venerdì 12 luglio 2013

Gli errori di Willie Campbell: semplice distrazione?

In questa storia, affascinante e complicata, per chi vuole mettere insieme i pezzi di puzzle è utile chiedersi CHI vuole COSA.

Mi spiego: quasi tutti i personaggi della nostra storia hanno, in qualche modo, raccontato il loro punto di vista: i Beatles hanno lasciato gli indizi per far capire ciò che era successo, anche se nessuno li ha capiti; Paul ne ha lasciato altri, senza entrare troppo nel merito dei fatti; Ringo ha fatto commenti abbastanza criptici e alcuni testi e copertine sono piuttosto dubbie; George Martin ha avuto un modo anche più pittoresco per svelare la sua verità, che vedremo meglio più avanti; Neil Aspinall, Apollo, ha raccontato una parte della storia con i suoi post sui forum, e così via.

E Bill? Apollo C. Vermouth, a questo proposito e come ho più volte affermato, ha affermato che Bill, non solo era una persona "reale", ma che era in grado di sostituire completamente un cantante e che aveva avuto la possibilità di dimostrare ciò che aveva imparato e cosa succedeva dietro le tende.

Quindi anche lui racconta il suo punto di vista e a giudicare da ciò che racconta, sembra sia l'unico al momento che vorrebbe che la storia venisse conosciuta. Certo non può dichiarare chiaramente di non essere Paul McCartney, però ci prova e, ogni volta che ha potuto, ha lasciato una traccia di sé. Ne abbiamo visto un esempio qui. Ma tutto è diventato una farsa e nessuno prende sul serio le sue gaffes, le frasi bizzarre o i vuoti di memoria su fatti che obiettivamente non può conoscere. Questo ha partecipato a creare, intorno a McCartney, un alone di scarsa attendibilità: se a volte sembra avveduto, preciso e puntuale, altre volte non ricorda nemmeno come si chiamava la band di suo padre. E questo è strano, visto che si chiamava come suo padre: la Jim Mac's Jazz Band.

Vediamo qualche gaffe?

1. Nel blog Plastic Macca è citata un'intervista al Sunday Times del 2008. Il giornalista dice che chi lo conosce distingue tra il Paul reale e Beatle Paul. Bill risponde: "Ci sono io e c'è il lui (him) famoso. Non voglio sembrare schizofrenico ma probabilmente io sono due persone".

2. Sempre dallo stesso blog, in un'intervista del 1996, Bill afferma. "Ho sempre avuto questa cosa di lui e me, lui va sul palco, lui è famoso, e poi ci sono io. Sono solo un altro figlio di Liverpool. Così qualche volta mi fermo e penso: io sono Paul McCartney, è totalmente folle".

3. In un'intervista telefonica al giornalista Andrew Dickens, scherza sulla PID: quando questi gli domanda se è vera la storia del sostituto, Bill risponde che, in effetti, è lui il sostituto, che ha controllato le sue impronte dentali e che non combaciano.

4. Al David Letterman Show, quando il giornalista gli chiede delle voci che girano sulla faccenda del sostituto, Bill afferma, indicando sé stesso "This is him", in pratica "Sono io", ma tutti ridono e nessuno lo prende sul serio.

Queste sono solo alcune gaffes e sono già tante per essere considerate una coincidenza. Più facile che sia un modo di Bill di attirare l'attenzione su qualche stranezza, affinché la gente cominci a mettersi le domande giuste. 

Ce le stiamo mettendo?

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