martedì 30 dicembre 2014

Dubbi e propositi

Bentrovati!!

Qualcuno mi ha chiesto come mai ho interrotto i post all'inizio di Settembre. Potrei raccontarvi di aver finalmente scoperto la verità sull'intricato mistero del doppio McCartney e che questo richiedeva inesorabilmente la mia presenza altrove. Oppure potrei svelarvi i piani segreti per rivelare al mondo intero la soluzione della leggenda metropolitana del Rock più famosa del mondo. Oppure...

Oppure potrei semplicemente confessare che stavo lavorando per tradurre in inglese Seguendo Mr. Apollo. Più noioso e banale, ma la verità.

E già che ne parliamo, vi rivelerò di avere avuto forti dubbi sulla versione inglese. Vi spiego.
Come molti di voi, anche io ho letto l'intera saga di Harry Potter, il maghetto creato dalla penna della scrittrice J.K. Rowling e, come molti di voi, sono rimasta sbigottita quando ho scoperto che i nomi di tanti personaggi dei vari libri erano stati modificati nel passaggio dalla versione inglese alla lingua italiana. E così il Professor Silente si chiamava in origine Professor Dumbledore, la Professoressa McGranitt era la Professoressa McGonagall e via così.

Vi starete chiedendo cosa c'entri questo con i Beatles. Un attimo e ci arrivo.

Ho riflettuto bene prima di prendere una decisione. E alla fine sono giunta alla conclusione che...
Nella traduzione di Seguendo Mr. Apollo in lingua inglese... i personaggi terranno tutti gli stessi nomi: quindi John Lennon resterà John Lennon, Paul McCartney resterà Paul McCartney e William Campbell resterà... beh, lasciamo perdere.

Scommetto che questa informazione avrà certamente rassicurato tutti.

Detto questo. Tra i miei propositi per il nuovo anno c'è quello di ricominciare a raccontarvi ancora qualcosa qui, sul blog. Posto che, chi volesse soddisfare la curiosità su questa storia può acquistare Seguendo Mr. Apollo, in tutti gli store online, in versione digitale o cartacea.

E un altro proposito, l'ultimo del 2014, lo metto in pratica subito:

Voglio augurare a tutti coloro che seguono il blog di Seguendo Mr. Apollo o che lo seguirebbero volentieri se lo conoscessero, un Nuovo Anno fantastico, colmo di grandi motivazioni e ricche speranze. 
E se, di sua iniziativa, questo 2015 non fosse poi questo granché, io propongo di impegnarci un po' tutti a renderlo migliore. Chissà che non funzioni meglio.



Felice Anno Nuovo

da

Consuelo Portoghese


domenica 7 settembre 2014

Well done, Bill, well done!!!

Abbiamo un argomento in sospeso, ricordate?
L'ultima volta abbiamo cominciato ad analizzare una canzone con un testo "bizzarro": Helen Wheels.
Riprendiamo da lì?

Helen Wheels [1973].
"Ho detto addio al mio ultimo albergo, non è mai stato un tipo di dimora troppo gentile. La città di Glasgow non mi ha piegato quando stavo partendo sulla strada".

Abbiamo già visto che questo primo inciso ci potrebbe indicare il luogo di partenza di Bill: una prigione di Glasgow, un luogo decisamente poco ospitale a cui lui dice addio e che, nella partenza, "non lo ha piegato".

"La città di Carlisle non è mai sembrata così bella e l'autostrada di Kendall così veloce. Rallenta autista, voglio rimanere vivo, voglio fare quest'ultimo viaggio. Helen, l'inferno sulle ruote, nessun altro sa in che modo ci si sente".

La città di Carlisle non gli è mai sembrata così bella. Carlisle è al confine tra Scozia e Inghilterra; quando ci arriva, Bill è fuori dalla giurisdizione scozzese e perciò ha meno probabilità di essere catturato. L'autostrada di Kendall non è mai stata così veloce e Bill chiede all'autista di rallentare la sua corsa perché teme per la sua vita.

"M6 sud, giù verso Liverpool, dove loro suonano la musica della West Coast, il marinaio Sam veniva da Birmingham, ma lui non sarà mai trovato".

E qui la cosa si fa piuttosto interessante. La M6 sud è l'autostrada che porta verso Liverpool. A cosa si potrebbe riferire McCartney quando dice che percorre questa autostrada verso Liverpool, dove LORO suonano la musica della West Coast? Loro sarebbero i Beatles? Perché li raggiunge da Glasgow? E soprattutto, se sta ricordando qualcosa del passato, perché non era con loro?

E' tutto chiaro se invece parla Bill: sta venendo via da Glasgow perché evade dalla prigione, procede sull'autostrada M6. Un'altra persona sta guidando l'auto e la velocità gli fa paura. Passa il confine ed è contento. Sa che sta andando a Liverpool, dai Beatles, che suonano la musica della West Coast. 

Ora. Chi si ricorda dove abbiamo conosciuto il marinaio Sam?
Si, proprio QUI: in Band On The Run, dove, insieme al secondino, cercava la banda in fuga. Qua Bill ci dice che il marinaio Sam veniva da Birmingham ma non sarà mai trovato. Ecco questa frase mi porta a nutrire qualche preoccupazione per la salute del marinaio Sam.

"Mi sento bene quando un cartello di Londra mi saluta come un amico perso da tanto".

Alla fine Bill è sollevato alla vista del cartello di Londra, che lo saluta come un vecchio amico. Se stava scappando, per raggiungere i Beatles in un posto dove sarebbe rimasto protetto e nascosto, alla vista di Londra si sarà sentito al sicuro. A questo punto possiamo aggiungere Londra tra i possibili luoghi in cui Bill può aver passato la sua vita pre-Beatles.

Beh??!! Che ne dite di questa insospettabile canzone? Secondo me, racconta davvero qualcosa di interessante. Vi lascio con un input: anche questa canzone è del 1973, come Band On The Run, Nineteen Hundred and Eighty-Five e altre canzoni, che non abbiamo ancora visto. Tutte degli stessi anni. I Beatles si sono sciolti nel 1970 e vedremo che non sono certo rimasti in buoni rapporti con Bill. Tranne Paul, che, per continuare a cantare, ha bisogno di lui. Se Bill ha davvero i problemi giudiziari che abbiamo visto, non potrà certo andarsene per i fatti suoi ma sarà costretto a stare lì, in attesa del 1985.

E allora cosa succede nel 1973? Avanzo un'ipotesi: può darsi che, passato qualche anno, Bill si renda conto che la situazione in cui si trova gli va stretta e cerchi un modo per far capire a tutti come stanno davvero le cose. Così decide di farlo nel modo in cui a suo tempo lo avevano fatto anche i Beatles, cioè raccontando i "fatti suoi" nei testi delle canzoni.

Well done, Bill, well done!!


lunedì 25 agosto 2014

Via da Glasgow, Bill!!!!

Bentrovati!!
Pronti per riprendere il nostro puzzle?

Vediamo... qualcuno ricorda dove ci eravamo fermati? Meglio un ripasso?
Sono d'accordo anch'io.

Nell'ultimo post abbiamo fatto un giro di fantasia su un'ipotesi molto interessante, a mio parere: avevamo già visto come diverse canzoni di Bill parlassero di prigioni, sbarre, condanne e via così. Fino a Band On The Run, dove Bill afferma addirittura di essere stato sbattuto tra quattro mura e mandato dentro "per sempre". Questa canzone parla chiaramente di una evasione dal carcere e, abbiamo aggiunto, l'ultima versione del video, ci rende tutto ancora più chiaro. 

Come ho raccontato l'ultima volta, a Band On The Run si lega Nineteen Hundred and Eighty Five, 1985. La prima canzone potrebbe segnare l'inizio della storia, con l'evasione di Bill, la sostituzione di Paul e, in definitiva, l'ingresso di Bill nei Beatles. Il 1985 potrebbe invece segnarne la fine. Il testo della canzone dice che nessuno arriverà vivo al 1985 e che lui non pensava di essere ancora in giro per vedere tutto quello diventare vero. Se il 1985 indica lo spirare di una prescrizione legale ventennale, come abbiamo avanzato, per quella data Bill sarà completamente libero da vincoli. Per ora questo concetto potrà non dire nulla, ma in futuro ci tornerà utile.

Ultima precisazione: in Inghilterra manca la prescrizione ventennale dei reati; ma siccome Bill ha parlato di altri luoghi nelle sue canzoni, io sono andata a verificare e, in Scozia, i reati si prescrivono proprio in vent'anni.

Ed ora la nostra tessera di oggi. C'è una canzone di McCartney che parla di un itinerario che parte proprio da una città della Scozia e si intitola Helen Wheel's [1973].


Vediamo il testo?
"Ho detto addio al mio ultimo albergo, non è mai stato un tipo di dimora troppo gentile. La città di Glasgow non mi ha piegato quando stavo partendo sulla strada".

Anche qui abbiamo qualche punto oscuro, ma andiamo con ordine. La prigione più importante della Scozia è a Glasgow e si chiama Barlinnie, è chiamata Bar-L, Bar-Hell, l'inferno nelle sbarre, nome piuttosto inquietante. Nella canzone di cui stiamo parlando viene fatto un gioco di parole simile: Helen, Hell on wheels, l'inferno sulle ruote.

Il viaggio di Bill parte da Glasgow, ha detto addio al suo ultimo albergo, che non era "troppo ospitale". Se si riferisce a una prigione definita come un inferno, mi sembra ragionevole e appropriato che non la trovasse troppo ospitale e, evadendo gli ha detto addio.

Facciamo un collegamento a un'altra stranezza? Il carcere di Barlinnie è stato aperto nel 1882 e nella discografia di McCartney troviamo una canzone intitolata 1882. Che fissazione quella di mettere le date nei titoli delle canzoni!!! Sapete di cosa parla 1882? Di un ragazzo che finisce in prigione per aver rubato del pane. Molto strano, ma molto interessante.

Per evitare di appesantire il post, io riprenderei Helen Wheel's al nostro prossimo appuntamento. Il discorso riserva ancora delle sorprese perciò state in campana, mi raccomando!!!



lunedì 21 luglio 2014

Billy Campbell: aspettando il 1985

Allora, se siamo tutti d'accordo io continuerei su questo lato della storia ancora per qualche post e poi torniamo ai Beatles.

QUIQUI e QUI abbiamo visto come il passato di Willie Campbell, Bill per noi, non sia stato proprio limpido e come venga più di qualche dubbio sulla vita che conduceva prima di entrare a far parte dei Beatles. O meglio, prima di sostituire Paul, visto che Bill non sarà mai considerato un vero Beatles.

Quello a cui vi invito oggi è un giro di fantasia. Per ora solo questo, poi valuterete se ne possiamo tirar fuori qualcosa.

Il disco Band On The Run esce sul mercato come singolo nel 1973, e il lato B è occupato dalla canzone Nineteen Hundred And Eighty Five, 1985. Partiamo dal titolo. Non è strano, nel 1973, intitolare una canzone "1985"? Prima del 2000 tutti ci chiedevamo come sarebbe stato il mondo nel nuovo millennio, anche un po' intimoriti da ciò che vedevamo nei film di fantascienza. E' invece difficile che si scelga un anno in modo anacronistico per chiedersi cosa succederà. Tipo: mah, sono curioso, chissà cosa succederà nel 2024? Lo so che la prima risposta è "chi se ne frega!!" Ed è proprio questo il punto. Perchè nel 1973 McCartney doveva chiedersi cosa sarebbe successo nel 1985? Ecco, secondo me un motivo invece c'è. Quella data doveva avere una certa importanza per lui. Ma quale?

Nineteen Hundred And Eighty Five [1973]
"Nessuno potrà arrivare vivo al 1985. Lei forse è giusta, lei può andare bene, lei può avere amore ma non avrà i mio perché io ho te... Beh mia madre disse che il tempo sarebbe venuto quando mi sarei ritrovato innamorato di te, io non pensavo, non ho mai sognato di essere in giro per vedere tutto questo diventare vero".

Come possiamo vedere, l'unico riferimento al 1985 è all'inizio della canzone e non ci dice nulla di particolare, a parte un po' di pessimismo. Il resto del testo non sembra dire molto di più, a parte che non immaginava di essere in giro per vedere tutto questo diventare vero. Perché, dove doveva essere? Si, un'idea ce la siamo fatta, dai...

Alla fine della canzone poi, possiamo sentire il ritornello di Band On The Run. Da qui una mia ipotesi: se Band On The Run rappresenta l'evasione e l'inserimento di Bill nei Beatles, Nineteen Hundred And Eighty Five potrebbe rappresentare la fine di qualcosa.

Mi spiego. Se Bill nel 1966 era in prigione, poteva esserci per fatti compiuti non troppo tempo prima. So che è un volo pindarico, ma vale un po' di pazienza.

Si sa che in diritto le cifre tonde sono molto importanti. Le prescrizioni dei reati, ad esempio, vanno tutte per cifra tonda: dieci, venti o trent'anni. Ricollegando l'evasione alla data, con una semplice sottrazione arriviamo al 1965. Resta a questo punto da vedere se in Inghilterra esiste la prescrizione ventennale dei reati. La risposta è no, non esiste prescrizione. In Inghilterra, no, ma Bill parla spesso di altri luoghi e uno di questi è la Scozia. E guarda il caso, in Scozia i reati si prescrivono in vent'anni. E sapete quale canzone parla di un viaggio che parte proprio da...??

Ok, ok, vi aspetto per parlarne la prossima volta... Per ora ci godiamo Nineteen Hundred And Eighty Five.



lunedì 30 giugno 2014

Bill e la banda in fuga

Eccoci di nuovo.. Post ricco oggi!!!

Nella mia solita distrazione ho notato che, qui nel blog, non ho mai pubblicizzato seriamente la pagina Facebook di Seguendo Mr. Apollo. Poteva mancare una pagina ufficiale del libro? Qualcosa che consentisse il confronto flessibile delle idee e lo scambio delle intuizioni sulla sostituzione di Paul McCartney e sugli indizi lasciati dal buon Mr. Apollo? Certo che poteva mancare, ma è stata fatta comunque. E allora, perché non dare un'occhiata anche a quella? Per chi non vi fosse ancora passato, il link è questo. Se vi va di commentare, siete i benvenuti e ovviamente, non dimenticate di lasciare un like sulla pagina!! 

Detto questo, proprio su Facebook, qualche settimana fa, un amico della pagina mi ha segnalato un nuovo video di Band on the Run molto intrigante.

Band on the Run è contenuta nell'omonimo album del 1973 ed è stata presa in considerazione dai teorici della PID solo per una frase: "Beh l'impresario di pompe funebri tirò un sospiro vedendo che nessun altro era venuto". Da qui è stato dedotto il riferimento ad un funerale falso, ovviamente quello di Paul.

Secondo me, c'è tanto altro di interessante e più passa il tempo, più mi sembra che venga aggiunto qualcosa. Non vi secca se approfondiamo un po'? 

"Bloccato in queste quattro mura, spedito dentro per sempre, non ho mai visto nessuna dolce come te, mamma. Se mai uscirò da qui, ho intenzione di donare tutto a un ente di carità, tutto ciò di cui ho bisogno è una pinta al giorno, se mai uscirò da qui.
Beh, la pioggia esplose con un tuono fragoroso e noi cademmo nel sole, e il primo dice al secondo spero che ti stia divertendo là [...] E il secondino e il marinaio Sam stavano cercando tutti, per la banda in fuga".

Negli ultimi post, QUI e QUI, abbiamo analizzato l'ipotesi che Bill avesse un passato non proprio morigerato, perciò anche qui il riferimento alle quattro mura e a una condanna "lunga" non ci stupisce più di tanto. Dice che pur di uscire donerebbe tutto ciò che ha a un ente benefico, giacché ha bisogno solo di una pinta al giorno.
A questo punto lo scenario cambia e la canzone parla di un evasione durante un temporale. Qui troviamo una frase difficile da ignorare: "il primo dice al secondo spero che ti stia divertendo là". Solo a me viene da pensare che il primo è Paul e il secondo è Bill?
Alla fine della strofa facciamo la conoscenza di due personaggi: il secondino e il marinaio Sam. Tenete a mente il secondo, tornerà presto nei nostri discorsi.

"Bene, l'impresario di pompe funebri tirò un grosso sospiro vedendo che nessun altro era venuto, e una campana stava suonando nella piazza del villaggio per i conigli in fuga. Beh, la notte stava cadendo mentre il mondo deserto cominciò a tranquillizzarsi. Nella città ci stavano cercando ovunque, ma non saremo mai trovati. Banda in fuga... E il giudice di contea, che serba rancore, cercherà ancora a lungo la banda in fuga".

Dell'impresario abbiamo già detto: anche secondo me si tratta di una morte inscenata. Ma non penso si tratti di quella di Paul, ma di quella di Bill: tutta l'operazione sarebbe stata molto più semplice se Bill fosse stato considerato morto. Più avanti aggiungeremo altri indizi sulla finta morte ma per ora ci fermiamo a questo.

Ora torniamo al video più recente.


Il tema dell'evasione è chiarissimo. Ottima l'idea delle parole che compongono il paesaggio e gli oggetti. E proprio queste ci offrono qualche spunto: siccome nulla è più ingannevole dell'ovvio, il mio primo istinto è stato verificare se le parole quadravano col contenuto.

- Sulla strada che porta alla prigione, o via dalla prigione, c'è scritto Drive Way: indica una strada privata che connette una casa o un garage con la strada pubblica. La via di fuga? Mah.

- Dopo che si apre il cancello, si solleva il passaggio a livello per lasciar passare gli uccelli. E' una cosa che non ha molto senso perché gli uccelli passerebbero comunque, anche con la barriera abbassata. Che anche l'evasione sia stata "assistita"?

- Quando si vedono i tre omini che scappano, su tutto il corpo c'è scritto Band on the Run, nei piedi c'è scritto Running, e fin qui ci sta. Nelle mani, invece, troviamo 1st, first, primo. E se intendesse first hand, prima mano? Potrebbe significare che la storia arriva direttamente dalla fonte e che quindi viene raccontata un'esperienza vissuta e non una storia inventata.

Io direi che ce n'è abbastanza per avanzare nel nostro puzzle. Aspetto le vostre opinioni o intuizioni sul video di Band on the Run. O sul resto, fate voi.

lunedì 16 giugno 2014

Via dal Dipartimento di Polizia

Beh, bentornati!!!

Che ne dite di andare avanti con l'ultimo argomento trattato? Come, quale??
Ripassino in questo post sul passato di Bill. Che ci crediate o no, io trovo questa parte della storia davvero appassionante. Abbiamo detto che le canzoni di Bill sono colme di riferimenti a prigioni, galeotti, sbarre e via così. Decisamente troppi per considerare il tutto come mera coincidenza.

Oggi vediamo qualche altra canzone. Tranquilli, non tante come nell'altro post, ma c'è qualche riferimento interessante ancora da vedere.

Let's go.

Not Such a Bad Boy [Non un ragazzo così cattivo] è una canzone del 1984 e in questa "McCartney" racconta che rideva dei suoi professori, che loro tenevano le slot machine in piscina, che non lo capivano e non lo capiranno mai. Ma, se potesse, direbbe ancora loro che non è più un ragazzo così cattivo. Afferma poi di aver parlato col suo avvocato (di nuovo??!!), che ha pagato la sua cauzione. Chiede se qualcuno può farlo uscire da quella prigione orribile; sa che il crimine non paga e sarà fuori in un paio di giorni.

Si, decisamente ermetica, ma con qualche riferimento interessante. Il primo è quello alla scuola e agli insegnanti: ne avevamo già parlato QUI. In quell'occasione avevo anche sottolineato un fatto singolare. Bill in questa canzone dice che i suoi professori tenevano le slot machine in piscina e io avevo sottolineato come un fatto simile non potesse verosimilmente essere riferito ai professori della scuola canonica, ma potesse invece riferirsi ai Beatles o chi, in quel periodo, insegnava a Bill come essere Paul. Una conferma in questo senso l'avevo trovata nella biografia di John Lennon scritta da Philip Norman, dove si racconta che Lennon, nella sua tenuta di Weybridge, Surrey, aveva una piscina hollywoodiana e una stanza per le slot machine. Se colleghiamo i concetti espressi in questa canzone ne deduciamo che Bill vorrebbe dire agli altri che non è più un ragazzo così cattivo, con ciò implicando ovviamente che prima lo era.

Altra canzone: I Use to be Bad [Ero cattivo,1997]. Ahia.
Anche qui Bill torna sull'argomento: era cattivo ma ora non lo è più. Dice di essere stato messo su uno scaffale, cioè di essere stato messo da parte e tenuto senza fare nulla. Rivela che ha un carattere dolce e che gli piace divertirsi. Ribadisce anche qui di aver imparato la lezione tanto tempo fa.

Ed ora possiamo aggiungere qualcosa su una delle mie canzoni preferite: She Came in Through The Bathroom Window. Abbiamo più volte detto, a proposito della PID, che era stato dedotto che il sostituto di Paul McCartney fosse un ex poliziotto da una frase di questa canzone: "Così ho lasciato il Dipartimento di Polizia per trovarmi un lavoro fisso". E avevamo spesso commentato come in effetti fare il poliziotto fosse già un lavoro fisso. Ma qui il punto è un altro. Alla luce degli ultimi post, vien fuori una domanda: chi possiamo trovare in un Dipartimento di Polizia? Solo i poliziotti, o anche i criminali? 
A me sembra che dire che ha lasciato il Dipartimento di Polizia e che non è più così cattivo, forse, in buona sostanza, hanno lo stesso significato.

Beh, vi aspetto per il prossimo giro. L'argomento si fa sempre più interessante, ve lo assicuro.

Ma io sono di parte.


martedì 3 giugno 2014

Bill e la vita spericolata

Alzi la mano chi ricorda di cosa abbiamo parlato l'ultima volta...

Ok, riprendiamo da lì: breve ripasso e poi si va avanti. Nell'ultimo post, cercavamo di capire di cosa si occupasse Bill prima di prendere posto nei Beatles e sostituire Paul McCartney. Dicevamo che probabilmente era un artista di strada e lo deducevamo dai vari indizi lasciati qua e là. Andiamo avanti?

Eeeeh si. Ma a questo punto mi corre l'obbligo di avvertirvi che nel post che segue analizzerò diversi testi e riferimenti delle canzoni del buon McCartney. In passato mi è stata rimproverata un'insana passione per gli indizi lasciati nei testi delle canzoni, ma ragioniamo: se dovesse risultare vera la mia teoria, per cui c'è un uomo che vive senza esistere; che per tutta la vita, con o senza la sua volontà, veste i panni di un cantante famoso; che vuole raccontare la sua storia e l'unico strumento ragionevole che ha per farlo sono le canzoni che scrive e canta. Beh, voi dove li cerchereste gli indizi? 

Non vi faccio firmare una liberatoria, ma ritenetevi avvisati.

Allora. Abbiamo parlato del video When We Was Fab di George Harrison, in cui si vede il cantante, in versione busker che chiede, tra l'altro, l'elemosina ai passanti. Mentre passa un uomo, che getta qualche spicciolo nel bicchiere di Harrison, una mano esce dalla giacca di quest'ultimo per sfilargli il portafoglio dalla tasca. E qui arriviamo a toccare un altro argomento. Ricordate che abbiamo ricordato che Mr. Apollo disse che il passato di Bill era stato "imbiancato" e che erano stati fatti molti sforzi per tenerlo lontano dai suoi precedenti impegni?

Ecco, diciamo che forse Bill non conduceva proprio una vita morigerata e guarda il caso, tra i vari indizi che lascia nelle sue canzoni, quelli più ricorrenti sono proprio quelli che riguardano prigioni, sbarre, arresti e via così. 

1882 [1970], parla di un ragazzo che viene arrestato e condannato perché ha rubato del pane per la madre malata.

In Give Ireland Back To The Irish [1972], troviamo un riferimento a un uomo chiuso in una prigione, che somiglia a lui e si chiede se dovrebbe reagire o impazzire.

In Band on the Run [1973], il protagonista si trova chiuso tra quattro mura e spedito dentro per sempre. Non sa se uscirà ma se mai succederà, promette di donare tutto a un ente di beneficenza, perché lui ha bisogno solo di una pinta al giorno.

Con The Note You Never Wrote [1976], afferma che è stato arrestato sulla spiaggia, portando un certo quantitativo di documenti governativi.

In Time to Hide [1976], ammette che sta scappando dalla legge perché altrimenti lo mettono dentro e che scappa da quando nemmeno Dio lo ricorda. Questa canzone è accreditata a Denny Laine, nel periodo dei Wings, perciò siamo tenuti a includerla ma con beneficio d'inventario.

Nell'ultima strofa di London Town [1978], racconta che una domenica pomeriggio, mentre camminava per strada, è stato arrestato da uno sbirro (la canzone usa il termine Rozzer).

E ancora. Il video di Ebony and Ivory è ambientato in un penitenziario; in Cage, Bill dice di essere in prigione e chiede alla sua donna di farlo uscire; in No Values, richiama Artful Dodger, celebre personaggio di Oliver Twist di Dickens, un borseggiatore, appunto. In Once Upon a Long Ago, si lamenta di suonare la chitarra su un palco vuoto, contando le sbarre di una gabbia di ferro.

Avete le vertigini? Se non passano entro tre minuti e mezzo, fatevi vedere da un otorino, potrebbe essere labirintite.

Mettiamola così. I puzzle di oggi servono per comporre qualcosa di uniforme ma imprescindibile, come il cielo, per esempio. Però, adesso ho io una domanda  per voi: così tanti riferimenti a un singolo argomento, possono essere casuali? 

Se vi va, mi trovate qui. Tornate pure, quando vi passano le vertigini...

domenica 25 maggio 2014

Bill e i suoi precedenti impegni

Beh, vi va se ricominciamo a parlare di Bill?

Apollo C. Vermouth, in uno dei suoi interventi, dice che sono stati fatti molti tentativi per tenere Bill separato dai suoi precedenti impegni e che molto del passato di Bill è stato "imbiancato". Con questo post e con i prossimi, proveremo a capire quali sono questi impegni e che senso si possa attribuire al verbo "imbiancare" nel nostro contesto.

La mia prima ipotesi è che Bill fosse un cantante di strada, un busker. Move Over Busker, oltre ad essere il titolo di una canzone di McCartney del 1986, è anche un incoraggiamento ripetuto varie volte dai personaggi che Bill incontra sulla sua strada, nel brano. Gli dicono che il suo tempo arriverà e alla fine della canzone, lui risponde che il suo tempo è arrivato.

In London Town [1978], invece, ne incontra uno che suona il flauto. In questo caso, Bill trasforma la parola busker in burker, indicando con ciò che il musicista che incontra per le strade di Londra suona malissimo, e la sua musica somiglia al latrato di un cane.

In Man We Was Lonely [Eravamo soli, 1988], nella prima strofa, Bill parla di quando era solo e dice che di solito camminava sulla Fast City Line, cantando canzoni che, pensava, sarebbero rimaste solo sue. la City Line è il tratto di ferrovia accanto alla stazione, un buon posto per un artista di strada e il pensiero che le canzoni sarebbero rimaste solo sue, significa probabilmente che non si aspettava di cantare le sue canzoni per platee più vaste, diciamo così.

E arriviamo al video di When We Was Fab [Quando Eravamo Favolosi, 1988] di George Harrison. George canta appoggiato a un muro, come un artista di strada, mentre intorno a lui succedono un po' di cose strane. E così vediamo Ringo che trasporta un pianoforte e soprattutto troviamo il tricheco con le valigie intorno a sé: guarda il caso, qui il tricheco suona un basso mancino, confermando che il tricheco era Paul. Le valigie ci potrebbero invece indicare che il tricheco/Paul se n'era andato dai Fab Four. Ma quella è un'altra storia.

Per questa storia, di tanto in tanto, dalla tasca di George viene fuori una mano: ad un certo punto, questa mano scrive qualcosa sul muro e viene ammanettata alla chitarra. Poi, la stessa mano esce ancora dalla giacca, questa volta con un bicchiere per chiedere qualche moneta ai passanti; una persona gli getta qualche spicciolo, ma mentre questi fa un altro passo, un'altra mano ancora gli sfila il portafoglio dalla tasca.

Qualche anno fa, per vedere se veniva riconosciuto dai fan, Paul McCartney (ufficialmente) si è camuffato da cantante di strada. Suonava e cantava con una custodia di chitarra aperta davanti a sé per raccogliere le monete che gli gettavano. Potrebbe essere semplicemente una verifica, visto che qualche altro cantante ha avuto la stessa idea, ma potrebbe anche essere l'ennesimo indizio di Bill, per svelare un altro tassello della sua vita.

E con questo, vi do appuntamento per le prossime puntate. Qualora gradiate la compagnia, s'intende...


domenica 18 maggio 2014

C'erano George Martin, il Re Sole e Mark Twain...

Eccomi, ancora qui!!!

Ho dato un'occhiata agli argomenti seguiti con gli ultimi post e mi sono accorta che manca ancora qualche elemento per far quadrare il cerchio. Abbiamo analizzato i legami tra Paul e il Re Sole, Sun King (QUI e QUI) e poi, i riferimenti al Codice presente nel disco Love, di George Martin (QUI).

Nel disco, Sir George mette, con grande evidenza, l'accento su Sun King e lo fa inserendo la canzone con il titolo alla rovescia: Gnik Nus. Il brano è riportato diviso in due parti ideali: la prima parte è mandata alla rovescia e la seconda, al dritto. 

Piccola precisazione: avrete notato, nel blog (e chi lo ha letto, anche nel libro), che tra le mie considerazioni non ho mai dato tanta importanza alle registrazioni alla rovescia. Ciò perché ognuno, in virtù di suggestione, può sentirci dentro qualsiasi cosa. Esempio: se mandando il nastro alla rovescia sei convinto di sentire che Paul è morto, molto probabilmente sentirai che Paul è morto e anzi, anche che è morto squartato da un bufalo bianco mentre attraversava una strada poco trafficata nella periferia di Liverpool. Reso l'idea?

Cionondimeno i Beatles erano certamente in grado di inserire dei messaggi che potevano essere compresi solo mandando il disco alla rovescia e sicuramente lo hanno fatto. Il motivo per cui a un certo punto hanno negato la presenza degli indizi probabilmente l'ho già detto diverse volte: sono stati coinvolti nella follia di Charles Manson che, durante il processo per la strage di Malibù, di cui era colpevole, affermò di aver agito spinto dai messaggi presenti nelle canzoni dei Beatles. Brutta storia, quella. L'unica cosa saggia da fare era negare tutto, senza dubbio.

Detto questo, George Martin decide di puntare l'attenzione su Gnik Nus, in pratica specchiando la canzone. Mettiamo insieme i nostri addendi. Prendiamo la Maschera di Ferro e la storia del gemello nascosto. Aggiungiamo Paul, mancino, e uno che gli somiglia come fosse un gemello, che è destrorso o al massimo ambidestro. La canzone va prima in un verso e poi nell'altro: è la stessa, ma alla rovescia. E se volesse dirci che prima c'è Paul e poi continua un altro, uno che è uguale a lui, ma al rovescio?

Peraltro, l'idea del nome alla rovescia potrebbe essere mutuato da un film per la televisione girato da Ringo Starr nel 1978. In questo film, Ringo racconta la storia di un personaggio famoso: un batterista, casualmente. Stressato dal successo e dall'impossibilità di avere una vita tranquilla, l'uomo decide di lasciare le scene e farsi sostituire da un ragazzo che gli somiglia come una goccia d'acqua.

Il poveretto si chiama Ognir Rrats (Ringo Starr alla rovescia, se ce ne fosse bisogno) e se la passa male. Vive della vendita di cartine topografiche, ha un padre che lo maltratta e gli porta via i soldi che guadagna: uno sfigato. I due si scambiano i ruoli e da lì parte... la solita storia del principe e il povero, di Mark Twain.

Aldilà degli sviluppi e della qualità del film, possiamo badare al fatto che anche Ringo sceglie di raccontare una storia di sostituzione con un "gemello" povero.

Con questo post abbiamo completato un altro pezzo del nostro quadro, ma tranquilli, ce ne sono ancora tanti da scoprire... Nel frattempo, se vi va, lasciate pure i vostri contributi nella sezione commenti. Niente contributi? Una riflessione? Un'intuizione? Un'opinione? Vabè, nel caso, anche i saluti sono graditissimi.

mercoledì 7 maggio 2014

Sconti di primavera



Bella domanda Mr. Holmes!!! 


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Vi aspetto!!!

 

martedì 29 aprile 2014

Il Codice LOVE

Eccomi!! Eh si, avrete certamente sentito la mia mancanza. Ma ora rimediamo.

Negli ultimi post abbiamo parlato di un personaggio di questa storia a me tanto simpatico: Sir George Martin. Nel primo post sull'argomento, abbiamo parlato del ruolo di Sir George nell'intera dinamica del gruppo e del suo peso nello svolgersi degli eventi. Nel secondo, invece, è stato analizzato lo stemma araldico scelto dal produttore quando fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico.

Oggi aggiungiamo ancora qualche tessera.

Nel 2006, George Martin pubblica una raccolta dei successi dei Beatles che si intitola LOVE. Il disco comprende varie canzoni rielaborate inserendo, al loro interno, stralci di altri pezzi. Un esempio: Strawberry Fields Forever include la sessione dell'orchestra di Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band, l'assolo di piano di In My Life, la tromba di Penny Lane, il violoncello e il clavicembalo di Piggies e il finale di Hello Goodbye. Insomma, un lavoretto semplice semplice. Ovviamente il risultato è straordinario e il disco, bellissimo.

Quando l'album venne pubblicato, George Martin disse che nel disco era nascosto un Codice e invitava i fan a interpretarlo. Qualora poi, disse, non vi fossero riusciti, dovevano chiedere spiegazioni a Paul McCartney perché lui, sicuramente, sapeva di cosa si stava parlando.

Partiamo dalla copertina: se posizioniamo uno specchietto a metà della scritta LOVE, indovinate cosa viene?


Si, viene proprio Code, Codice. Io direi che merita proprio qualche approfondimento.

Altra cosa. Non siete curiosi di sapere a beneficio di chi è stato fatto questo disco? 
Bill ci da una risposta nella sua canzone Feet in The Clouds, pubblicata nel disco Memory Almost Full. Apollo punta varie volte a Memory Almost Full e al fatto che si possono trovare, al suo interno, parecchi indizi. Questo disco, peraltro, è di appena un anno successivo al disco Love.

In Feet in The Clouds, Bill sostiene che l'amore (Love, se ce ne fosse bisogno) è favoloso e che è una pugnalata al cuore, che è il suo tesoro nascosto, fatto su misura per lui.
Per tutta la carriera "McCartney" ha considerato l'amore come il più alto dei sentimenti e non si riferirebbe ad esso come a una pugnalata al cuore. Potrebbe invece (Bill) riferirsi al disco di cui parliamo, come una pugnalata al cuore dell'intera faccenda, il suo tesoro nascosto, fatto per compiacerlo e aiutarlo. 

Ovviamente, se riuscissimo a interpretarlo...

giovedì 10 aprile 2014

Sir George e le connessioni araldiche

Bene bene bene...

Che ne dite di continuare a parlare del "quinto Beatles", Sir George Martin, produttore e arrangiatore dei Beatles?

Nel post che ho citato ho avanzato un quesito particolare: cosa sarebbe successo se George Martin si fosse messo dalla parte del nuovo arrivato e avesse deciso di tenerlo sotto la sua protezione?

Beh, oggi vediamo una serie di indizi molto particolari, seminati dal caro Sir George, forse per farci capire qualcosa di questa storia. Esamineremo con un  po' di curiosità e attenzione, spero, il simbolo araldico che George Martin scelse nel 1996, quando fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico.

Lo stemma araldico è questo. Cominciamo?

1. I tre scarafaggi. Rappresentano, con un certo grado di ovvietà, i Beatles. Ma altrettanto ovviamente, non sfuggirà che qui i quattro Beatles sono solo tre. Di questi, uno è più grande e potremmo dedurre che indichi Lennon, visto che la sua superiorità artistica non è mai stata messa in discussione. Gli altri due, in buona aprossimazione, io direi che sono George e Ringo. Siccome non è stato possibile un rientro di Paul tra le fila della band, possiamo ipotizzare che il Beatles mancante sia lui: Paul non è più un Beatles e Bill non lo è mai stato.

2. Il pentagramma. Identifica l'ambito di competenza di Sir George. Ma sotto e sopra il rigo musicale, c'è uno strano motivo, simile agli incastri di un puzzle, quasi a voler segnalare un enigma da risolvere.

3. L'uccellino. In cima allo stemma c'è un uccellino, un balestruccio, per l'esattezza. Certo, detto così non vi dice nulla. Ma in inglese si traduce martin. Indicherà quindi il suo cognome e la sua casata.

4. Il flauto. Nella discografia dei Beatles c'è un solo assolo di flauto ed è quello di The Fool on the Hill. Abbiamo visto in questo post, che questa canzone, nel nostro quadro, parla verosimilmente di Bill. E il flauto si trova proprio sotto l'ala dell'uccellino. Ci fa pensare quindi che Bill sia stato preso sotto l'ala protettrice di George Martin.

5. L'inclinazione del flauto. Nella simbologia araldica ha un significato anche il verso del flauto, si dice bend sinister e rappresenta la condizione della illegittimità. Apollo spiegava che i motivi per cui Sir George aveva scelto di mettere il flauto in quella posizione potevano essere due: il produttore si sentiva un bastardo o lavorava con un bastardo. Posto che stava facendo solo il suo lavoro, io escluderei la prima possibilità.

6. Lo stendardo. C'è una frase sullo striscione riprodotto verso la metà dello stemma: Amore Solum Opus Est. Tradotto, All you Need is Love. Prima o poi daremo un'occhiata anche a lei.

7. La zebra col bastone pastorale.  Ultimo elemento da analizzare. Con il termine zebra viene indicato anche l'attraversamento pedonale e il bastone pastorale lo ha l'abate. Va da sè che questo indizio si riferisca a Abbey Road. Il riferimento alla copertina di questo disco è chiaro e significa che è importante anche per Sir George. Abbiatene cura, a futura memoria.

Scommetto che ora anche voi trovate terribilmente interessante questo indizio, come me. E scommetto anche che comincia a starvi molto simpatico Sir George Martin.

Bene bene bene...


domenica 30 marzo 2014

Il quinto Beatles

La nostra tessera di oggi riguarda un personaggio che ancora non abbiamo preso in considerazione e che invece, secondo me, ha avuto un ruolo fondamentale in questa storia. Il nostro discorso sul quinto Beatles si lega a doppio nodo a quello sulla posizione di Bill nel gruppo, e quindi a ciò che vi ho raccontato nell'ultimo post.

Ora vi starete chiedendo chi sia il quinto Beatles, anche perché c'è da dire che l'appellativo in questione è stato dato, a più riprese, a diverse persone: i due roadies del gruppo, Mal Evans e Neil Aspinall, per esempio. Ma anche a Pete Best, il primo batterista dei Beatles, poi sostituito con Ringo Starr. 

Per me, la persona che più di tutti meriterebbe il titolo, qualora lo desiderasse e non è detto, sarebbe il produttore e arrangiatore del gruppo, Sir George Martin. Questi ha avuto un ruolo fondamentale nel successo dei Beatles: è riuscito a incanalare le singole personalità verso un risultato unitario. Ha aggiunto al talento puro dei singoli, le necessarie competenze tecniche, che a loro mancavano. Tanto per darne un'idea, ricordiamo che nessuno dei Beatles ha mai imparato a leggere uno spartito o a scrivere la propria musica su un pentagramma. Perciò direi che l'apporto di George Martin è incontestabile.

Anche il suo peso sulle scelte del gruppo era notevole. In una intervista affermò che tra loro c'era una specie di democrazia e che si prendevano le decisioni solo se tutti e cinque erano d'accordo. Tutti e cinque.

Ma torniamo alla nostra storia. Paul si allontana e Bill entra nel gruppo, rimanendo sostanzialmente un corpo estraneo, diciamo così. Bill preferirebbe che nessuno si accorgesse della sua presenza, ma John racconta della sostituzione già con il disco Sgt. Pepper. Nessuno capisce e Bill resta là. Nel frattempo, le sue canzoni sono considerate alla stregua di quelle di John.

Cosa succede, in una situazione simile, se il quinto Beatles, George Martin, si schiera a favore del nuovo arrivato? 

Buona parte dei dissapori di quel periodo hanno a che fare proprio con Sir George. Nel 1969, John e George affidano il disco che diventerà Let It Be ad un altro produttore, Phil Spector, senza consultare McCartney, che infatti la prende malissimo. Ancora prima, a un certo punto, Martin decide di non lavorare più col gruppo per i continui litigi ed è invece proprio McCartney (qui direi Bill) che lo convince a tornare, promettendogli di trovare un modo per far funzionare le cose. Non saprei dire come abbia fatto, ma le cose vanno esattamente così. I Beatles portano a termine Abbey Road andando a registrare le proprie parti separatamente. L'unico modo per lavorare insieme è non lavorare insieme. O così ce l'hanno raccontata.

Ricordiamo poi che dal 1968, lo abbiamo raccontato qui, Lennon e Harrison cominciano a boicottare McCartney, anche qui direi Bill e ora abbiamo anche qualche motivo in più per affermarlo. Lennon comincia a sminuire smaccatamente la musica di "McCartney", chiedendo addirittura di incidere le sue canzoni sul lato A dei dischi e quelle di McCartney sul lato B.

D'altra parte, George Martin lavora duro sui loro dischi e smorza spesso i loro eccessi. Ed è così che usa il suo potere per aiutare Bill. Lo aiuterà anche nel momento in cui dovrà incidere il suo primo disco solista. Per tenere la cosa segreta ed evitare clamori, George Martin, registra le sedute di Bill in sala d'incisione sotto il falso nome di Bill Martin. Curiosa la scelta del nome, che dite?

Per ora lasciamo così, ma ribadisco: questo lato della storia è ricco di sorprese... Vi aspetto a breve per scoprirne qualcun'altra!!

lunedì 24 marzo 2014

Cominciamo bene, Bill!!!

Di tanto in tanto, nelle dissertazioni di questo blog, ho sfiorato un argomento che, per me, è di primaria importanza. Si, perché, quando ho cominciato ad impicciarmi di tutta questa vicenda, mi sono messa i dubbi di chi tipicamente si fa i fatti degli altri. Cosa ha fatto Tizio, come ha reagito Caio e come si sarà sentito Sempronio... cose così.

Va da se che, una volta dedotto che il buon Paul non era morto ma si era fatto da parte per un po' e al suo posto era stato inserito un estraneo, la mia curiosità è stata quella di capire come questo estraneo era stato accolto all'interno del gruppo, come ci si trovava, cosa pensavano gli altri e se ne erano entusiasti. Maniacale, lo so, ma le sorprese sono davvero soddisfacenti su questo lato della storia.

Qualcosa l'abbiamo già vista. Partiamo dall'ingresso del sostituto (anche qui): in With a Little Help From My Friends, al nuovo cantante Billy Shears viene chiesto se è preoccupato perché è solo e se si sente triste per questo, se crede all'amore a prima vista e ha bisogno di qualcuno. Lui risponde che ce la può fare con un piccolo aiuto degli amici, che ha bisogno di qualcuno da amare e che quando spegne la luce vede qualcosa che è solo suo. Non è difficile ipotizzare che appena entrato nella band e lasciata la sua vita alle spalle, Bill possa aver provato qualche difficoltà. Certo credeva nell'aiuto degli amici...

Altro passo, questa volta da Hello Goodbye. Abbiamo più volte identificato questa canzone come la canzone dello scambio: Paul dice addio e Bill dice ciao. Oltre a ribadire che non sa perché l'altro dice addio, nella canzone afferma "Dico si ma forse voglio dire no" e "Posso restare finché non è ora di andare". Ahia. Bill ha detto si ma non è sicuro di voler restare e comunque rimarrà finché sarà necessario. (Vedi qui).

Aggiungerei a questo punto le considerazioni che abbiamo già fatto sulla scuola e i professori (qui). Bill, in diverse canzoni (Getting Better, Not Such a Bad Boy e Feet in the Clouds) parla del periodo in cui frequentava la scuola, dice che diventava matto e che i suoi professori lo opprimevano e soffocavano. Abbiamo anche detto che Bill, con tutta probabilità, si riferisce così al primo periodo nei Beatles, in cui doveva imparare a essere McCartney ma, sorpresa sorpresa, non parla in modo felice di quel periodo. Doppio Ahia.

A futura memoria aggiungerei anche il riferimento al college che viene fatto in You Never Give Me Your Money: qui afferma che una volta fuori dal college i soldi sono finiti, non vede futuro e non paga l'affitto. Annotatelo mentalmente.

Andiamo avanti. C'è una canzone che, secondo me, ci da la misura della solitudine di Bill all'interno del gruppo e di ciò che gli altri pensano di lui. D'altra parte pensiamo alla situazione: Paul sta male e diventa necessario sostituirlo finché non potrà, forse, tornare al suo posto. Gli altri Beatles, amici fraterni, si trovano un estraneo in casa, una persona che non ha vissuto ciò che avevano vissuto loro, che non aveva partecipato ai loro sacrifici e non era parte del gruppo.
Cosa è legittimo aspettarsi in una situazione simile? The Fool on the Hill, secondo me.

"Giorno dopo giorno, solo sulla collina, l'uomo col ghigno da scemo se ne sta perfettamente immobile. Ma nessuno lo vuole conoscere, loro vedono che è solo uno scemo. E lui non da mai una risposta. Ma lo scemo sulla collina vede il sole tramontare e con gli occhi della mente vede il mondo girare. Strada facendo, la testa in una nuvola, l'uomo dalle mille voci parla assolutamente forte, ma nessuno lo sente mai, o sente il suono che sembra emettere. E lui sembra non accorgersene. [...] E sembra che non piaccia a nessuno, loro possono dire cosa vuole fare e lui non mostra mai i suoi sentimenti. Lui non li ascolta mai, sa che sono loro gli scemi. A loro lui non piace".  

Che dire? E' l'inno alla solitudine. Ma ci dice qualcosa di più. Primo, il riferimento all'uomo dalle mille voci: Bill è stato scelto per la sua capacità di "modellare" la sua voce. Secondo, lui parla forte ma nessuno sente il suono della sua voce. Significa che nessuno si accorge che non è Paul? Terzo, loro possono dire cosa vuole lui e lui non mostra mai i suoi sentimenti. Ahia. Di nuovo.

Una precisazione: nelle traduzioni non è sempre facile trovare la sfumatura giusta delle parole. Fool si può tradurre anche come matto o buffone ma nella maggior parte delle traduzioni della canzone che ho trovato era indicato come "scemo", ho pensato di lasciare questo, ma tenendo a mente anche le altre possibilità.

A prescindere, possiamo intuire da questi riferimenti che fin dall'inizio c'è una marcata antipatia per il sostituto di Paul, sebbene sulla carta ciò che appare è altro. Cioè. Ai Beatles il sostituto ha, a tutti gli effetti, tolto le le castagne dal fuoco. Il sostituto si trova, all'improvviso, in una posizione privilegiata e può vivere la vita della star del rock. Eppure...

Eppure, niente è più ingannevole dell'ovvio.

mercoledì 12 marzo 2014

Dove tutto cambia

Bentrovati!! Pronti per un altro giro?

Oggi voglio parlarvi di un avvenimento che segnò la vita dei Beatles in modo imprevedibile. Più dell'incidente che non avvenne in cui Paul non morì? Beh, più di quello non so. Vediamo, io vi racconto e poi decidete voi.

Fin qui abbiamo detto che alla fine del 1966, Paul si allontana dal gruppo per motivi di salute, diciamo così. Visto che nessuno si è accorto della sostituzione e Bill copre alla perfezione il suo ruolo, Paul non si mette premura a riprendere il suo posto. Lo rivorrà indietro, certo, dopo qualche anno, ma nel 1967 niente lo fa presagire. D'altro canto, non possiamo certo dire che Bill si sia integrato nel gruppo: lo capiamo da diversi fatti che vi spiegherò in futuro, promesso. Per ora vi rimando al post sulla visione che Bill ha della sua posizione all'interno della band. Ne abbiamo parlato qui.

Siamo al 1968. Anno importantissimo per i Beatles. Tutto cambia e nessuno se ne accorge. Non è una novità, questa. Lennon ha provato inutilmente a spiegare cosa stava succedendo per tutto il 1967. E invece, niente.

Nel 1968, i Beatles partono alla volta dell'India per trovare il guru Maharishi e si trattengono per diversi mesi. O meglio, Ringo e Paul tornano in patria quasi subito, mentre John e George restano in India più a lungo.

Qualche anno fa, la rivista Rolling Stone ha condotto un'inchiesta sui motivi che portarono allo scioglimento dei Beatles e ne hanno tirato fuori una versione un po' diversa da ciò che ci hanno sempre raccontato.
Ufficialmente è stato McCartney a mettere la parola fine ai Beatles, dopo che la situazione si era trascinata per mesi. Paul aveva preso in mano le sorti del gruppo alla morte di Brian Epstein e pretendeva di gestire tutto a modo suo. Gli altri membri mal sopportavano quelle che da un certo punto in poi venivano viste come "prevaricazioni" e, soprattutto Lennon, diventava sempre più insofferente. I due litigavano spesso per la leadership del gruppo. La tensione continuava a crescere e anche George e Ringo cominciarono a risentirne. Fu a questo punto, come un fulmine a ciel sereno, che McCartney dichiarò alla stampa di aver abbandonato il gruppo, senza dare alcun preavviso agli altri. Non basta. Pubblicò il suo primo disco solista intitolato McCartney, nello stesso periodo di Let It Be, entrando addirittura in competizione con loro. Tutto poi avrà un seguito in tribunale e l'intera faccenda assumerà il carattere del peggiore dei divorzi.

Questa è la storia ufficiale. Un po' semplificata, ovviamente. Ma qui non ci serve aggiungere altri particolari.

Tranne che Mikal Gilmore, il giornalista che ha condotto l'inchiesta per la rivista Rolling Stone, scrive che è andata pure peggio. Secondo la sua ricostruzione, già dal 1968, John e George boicottavano i Beatles per sabotare McCartney perché stava assumendo troppo potere all'interno del gruppo.

Dal '68, dal periodo in cui si trovavano da soli in India, probabilmente.

McCartney aveva troppo potere. Eppure, Apollo C. Vermouth assicura che il "McCartney" contro cui si accanisce Lennon non è Paul, ma Bill. Interessante vero?

Vi aspetto per la prossima puntata.


P.S. Poche settimane fa, il blog ha compiuto il suo primo anno di vita. Con una buona dose di cinismo, io avrei scommesso che sarebbe durato molto meno, ma devo ammettere che certo genere di sorprese mi rende molto felice. Questo primo compleanno non è stato festeggiato a dovere, ma vorrei fosse l'occasione per fare un  ringraziamento affettuoso a chi ha preso l'abitudine di seguirmi nei miei ragionamenti. Qualcuno addirittura mi ha detto che aspetta con curiosità i nuovi post di Seguendo Mr. Apollo: dopo un primo momento, in cui ho pensato che davvero la gente non ha niente da fare, ho preso coscienza del complimento e ho assaporato un certo grado di soddisfazione. Si, va bene, ho gongolato apertamente. E allora?
Ecco. Volevo solo dire grazie a chi, in qualsiasi modo, sta facendo crescere Seguendo Mr. Apollo. 

domenica 2 marzo 2014

E' tornato il sole

Eccoci di nuovo.

Ho dedicato gli ultimi post al collegamento tra Paul e il sole (qui e qui). Oggi, invece, vorrei mettere l'accento su una cosa veramente particolare che magari è sfuggita e che si ricollega a quanto abbiamo già detto nel post su Sun King .

Su Abbey Road, oltre a Sun King, c'è un'altra canzone che parla del sole: Here Comes the Sun, uno dei capolavori di George Harrison. 


Here comes the sun (Arriva il sole, 1969) annuncia il ritorno del sole al termine di un lungo inverno. Dice che sembrano passati anni da quando il sole è stato lì, che il sorriso ritorna sulle loro faccia, e che tutto va bene. 
Ma scusa, non era la stessa cosa che diceva Sun King? In effetti, quest'ultima canzone dice che è tornato il Re Sole, tutti ridono e tutti sono contenti. Praticamente la stessa cosa.

A voi non sembra strano che nello stesso disco ci siano due canzoni che fanno lo stesso riferimento al sole e quasi con le stesse parole? E per di più provengono da due autori diversi: Sun King, da Lennon e Here Comes the Sun, da Harrison.

Abbiamo più volte affermato che Apollo C. Vermouth dice che Paul, ad un certo punto si allontana dal gruppo ma, trascorso qualche tempo, vuole riavere il suo posto a buon diritto. Ciò accade troppo tardi, quando gli umori delle persone coinvolte sono ormai esacerbati e si sta per chiudere lo show. Quindi il suo rientro diventa impossibile. Ora ricolleghiamo questa affermazione alle due canzoni che abbiamo appena visto e facciamo una domanda.

Se un amico fraterno avesse dei problemi che lo portano ad allontanarsi, quando questi ritorna, lo paragonereste al ritorno del sole dopo un lungo inverno? Anche io.


domenica 23 febbraio 2014

Chi è Sun King?

Oggi ci ho messo un po' a decidere di cosa parlare, poi ho riguardato gli ultimi post e ho pensato che fosse ora di approfondire qualche concetto. Tanto c'è tempo per parlare di tutto...

Qualche post fa, abbiamo visto come i Beatles avessero questa simpatica abitudine di usare i giorni della settimana come codice al posto dei loro veri nomi. Nell'articolo su Lady Madonna, abbiamo dedotto che Paul era la Domenica, Sunday, per via dei tanti riferimenti al sole. Probabilmente questo risale al fatto che una famosa canzone scritta da Paul McCartney è I'll Follow The Sun.

Uno dei riferimenti più clamorosi al sole è sicuramente la canzone Sun King. 


Sun King è una canzone di John Lennon contenuta nel disco Abbey Road, del 1969. Quest'ultima informazione teniamola a mente, perché ci servirà in futuro. In sostanza, la canzone dice solo che è tornato il Re Sole, tutti sono contenti e ridono per il suo ritorno. La seconda strofa è un'accozzaglia di parole apparentemente senza senso. Dico apparentemente perché il fatto che io non le abbia capite non implica che siano prive di significato in assoluto.

Ma veniamo al Re Sole. Quel simpaticone di Luigi XIV. Quello della Maschera di Ferro, per intenderci.
La Maschera di Ferro è un individuo realmente esistito, ma di cui si ignora la reale identità. Alexander Dumas padre aveva inserito questo personaggio in un suo romanzo, ispirandosi alle ricerche a suo tempo fatte da Voltaire.

Durante una breve prigionia, una guardia aveva raccontato al filosofo di un prigioniero che indossava una maschera di velluto con i bordi di metallo, affinché rimanesse sconosciuta la sua identità, la Maschera di Ferro, appunto. Il poveretto, tuttavia, riceveva un trattamento privilegiato rispetto agli altri prigionieri, vestiva abiti lussuosi, riceveva del cibo raffinato e poteva tenere libri e strumenti musicali nella sua cella.

Una volta uscito dal carcere, Voltaire aveva continuato le sue ricerche e aveva scoperto che l'uomo era morto nel 1703 ed era stato seppellito sotto falso nome.Voltaire era giunto a qualche punto fermo sulla questione. In primo luogo, doveva trattarsi di una persona che sapeva qualcosa di grave: doveva portare la maschera perché già il suo aspetto era in grado di creare dubbi e sospetti. In secondo luogo, non poteva essere ucciso o eliminato per motivi di ordine politico o affettivo.

Voltaire ne dedusse che doveva trattarsi del gemello del re: non poteva essere eliminato ma doveva essere tenuto nascosto, per evitare che avanzasse pretese sul trono. Questa è solo una delle ipotesi sull'identità della Maschera di Ferro, ma a noi non occorre dilungarci oltre.

Chiusa la parentesi storica, spero non troppo noiosa, ci chiediamo come mai John Lennon abbia sentito la necessità di scrivere una canzone sul Re Sole che, detto tra noi, non era proprio l'anima della festa. E per lo più sono tutti contenti per il suo ritorno. Mah.

La cosa comincia ad avere senso invece se il Re Sole è Paul. Prendiamo gli altri riferimenti al sole e ci aggiungiamo la questione del gemello nascosto: Bill, non necessariamente è il gemello di Paul, ma gli somiglia come se lo fosse e deve rimanere celato. La sua identità deve essere tenuta segreta e i Beatles lo fanno nel modo più sicuro: tenendolo in piena vista, che è sempre il modo migliore.

Che ne dite, interessante? Pillole di cultura dove meno te le aspetti. Io, invece, vi aspetto qui per la prossima puntata.

domenica 2 febbraio 2014

A favore di Mr. Kite!!!!

Eccoci di nuovo.

Oggi parliamo di una canzone che, mea culpa, agli inizi della mia ricerca, avevo proprio ignorato.


Being for the Benefit of Mr. Kite. 
Una sera, lavorando alle traduzioni di "Seguendo Mr. Apollo", la mia traduttrice mi fa notare che kite, in inglese, significa aquilone. Da lì, ovviamente, è iniziata la lunga serie delle nostre speculazioni. Prima di raccontarvele, vediamo qualcosa in più sulla canzone.

"A favore di Mr. Kite, stasera si terrà un'esibizione sul tappeto elastico. Gli Henderson saranno tutti lì, in arrivo dalla fiera di Pablo Fanques, che scena. Sopra uomini e cavalli, cerchi e giarrettiere. Infine attraverso una botte di fuoco reale. In questo modo Mr. Kite lancerà una sfida al mondo. [..] Gli Henderson balleranno e canteranno mentre Mr. Kite attraverserà in volo l'anello (the ring), non tardate. I signori K. e H. assicurano al pubblico che la loro produzione non sarà seconda a nessuna. E naturalmente Henry il cavallo ballerà il valzer. [...]"

Questa canzone è contenuta nel disco Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band e pare che l'ispirazione sia venuta a Lennon dopo aver visto in un negozio la locandina di uno spettacolo circense. In effetti la canzone racconta di uno spettacolo in cui gli acrobati si esibiscono; gli stessi nomi sono presenti anche sulla locandina. Niente da dire.

Però. 
Però certi riferimenti fanno pensare. O almeno su di noi hanno avuto questo effetto. E arriviamo alle speculazioni. Mr. Kite sta per Mr. Aquilone e tutto il circo è stato messo su per lui. Al momento in cui viene realizzato Sgt Pepper, secondo quanto abbiamo già visto, Paul è uscito dal gruppo, è stato "momentaneamente" rimpiazzato da Bill e, come raccontato da Apollo, gli altri hanno retto il gioco, tappando buchi ed imperfezioni dell'organizzazione, per consentirgli di tornare sulla scena a tempo debito.

Seconda speculazione. I Beatles volevano raccontare tutto quello che stava succedendo con Sgt. Pepper: la copertina del disco, le fotografie, i testi delle canzoni, tutto è rivolto a spiegare l'intera storia. Va da sé che anche questa canzone racconti qualcosa. 

Quindi, Mr. Kite sarebbe Paul e gli altri avrebbero messo su un circo in cui  si esibiscono per consentirgli di "sfidare il mondo". A un certo punto, la canzone dice che Mr. Kite attraversa in volo il "ring", che può stare per anello, ma potrebbe anche indicare lo spazio in cui gli artisti si stanno esibendo. In altre parole, tutta la trama, i personaggi, tutti i fili che sono stati tirati, tutto è stato messo su per far si che Paul fosse protetto e potesse a tempo debito, riavere il suo posto. Tutte le persone che sono state coinvolte, hanno in qualche modo fatto i salti mortali "a favore di Mister Kite".

Un'ultima considerazione: per quanto si allontani, l'aquilone rimane sempre attaccato al filo e può essere riportato giù in qualsiasi momento. Quadra con la situazione di Paul?

Restate in zona per la prossima tessera del puzzle!!!

sabato 11 gennaio 2014

Chi è entrato dalla finestra del bagno??

Nell'ultimo post, avevamo dato un'occhiata alla canzone Lady Madonna e al curioso uso che, nel testo, si faceva dei giorni della settimana. Ho anche detto che gli stessi venivano usati vagamente a sproposito in un'altra canzone. Indovinato il titolo?


Esatto!!! She Came in Through the Bathroom Window, del 1969. In  realtà, la canzone si riferirebbe a un fatto accaduto nel 1968: una ragazza è entrata, dalla finestra del bagno, a casa di Paul. E qui la storia finisce. Una bravata di cui tante si sono prese la paternità negli anni successivi. E non è stato difficile crederci, visto che Paul era molto socievole con i fan. Ma vediamo meglio il testo:

"Guarda! Lei è venuta dentro dalla finestra del bagno, protetta da un cucchiaino d'argento. Ma adesso si succhia il pollice e si meraviglia. Ma non glielo ha detto nessuno? Nessuno ha visto? Domenica al telefono con Lunedì, Martedì al telefono con me. Mi disse di aver sempre fatto la ballerina, lei lavorava in quindici locali al giorno e anche se pensava che io avessi le risposte, beh io sapevo cose che non potevo dire. E così ho lasciato il Dipartimento di Polizia per trovare un lavoro fisso, e anche se ha fatto del suo meglio per aiutarmi, poteva prendere ma non poteva rubare".

Ecco, io direi che non è affatto semplice come ce l'hanno raccontata. Già il testo ci fa capire che qualcosa non quadra, ma anche le risposte dei Beatles sul significato di questa canzone ci portano a dubitare. Da un lato fanno i vaghi, dicendo che il fatto in questione, probabilmente non era nemmeno capitato a Paul, che invece ne aveva tratto ispirazione per un suo pezzo. In altre occasioni, invece, affermano di non averla capita nemmeno loro, minimizzando la questione. Una volta, John avanzò l'ipotesi che la canzone si riferisse a Linda, che incontrava Paul di nascosto quando erano a New York.

Di una cosa siamo certi: nessuno si da tanta pena per una cosa di nessun valore. Se ci si da tanto da fare, invece, pensiamo subito che ci sia qualcosa da nascondere. Giusto?

Bene. Cominciamo da una domanda molto semplice. Lei è entrata dalla finestra del bagno, cosa ha visto? E' una fan del 1968, audace abbastanza da entrare in casa del suo beniamino da una finestra, ma all'improvviso si succhia il pollice, meravigliata. Voglio dire, una persona che fa una cosa simile, sarà preparata a vedere il suo beniamino in mutande e pantofole??!! L'avrà messo in conto??!! Questa invece si spaventa.

E se ne avesse visti due? se avesse visto Paul e Bill insieme nella stessa casa, si sarebbe spaventata?

Paul avrebbe chiamato subito qualcuno, che magari avrebbe saputo più di lui cosa fare, per esempio John. E così "Domenica è al telefono con Lunedì, Martedì è al telefono con me". Tra tutti, quello che va più d'accordo con Bill, è Ringo: lo capiamo dalle foto dell'epoca, ma anche da un fatto in particolare. Quando Bill sta per pubblicare il suo primo disco solista "McCartney", ad Aprile del 1970, John e George mandano Ringo a convincerlo a spostare la data di pubblicazione del disco, per evitare di entrare in concorrenza con Let It Be, che doveva uscire nello stesso periodo. Mandano Ringo perché sanno che è l'unico che ha qualche possibilità di riuscita. E così, nella canzone, Bill è al telefono con Ringo. Avete notato che gli abbinamenti dei nomi quadrano con quelli visti per Lady Madonna?

Poi la canzone dice che lei è una ballerina e lavora in quindici locali al giorno. Lei gli chiede delle spiegazioni ma lui, anche se conosce le risposte, sa cose che non può raccontare. Sta sostituendo Paul e, se scoperto, è ovviamente tenuto al segreto su tutta la vicenda, perciò non le può rispondere.

Su questa canzone torneremo, probabilmente, più avanti per spiegare qualcos'altro. Per ora, io direi che è abbastanza e vi aspetto per la prossima puntata.

AVVERTENZA SPECIALE: Chi fosse alla sua prima visita su questo blog e leggesse questo post per primo, potrebbe avere la sensazione che siano tutte farneticazioni. Invito perciò, qualora vi faccia piacere, a dare un'occhiata ai post precedenti, verrete enormemente (spero) rassicurati.

Dimenticavo!!! I commenti sono come sempre graditissimi!!!!

giovedì 2 gennaio 2014

Lady Madonna e i giorni della settimana

Oggi vi racconto una delle cose più curiose che ho trovato durante la mia ricerca.

Nel forum Nothing Is real, per un periodo, ha scritto un signore che raccontava la storia di un suo amico giornalista, che si era convinto della sostituzione di Paul McCartney, dopo essere stato presente a strani movimenti nel 1967. Dopo una serie di indagini, aveva concluso che il bassista era stato vittima di un incidente stradale in cui aveva riportato danni cerebrali: lo paragonava a Dustin Hoffman in Rain Man, un autistico. Purtroppo la questione, per il giornalista, era diventata un'ossessione, al punto da non riuscire più a distinguere la realtà dalla fantasia. Così, perse la credibilità e nessuno gli diede più retta.

Beh, detta così è un po' labile. Ovviamente, niente di quanto racconta questo forumer è concretamente verificabile perciò dovremo accontentarci di qualche sprazzo che vada ad incastrarsi con gli indizi che abbiamo già in mano.

Ho più volte spiegato che i Beatles usavano dei codici nelle loro canzoni. Ecco, questo giornalista rivela qualcosa di simile, dicendo che i quattro si erano attribuiti i giorni della settimana come soprannomi. Ancora una volta può sembrare banale e senza implicazioni, ma se andiamo a controllare più attentamente, ci sono alcune canzoni in cui i giorni della settimana sono utilizzati vagamente a sproposito. Valutiamo.

La prima canzone da considerare è Lady Madonna. Per capire quale potrebbe essere il suo significato, vi rimando ad alcuni post scritti qualche mese fa, tanto per fare un ripasso delle puntate precedenti. QUIQUIQUIQUI e QUI potete trovare un interessante approfondimento, se vi va.

Lady Madonna [1968].
A Lady Madonna si fa una colpa di trascurare i bambini "ai suoi piedi", di non preoccuparsi di come sbarcare il lunario, di lasciare che qualcun altro procuri i soldi per l'affitto e di restare a letto ad ascoltare la musica che suona nella sua testa. Nei post citati, abbiamo già detto che non si ha l'impressione che si parli di una persona pigra, ma piuttosto di una persona depressa.

Quello che però ci interessa ora di questa canzone è il riferimento ai giorni della settimana:
"Venerdì notte arriva senza una valigia, Domenica mattina striscia come una suora, il figlio di Martedì  ha imparato a legarsi i lacci delle scarpe". "Martedì pomeriggio non finisce mai, Mercoledì mattina i giornali non sono arrivati, Giovedì sera le tue calze avevano bisogno di un rammendo".

Proviamo ad attribuire i soprannomi?

Domenica striscia come una suora. Paul scrisse I'll Follow The Sun. Da sun a Sunday il passo è breve. Ad un certo punto sceglie lo pseudonimo Apollo C. Vermouth, richiamando il Dio del Sole. Per spiegare che Bill segue Paul, nella sua ode, Mr. Apollo (Neil Aspinall) dice che "un figlio di Madre Natura segue il Sole". Ci sono diversi altri collegamenti tra Paul e il sole, ma qui direi che bastano questi.
Quindi, se il sole identifica Paul, direi che nel nostro contesto è proprio la Domenica, che va in giro lenta come una suora, magari per i problemi di cui abbiamo già parlato.

Lunedì probabilmente sarà John, un po' perché è il più vicino alla Domenica e un po' perché il figlio di Lunedì ha imparato a legarsi le scarpe e Julian, nel 1968, ha cinque anni, l'età giusta per imparare a legarsi i lacci delle scarpe.

Martedì non finisce mai. La cosa non ha grande importanza, a mio parere, ma direi che Martedì è Ringo e lo stabiliamo per esclusione. Sul retro della copertina di Sgt. Pepper, George indica con la mano il verso di She is Leaving Home e precisamente quello in cui compare il Mercoledì, perciò direi che Mercoledì è George. E mercoledì i giornali non sono arrivati, forse a significare che, del malessere di Paul e della sostituzione, non ne è stata resa pubblica la notizia.

E Bill? Secondo me Bill è il Venerdì, che arriva di notte, cioè di nascosto, ed è senza valigie perché deve sostituire Paul e dei suoi "abiti" non ha più bisogno. 

Giovedì sera le calze di Lady Madonna avevano bisogno di un rammendo. Forse, con questo riferimento, si intende il motivo per cui tutto è stato fatto: consentire a Paul di aggiustare qualcosa. Resta da capire chi si occupa di rammendare la situazione. Da qui direi che Giovedì potrebbe essere George Martin o forse Brian Epstein.

Anche il prossimo post sarà dedicato ai giorni della settimana secondo i Beatles. Indovinate voi: di che canzone parleremo?

Vi aspetto in zona.