domenica 21 luglio 2013

Tu dici addio, io dico ciao...

Nella discografia dei Beatles, troviamo diversi tipi di canzoni e di indizi: ci sono delle simpatiche canzoncine che non farebbero pensare a nulla di oscuro o di nascosto, ma ci sono anche dei testi che sono talmente palesi da non far sorgere alcun dubbio sul significato implicito. Ci sono poi altre canzoni ancora, il cui significato è talmente contorto e volutamente misterioso che inducono a credere che nei testi di queste si nasconda un significato ancora più profondo.

Nel primo tipo rientra ad esempio All Together Now; nel terzo tipo, I'm the Walrus. La canzone di cui parlo qui fa parte invece del secondo tipo. Siccome però in questo tipo di canzoni, il messaggio non è occultato, si corre il rischio di dare per scontato il significato. Come diceva il buon Sherlock Holmes, nulla è più ingannevole dell'ovvio; ecco, io controllerei proprio l'ovvio.

Dalle ricostruzioni fatte sui libri e sul Web, la sostituzione di Paul McCartney sarebbe avvenuta tra settembre e ottobre del 1966, ma la prima apparizione del sostituto di McCartney, la vediamo chiaramente nell'intervista, riportata nell'Anthology, tenutasi a dicembre del 1966.

La foto accanto mostra come appariva McCartney nell'intervista in questione.
Ma non basta. I modi di Paul sono cambiati: è insicuro, pare non badare tanto a ciò che dice quanto a come lo dice. E' strano, molto strano.

Ovviamente, se questa è la prima apparizione di Bill, il tutto è giustificato dall'imbarazzo e dall'insicurezza ad esporsi davanti ai giornalisti. In una situazione simile, chiunque avrebbe paura di venire scoperto e platealmente sbugiardato.

Cosa che in realtà non è successa: i più non si sono accorti di nulla e chi ha avuto anche solo qualche sospetto, non ha certo osato avanzare alcun commento in proposito.

Quindi, lo scambio. C'è una canzone che è sempre stata additata come la canzone dello scambio: Hello Goodbye. Questa canzone è stata pubblicata a novembre del 1967 come singolo, insieme a I'm the Walrus.


Hello, Goodbye [Ciao, Addio. 1967].
"Tu dici si, io dico no. Tu dici stop e io dico andiamo. Tu dici addio, io dico ciao. Non so perché tu dici addio, io dico ciao. Io dico alto, tu dici basso. tu dici perché e io dico non lo so... Tu dici si, io dico no (io dico si ma potrei voler dire no). Tu dici stop, io dico andiamo (posso rimanere finché non è tempo di andare). Tu dici addio, io dico ciao".

C'è uno dei due che va via e dice addio, e ce n'è un altro che entra e dice ciao. In effetti è tutto talmente palese che non ha bisogno di grandi approfondimenti. Anche il riferimento all'alto e basso, può essere visto nella stessa chiave, dato che il sostituto sarebbe ben più alto del vero Paul.

Eppure a me mi incuriosiscono quelle altre due frasi: Dico si, ma potrei voler dire no e Posso rimanere finché non è tempo di andare. La prima potrebbe significare che nemmeno Bill è troppo convinto che sostituire Paul sia un ottimo affare, tema che avrà tempo e modo di approfondire negli anni successivi.

La seconda frase, invece, è il nostro pezzo di puzzle di oggi. Apollo ha detto che Paul va via per una "vacanza", che poi decide di protrarre. Gli altri mettono su un circo per fare in modo che possa riavere il suo posto a tempo debito. Beh, secondo me, questa frase si lega a quella situazione: all'inizio Bill non sapeva quanto si sarebbe trattenuto perché nessuno sapeva quanto Paul sarebbe stato via. Dice che resta finché non è tempo di andare, al momento in cui sarà necessario restituire il posto a Paul. Incertezza confermata dal fatto che dice che non sa nemmeno perché l'altro dice addio. Ricordate che abbiamo parlato di un altra canzone di poco precedente che parla di "nulla per cui stare in attesa"? Forse è tutto parte della medesima insicurezza.

Vi aspetto per un'altra calda e afosa puntata...


lunedì 15 luglio 2013

With a little help...

Ce la posso fare con un piccolo aiuto da chi passa da qui...

Il libro Seguendo Mr. Apollo è stato autopubblicato. In soldoni, significa che io l'ho scritto, corretto, editato, ho scelto la copertina, il prezzo e così via. So che si pensa ancora che i libri autopubblicati siano poco curati e carenti in fatto di grammatica, ma io uso con disinvoltura parole come cogitabondo e pusillanime, perciò o sono un'eccezione o è un pregiudizio.

Nell'immaginario collettivo, chi ha pubblicato un libro può rilassarsi e magari vantarsi in giro del suo lavoro. Questo non vale affatto per chi sceglie la via dell'autopubblicazione. Infatti, a questo punto si è solo prodotto un libro che è stato infilato in uno degli infiniti scaffali di un'altrettanto infinita libreria. 

E a questo punto entra in gioco il Web. Infatti, il modo più proficuo per diffondere una notizia, un'opinione e in questo caso per parlare di un libro o di un blog è il passaparola. Questo è quello di cui ho bisogno: mi serve la pubblicità spontanea. Anche se, in effetti, buona parte della spontaneità si è persa una volta che ve l'ho chiesto. Ma è tutto oltremodo semplice e divertente.

Sia chiaro, sono ancora convinta della mia scelta, ma mi serve qualcuno che punti il dito verso il mio libro e dica: "Interessante". Da quest'idea, e con l'aiuto di qualche amico, nasce la prima campagna pubblicitaria per Seguendo Mr. Apollo. Abbiamo scelto qualche personaggio a cui Seguendo Mr. Apollo potrebbe piacere, e il resto è venuto da se.

Dylan Dog rimarrebbe sicuramente affascinato dal mistero che si cela dietro tutta questa storia.


Jessica B. Fletcher, la signora in giallo, si troverebbe perfettamente a suo agio tra finte morti, incidenti veri o supposti e scambi di persona.


Hercule Poirot, il celebre investigatore belga, ritratto in questa immagine con un apparente disappunto, si sarebbe cimentato volentieri nella sfida di trovare la soluzione al mistero della sostituzione di Paul McCartney.

Mi è sembrato di sentire qualcuno che si chiedeva quale aiuto sto chiedendo da chi passa da qui.
Chi ne avesse piacere, a chi è scappato un sorriso o avesse curiosità per l'argomento, chi volesse dare una mano per pubblicizzare questo blog e in definitiva il libro Seguendo Mr. Apollo, chi volesse partecipare a un bel gioco di società; chi volesse aiutare l'autrice nella pubblicità; i parenti, gli amici, i vecchi compagni di scuola dell'autrice, chi era in fila alla posta dopo di lei... possono partecipare tutti.

Basterà copiare e incollare queste immagini, salvarle e condividerle nei social network: Facebook, Twitter, Google+ o quello che preferite. 

A chiunque vorrà collaborare ovviamente va un GRAZIE formato famiglia.

venerdì 12 luglio 2013

Gli errori di Willie Campbell: semplice distrazione?

In questa storia, affascinante e complicata, per chi vuole mettere insieme i pezzi di puzzle è utile chiedersi CHI vuole COSA.

Mi spiego: quasi tutti i personaggi della nostra storia hanno, in qualche modo, raccontato il loro punto di vista: i Beatles hanno lasciato gli indizi per far capire ciò che era successo, anche se nessuno li ha capiti; Paul ne ha lasciato altri, senza entrare troppo nel merito dei fatti; Ringo ha fatto commenti abbastanza criptici e alcuni testi e copertine sono piuttosto dubbie; George Martin ha avuto un modo anche più pittoresco per svelare la sua verità, che vedremo meglio più avanti; Neil Aspinall, Apollo, ha raccontato una parte della storia con i suoi post sui forum, e così via.

E Bill? Apollo C. Vermouth, a questo proposito e come ho più volte affermato, ha affermato che Bill, non solo era una persona "reale", ma che era in grado di sostituire completamente un cantante e che aveva avuto la possibilità di dimostrare ciò che aveva imparato e cosa succedeva dietro le tende.

Quindi anche lui racconta il suo punto di vista e a giudicare da ciò che racconta, sembra sia l'unico al momento che vorrebbe che la storia venisse conosciuta. Certo non può dichiarare chiaramente di non essere Paul McCartney, però ci prova e, ogni volta che ha potuto, ha lasciato una traccia di sé. Ne abbiamo visto un esempio qui. Ma tutto è diventato una farsa e nessuno prende sul serio le sue gaffes, le frasi bizzarre o i vuoti di memoria su fatti che obiettivamente non può conoscere. Questo ha partecipato a creare, intorno a McCartney, un alone di scarsa attendibilità: se a volte sembra avveduto, preciso e puntuale, altre volte non ricorda nemmeno come si chiamava la band di suo padre. E questo è strano, visto che si chiamava come suo padre: la Jim Mac's Jazz Band.

Vediamo qualche gaffe?

1. Nel blog Plastic Macca è citata un'intervista al Sunday Times del 2008. Il giornalista dice che chi lo conosce distingue tra il Paul reale e Beatle Paul. Bill risponde: "Ci sono io e c'è il lui (him) famoso. Non voglio sembrare schizofrenico ma probabilmente io sono due persone".

2. Sempre dallo stesso blog, in un'intervista del 1996, Bill afferma. "Ho sempre avuto questa cosa di lui e me, lui va sul palco, lui è famoso, e poi ci sono io. Sono solo un altro figlio di Liverpool. Così qualche volta mi fermo e penso: io sono Paul McCartney, è totalmente folle".

3. In un'intervista telefonica al giornalista Andrew Dickens, scherza sulla PID: quando questi gli domanda se è vera la storia del sostituto, Bill risponde che, in effetti, è lui il sostituto, che ha controllato le sue impronte dentali e che non combaciano.

4. Al David Letterman Show, quando il giornalista gli chiede delle voci che girano sulla faccenda del sostituto, Bill afferma, indicando sé stesso "This is him", in pratica "Sono io", ma tutti ridono e nessuno lo prende sul serio.

Queste sono solo alcune gaffes e sono già tante per essere considerate una coincidenza. Più facile che sia un modo di Bill di attirare l'attenzione su qualche stranezza, affinché la gente cominci a mettersi le domande giuste. 

Ce le stiamo mettendo?

domenica 7 luglio 2013

Paul è vivo. Che sorpresa!!!

Nell'ultimo post, ho proposto i primi confronti tra Paul McCartney e il suo sostituto Willie Campbell. Prima di proporre le immagini, ho peraltro precisato quanto sia difficile e delicato l'argomento, per via dei possibili ritocchi intervenuti sulle fotografie.

Ho anche concluso che dal confronto tra le fotografie di Paul McCartney pre '66 e post '66, si possono vedere notevoli differenze nei caratteri fisici dei due. Questo però dimostra soltanto che un altro ragazzo è stato spacciato per McCartney dopo il '66, mentre non ci dice nulla su altri aspetti importanti.

Quali?
Ok. Paul è stato sostituito perché è morto? E se non è morto, si è ritirato dalle scene definitivamente o per un tempo più o meno lungo poi è rientrato?

Se Paul è morto, a rigore non dovremmo trovare alcuna fotografia post '66 in cui compaia lui o qualcuno molto somigliante, somigliante al punto da poterlo scambiare per lui. Mi sembra il minimo. Proviamo?


Prima coppia. A sinistra vediamo Paul McCartney in una foto del 1965 mentre l'immagine a destra è stata scattata a Dicembre del 1967. Io direi che si somigliano parecchio: il profilo, la linea del naso, le labbra e il mento. Io mi sbilancerei: sembra proprio la stessa persona.


Seconda coppia. La foto a sinistra immortala Paul prima del '66, mentre la seconda è un frame di un video di un'intervista rilasciata da John Lennon e Paul McCartney nel Maggio del 1968. Anche qui stesso discorso: gli occhi scuri, il naso leggermente all'insù, la fossetta sul mento, stessi lineamenti. Ma riproviamo ancora...


Terza coppia. Anche qui ci troviamo davanti a due immagini pre e post '66, e anche qui possiamo notare come i due Paul si somiglino parecchio: la fossetta sul mento, i lineamenti del viso, la lunghezza del naso, il colore degli occhi, la forma delle labbra.

Conclusioni?
Paul non è morto!!! Sorpresi??!!

Va bene, plachiamo gli entusiasmi. Se nell'altro post siamo arrivati alla conclusione che c'è stata una sostituzione, qui deduciamo che, non solo Paul non è morto, ma torna a farsi fotografare in pubblico e a partecipare all'attività del gruppo già nel '67, abbastanza presto, direi. Ma ci sono ancora sorprese su questo argomento...