di diritti.
L'articolo merita di essere letto con attenzione, in particolare ci teniamo d'acconto il riferimento ai nastri che Ruth avrebbe registrato sul rapporto con Paul e consegnato al giornalista Geoffrey Giuliano. Curioso che anni prima siano stati registrati altri nastri, sempre su Paul, questa volta da Linda McCartney. In entrambi i casi, le rivelazioni registrate sui nastri sembravano in grado di scuotere qualcosa, al punto da spingere lo stesso Paul ad acquistare quelli di Linda dal giornalista che li deteneva. Su tutte le registrazioni provò a mettere le mani anche Heather Mills, la seconda moglie di Paul, durante l'agguerrita causa di divorzio. Non ci riuscì, ma questa è un'altra storia.
Specie se consideriamo che le cronache raccontano di un McCartney nemmeno troppo generoso con i suoi parenti più stretti. Un esempio?
In questo articolo Ruth McCartney, la sorellastra di Paul, offre qualche spunto di riflessione. Jim McCartney sposò la madre di Ruth, Angie, nel 1964. Ruth aveva quattro anni all'epoca e Jim la adottò, dandogli il suo cognome. Paul aveva acquistato una casa, chiamata Rembrandt, come investimento, e la intestò a suo padre, che vi abitò fino alla sua morte, nel 1976. Da ciò che si evince dall'articolo, Paul si comportava come fosse casa sua, quando vi soggiornava, ma questo può essere dovuto alla confidenza che ovviamente aveva con suo padre.
Più strano, invece, è quello che accadde quando il povero Jim si ammalò: aveva l'artrite reumatoide e si era indebitato per pagarsi le cure. E un buon figliuolo che cosa fa? Beh, Paul gli compra indietro la casa per permettergli di pagare i suoi debiti.
Ok, non era quello che mi aspettavo. Comunque, alla morte di suo padre, Paul, "sfratta" la matrigna e la sorellastra, si riprende la casa e taglia completamente i ponti con loro per i successivi vent'anni.
Ruth racconta inoltre come lei e sua madre hanno passato un brutto periodo dopo la morte di Jim, trovandosi all'improvviso prive di mezzi. Ammette di aver svolto cinque lavori nello stesso periodo, tra cui la cameriera e la donna delle pulizie in un ufficio. Tutto, nell'altrui convinzione che il buon Paul si stesse prendendo cura di loro. Fastidioso.
E ora ragioniamo. Un comportamento simile sarebbe stato tollerato da un estraneo che senza alcun diritto stesse vestendo i panni di un povero Paul defunto dieci anni prima? No, è la mia risposta. Secondo me, no. Perché in quel caso loro avrebbero potuto opporsi davanti a un tribunale e gridare "all'impostore!!" davanti al mondo intero, chiedendo un semplice esame del sangue per averne ragione. Non varrebbe nemmeno la giustificazione di essere sotto minaccia, perché, in quel caso, Ruth non avrebbe avuto nemmeno il coraggio di rendere quest'intervista.
Per me la spiegazione più logica è che loro non potevano vantare alcun diritto, visto che avevano davanti il vero Paul McCartney che, magari in modo brutale, faceva valere i suoi, di diritti.
L'articolo merita di essere letto con attenzione, in particolare ci teniamo d'acconto il riferimento ai nastri che Ruth avrebbe registrato sul rapporto con Paul e consegnato al giornalista Geoffrey Giuliano. Curioso che anni prima siano stati registrati altri nastri, sempre su Paul, questa volta da Linda McCartney. In entrambi i casi, le rivelazioni registrate sui nastri sembravano in grado di scuotere qualcosa, al punto da spingere lo stesso Paul ad acquistare quelli di Linda dal giornalista che li deteneva. Su tutte le registrazioni provò a mettere le mani anche Heather Mills, la seconda moglie di Paul, durante l'agguerrita causa di divorzio. Non ci riuscì, ma questa è un'altra storia.
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