Qui abbiamo visto quali siano state le origini della leggenda Paul is Dead e qui abbiamo raccontato come tutto, alla lunga, sia stato considerato come una manovra pubblicitaria dei Beatles per incrementare le vendite dei loro dischi o, al più, come uno scherzo di pessimo gusto.
Tuttavia, la leggenda è rimasta in circolazione per 44 anni; il motivo c'è ed è semplice: non ha mai trovato una soluzione. Nel '69 viene fatta esplodere una bomba mediatica; tra fan disperati, Beatles seccati e un McCartney travolto dalla bagarre, tutto viene esasperato.
Poi McCartney afferma pubblicamente di non essere morto e i più si convincono che dica la verità. Nonostante le incongruenze e le contraddizioni, tutto si ricompone, forse anche perché, nel giro di poco tempo, l'attenzione dei fan è attirata da un'altra notizia drammatica, quella dello scioglimento della band.
Ma siccome tutto torna, con l'avvento di Internet si sono moltiplicati gli strumenti per la circolazione delle idee e di condivisione delle informazioni e la leggenda è stata rilanciata, creando un'altra eco alla caccia all'indizio, con l'aggiunta dei confronti, dei video, delle teorie del complotto e via così.
C'è da dire che nel frattempo, in modo più o meno scherzoso, tutti i protagonisti della storia hanno fatto riferimento a quella vecchia faccenda, continuando a lasciare nelle loro canzoni o interviste, degli indizi che fanno riferimento alla morte di Paul o comunque a quella vicenda.
Dal mio canto, posso dire che quando ho cominciato la mia ricerca, su YouTube i video sulla PID erano infinitamente meno di quelli che si possono vedere oggi digitando le parole Paul is Dead. Così pure le pagine Web che parlavano dell'argomento. Oggi, se digitiamo il nome di Paul McCartney su Google, una delle prime voci che viene suggerita è quella riguardante la sua morte.
Cosa dovremmo dedurre da questi dati? Quantomeno che ci si stia avvicinando a qualche risposta certa su come siano effettivamente andate le cose. Si, perché di ipotesi ne sono state fatte tante, anche se poi ci si è fossilizzati su due orientamenti ben distinti. Paul è morto e quello che canta dal 1966 è un fortunato impostore, anche un po' antipatico, per usare un eufemismo, secondo i forum sulla PID. L'altro orientamento è appunto quello dello scherzo: Paul è vivo, non si è mai mosso da lì, sta bene e manda i suoi saluti.
La pista meno battuta è sempre stata quella del doppio McCartney, cioè che il buon Paul abbia usato per tutto questo tempo un sosia. Mi rendo conto che l'ipotesi della morte di Paul, magari in modo efferato e macabro sia più intrigante e attiri di più chi è appassionato di misteri, per non parlare dell'immagine dei Beatles, consacrata a un mito intoccabile, che verrebbe inevitabilmente messa in discussione se si prendesse in considerazione una manovra simile.
Eppure ci proverei: sgombrerei il campo da pregiudizi e con un pò di senso critico, valuterei le soluzioni alternative. O meglio, l'ipotesi Paul è sempre stato lì non risolve alcuna delle contraddizioni sui cambiamenti fisici e caratteriali di McCartney. La teoria Paul è morto lascia irrisolte molte delle domande che abbiamo posto qui, ma ce la teniamo d'acconto. Dopotutto è quello che ci proponiamo di risolvere, non mi sembra saggio ignorarlo.
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